Capitolo 26

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Jack

Disperato mi prendo la testa fra le mani, mentre rivivo il momento in cui stavamo ballando: i nostri corpi che si sfiorano, le sue mani che mi cingono il collo, mentre il suo corpo si avvicina al mio tentatore.

Il desiderio di quel momento è vivido come se lo stessi provando ora, forte, intenso, inaspettato.

Ricordo di avergli posato le mani sulla vita e di averla stretta a me per far aderire maggiormente i nostri corpi. Il mondo attorno a noi era scomparso ci trovavamo in una bolla solo io e lei, con i nostri respiri accelerati.

Sento la sua voce roca sussurrarmi sulle labbra:

"ti prego Jack baciami"

rivivo il brivido, che mi ha attraversato la schiena alle sue parole, e il mio tentativo di resisterle con tutto me stesso. Per paura di non farcela da solo ho cercato di far ragionare lei ma invano, i suoi occhi tenevano legati i miei, appassionati, fuoco liquido.

A nulla è servita la mia lotta interiore, cervello contro cuore, il desiderio di farlo e la consapevolezza dell'enorme errore che stavo solo valutando. Il vortice mi stava risucchiando, le sue labbra mi tentavano, i suoi seni schiacciati sul mio petto mi confondevano. Come ammaliato da una sirena seguivo i suoi movimenti, i nostri corpi ondeggiavano come se fossero uno solo. I miei palmi la stringevano, lasciando i segni sulla sua pelle candida.

E poi ecco quello che non avrei voluto sentire, quello che mi ha reso impotente di oppormi, le sue labbra peccatrici che mormorano:

"ti prego Jack"

la voce affoga in un gemito e io... e io mi fiondo su quelle labbra divorandola.

Mi sono arreso, costato rammaricandomi. Ho permesso a quelle sensazioni di invadermi e avere la meglio sulla mia ragione.

Le immagini continuano: la mia frenetica richiesta di accesso alla sua bocca, lei che me la concede subito. Il sapore di pesca della sua bocca mi fa girare la testa mentre il fuoco lambiva il mio cuore, che batteva impazzito all'unisono con il suo.

Cazzo! Al solo ricordo il desiderio esplode in me.

Mi stringo i capelli fino a tirarli.

Perchè mi hai mentito? Ma la risposta è talmente ovvia, come poteva dirmi la verità se le ho detto che non ricordavo nulla. Come ho potuto dimenticare un bacio del genere?

Il panico torna a stringermi la gola. E se mi avesse mentito su altro?

No.

Non può averlo fatto.

Ma su questo lo ha fatto.

No. Non può aver mentito su quello.

Cerco di rassicurarmi, mentre provo a ricordare altro, ma niente la mia mente si scontra con il nero, il flash-back termina con il bacio e con tutto quello che questo si porta dietro.

Ricordo l'immagine del giornalino universitario, come mi avesse stupito la passione che trasmetteva, beh ora posso dire che era niente in confronto a quello che è veramente stato.

Resto ancora lì sul divano a fissare il soffitto, ma purtroppo non posso tornare indietro, non posso cambiare quello che è stato, ma poi è davvero quello che vorrei?

Mi obbligo ad andare a letto, troppe emozioni questa sera, ne ho abbastanza. Un'ultima cosa mi tormenta mentre salgo le scale come mi dovrò comportare domani. Dovrò chiederle perché mi ha mentito? E cosa ben peggiore, dovrò cercare di resisterle e la mia migliore amica non posso giocare con lei, quello che è successo stasera non dovrà più ripetersi, mi dico risoluto.

La consapevolezza di star nascondendo la testa sotto la sabbia mi segue fino in camera, pesandomi sulla schiena.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora