Capitolo 19

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Bea

Per la ventesima volta, se non sbaglio, lo vedo scappare da me, sta diventando un brutto vizio. Sono ferma sul bagnasciuga e la rabbia mi fa tremare nel vedere Jack, nuotare a stile libero verso la boa. Il suo corpo atletico fionda l'acqua velocemente e senza pensarci due volte ecco che mi tuffo anche io, perché questa volta non gli permetterò di nascondersi.
Okay, abbiamo passato una serata assurda due notti fa, assurda è sicuramente un aggettivo sbagliato per descriverla, però giustificato visto che i protagonisti eravamo noi, però che senso ha non parlarne. Che senso ha scappare da me, come se fossi una qualunque.

Quando la mattina mi sono svegliata e l'ho trovato sconvolto a terra ho capito che eravamo tornati alla realtà. Quelle ore magiche non erano riuscite a sopravvivere al giorno. Era chiaro che se ne fosse pentito, e allora ho deciso di non fargli pesare la cosa e di fare anche io finta di niente.
La nostra amicizia è sempre stata la cosa più importante per me, più importante di tutto. Quando è venuto a cercarmi prima dell'esame, una parte di me ha esultato convinta che avesse cambiato idea. Era accaldato, nervoso e provavo tenerezza anche se non mi era chiara la presenza del suo amico Tom.

Trepidavo nell'attesa che arrivasse a me, anche se cercavo di mantenere l'aria indifferente in realtà tremavo nella speranza che almeno qualche scintilla di magia fosse riuscita a sopravvivere.

Quando finalmente mi raggiunse guardai i suoi caldi occhi verdi, ma non vi era dentro nulla, nessuna traccia delle emozioni che avevamo condiviso. Lo vidi portare la mano al solito ciuffo ribelle, intento a trovare le parole da dirmi, ma il mio fastidio era tanto e quindi gli impedii di parlare. Avevo bisogno di spazio di allontanarmi da lui per schiarirmi le idee e accettare che non era successo niente. Non mi aspettavo certo di ritrovarlo sempre li all'uscita dell'aula.

Per un attimo, vedendolo in attesa davanti la porta dell'aula, ho creduto di aver sbagliato di aver mal interpretato prima la sua ansia e quindi ero pentita di non averlo fatto parlare. Forse, si era realmente reso conto di qualcosa.
Lo osservai attentamente, per non farmi sfuggire niente stavolta, ma il suo atteggiamento da quel momento in poi mi ha fatto capire che così non era, anzi, penso che peggio di così non potesse andare il mio risveglio, e non solo quello. È cambiato non lo riconosco, mi osserva impaurito ed è per questo che ho deciso che non possiamo andare avanti così. Dobbiamo parlare, e se sarà il caso, dimenticheremo questa storia.

Lo raggiungo sull'isolotto e la mia rabbia aumenta nel vederlo sdraiato come se non mi avesse appena lasciata sulla spiaggia mentre parlavamo. E' così dannatamente sexy, lo odio. Il mio corpo si riempie di brividi al ricordo delle sue mani su di me e mi agito ancora di più. Il suo corpo muscoloso stretto al mio è stata un'emozione inaspettata e forte. Rivivo il desiderio di perdermi nelle sue labbra carnose ora dischiuse al sole. Vorrei gettarmi fra le sue braccia e chiederglielo così il perché di questi atteggiamenti strani, è successo ci siamo lasciati andare ma è stato fantastico perché rovinare tutto.

Cerco di ricompormi e di concentrarmi sulla faccia da schiaffi che si ritrova e così non resisto e sgarbatamente inizio a parlare. Gli chiedo il perché del suo comportamento assurdo di questi giorni. Vedo che anche lui è nervoso, ma non mi importa, voglio chiarire.

Tutto mi sarei aspettata, ma non potevo certo immaginare che il motivo della sua stranezza fosse il fatto che non si ricordasse nulla. Rimango senza parole, un dolore acuto si spande nel mio corpo. Non riesco a credere che è stato talmente senza significato per lui, che lo ha dimenticato, ha dimenticato tutto.

Vedo il suo dolore nel raccontarmi cosa gli è successo, cerco di celare il più possibile, quello che provo, non voglio abbia pietà di me. Non riesco quasi a respirare per quanto mi sento ferita, vorrei picchiarlo magari riuscirei a fargli tornare la memoria.

Continuo a scrutare i suoi occhi, cerco di capire se è tutto vero, non potrebbe mentirmi guardandomi negli occhi. Il suo verde smeraldo è sincero, mio malgrado, sta dicendo la verità. Mi alzo non riesco più a stargli vicino, non riesco ad accettare che lui abbia cancellato tutto.

Avevo così tanto sperato che lui si accorgesse di essere innamorato di me, come io lo sono di lui, e invece, invece sono una stupida.

Negli ultimi due giorni ho sognato le sue mani su di me, ho sognato di stringermi ancora una volta a lui, di risentire il suo sapore. Quella sera è stata la più bella della mia vita, perché finalmente lui mi aveva guardata come speravo facesse da sempre.

Lo guardo e il cuore mi si ferma. Lo guardo mentre imbarazzato mi chiede:

"E tu ne hai?"

Vuole davvero sapere se ricordo?
A quella domanda non posso rispondere, non posso farlo, senza mostrargli cosa lui è davvero per me. Sento quasi una speranza nella sua voce, che voglia sentirsi dire di si, ma mi rifiuto di cedere all'ennesima illusione. Mi rendo conto di tremare, sono troppo sconvolta dalle rivelazioni che mi ha fatto, e per la prima volta sono io a scappare, mi giro e velocemente mi butto in acqua per tornare subito a casa.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora