Capitolo 56

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Bea

Sto mettendo in ordine la cucina, la serata è finita ed è stata molto piacevole.

Sospiro felice, non pensavo, proprio, che questa giornata andasse così.

Ripenso alla discussione con Jack e poi al suo bacio e tremo per le forti emozioni. Questo bacio è stato anche meglio del primo, era così pieno di: rabbia, frustrazione, passione, una scarica di adrenalina.

Sinceramente, dopo l'interruzione di Jason, ho temuto che se ne fosse pentito, ma non appena è entrato in cucina e ho visto il suo sguardo, ho capito che era felice. Questa scoperta mi ha riempito di gioia, il mio cuore batteva impazzito e non ha smesso di farlo per tutto il pomeriggio. Ogni bacio rubato, ogni carezza ha lenito le ferite lasciate dalla sua perdita di memoria.

Quel ragazzo mi fa impazzire, solo lui riesce a farmi provare queste cose.

Non ho mai avuto storie, qualche fidanzatino, ma niente oltre a qualche bacio da ragazzina. Ho sempre creduto nell'amore e quindi non sono mai stata interessata ad una botta e via, non giudico chi lo fa, lei mie migliori amiche lo fanno, ma io non ci riesco.

Fingere in questi giorni che quel bacio non ci fosse stato, che lui non mi avesse ferita, è stata molto dura e ancor più dura è stato cercare di farlo ingelosire. Quando Vincent mi ha toccata, mi sono sentita invasa. Mentre con lui tutto è diverso penso e agisco in maniera diversa.

Come avrei voluto, questa sera, comportarmi con lui come Carola faceva con Jason, avrei voluto abbracciarlo, baciarlo liberamente ma è ancora presto devo avere pazienza. Sospiro. Al momento devo essere contenta di questo piccolo passo, so che la guerra non è ancora vinta.

Lo sento.

So che non ha ancora preso una decisione, l'espressione che aveva quando parlava di Emergency era di gioia pura e poi ho visto il suo cambiamento si sentiva in colpa per me. Se solo mi confessasse il suo timore, potrei rassicurarlo che io lo aspetterei senza fatica, perché io voglio lui per sempre, che mi importa di qualche periodo di lontananza.

"Bea io accompagno i ragazzi, Jack è già salito in camera." Le parole, di Jason, sono una doccia d'acqua gelata, le lacrime bussano hai miei occhi, cerco di trattenermi non voglio darlo a vedere a Jason.

"Okay, io finisco e vado a letto. Buonanotte!"

"Buonanotte, piccola e grazie è stato tutto splendido". Jason mi da un bacio sulla guancia e va via.

Quando lo sento uscire dalla stanza stringo il lavello per non cadere a terra.

Ti prego Dio, fa che non se ne sia pentito! Ti prego! Singhiozzo nel silenzio della cucina.

Basta Bea, devi essere forte. Sapevi che non sarebbe stata facile, va da lui e rimetti tutto a posto.

Spengo le luci con mani tremanti e con il cuore pesante, lentamente, salgo le scale che mi condurranno, spero, alla felicità.

Decido di andare prima in bagno per darmi una sistemata e anche un po' di coraggio. Ovviamente sono sconvolta, i capelli in disordine, il trucco sbavato un vero disastro. Mi sciacquo il viso e aggiusto i capelli, cerco di sorridere alla mia immagine allo specchio. Basta tremare, forza andiamo.

Esco dal bagno e torno sui miei passi fino alla sua porta chiusa, osservo il legno chiaro e cerco di trovare le parole da dire, prendo un grande respiro e finalmente busso.

Resto trepidante in attesa, ma nessuna risposta viene da dentro, forse dorme? Si, certo, ma che stronzate dici Bea, mi rimprovero da sola. Busso nuovamente e ancora una volta niente. Non so se arrabbiarmi o se piangere fino all'ultima lacrima, lasciandolo perdere per sempre. No, non lo farò. E' quello che vuole lui, ma io, invece, voglio capire.

Apro la porta e lo trovo steso sul letto che guarda fuori dalla finestra, con le braccia incrociate dietro la testa. Al rumore della porta non si muove, non si gira, niente.

Mi mordo il labbro e con coraggio mi avvicino, lentamente, al letto e ora vedo chiaramente il suo viso ed è... perso.

"Perché? Che significa?" Sento la mia voce debole, un sussurro.

Le sue labbra si aprono leggermente e i suoi occhi si chiudono come a trattenere quello che ha dentro. Spero che mi parli, ma la mia attesa è vana, ancora silenzio. Il dolore al petto aumenta. Abbasso la testa fissando il pavimento, forse sto davvero sbagliando tutto, forse dovrei solo lasciarlo andare.

"Io non capisco, cosa è successo? Un attimo prima mi baci e un attimo dopo neanche mi parli, anzi, peggio, non riesci a guardarmi negli occhi." Un singhiozzo mi sfugge prima che riesca a trattenerlo. "E' stato solo un errore vero? Ti sei già pentito." La tristezza mi investe, avrei voluto fosse diverso questa volta, avrei voluto durasse.

"Io non mi pento, non mi pento di niente. Perché quando tu mi baci mi sento viva, e non mi importa di nessun altro, solo di te. Peccato, tu non riesca a sentire, quello che sento io, altrimenti proveresti il desiderio di starmi sempre vicino perché una mia carezza riuscirebbe a farti mancare il respiro, e ti sembrerebbe di volare quando le nostre labbra si sfiorano. Ma tu non sai cosa significa..." Non riesco a continuare, sto per scoppiare a piangere e non voglio farlo qui, mi giro e muovo un passo verso la porta quando mi sento afferrare da dietro.

Le sue braccia mi avvolgono stringendomi forte al suo corpo. Sento il suo cuore battere allo stesso ritmo del mio e sento il suo respiro spezzato come il mio.

"Ti prego non andare! Perché io lo sento, sento tutto quello che hai detto". Il suo singhiozzo si perde fra i miei capelli e io lo voglio, lo voglio così tanto.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora