Capitolo 27

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Jack

La luce del sole fa capolino nella stanza, finalmente, potrei dire, visto che non ho praticamente chiuso occhio questa notte. Ho combattuto tra il desiderio di lei e la paura di averla per davvero.

Scosto, malamente, il lenzuolo e mi alzo dal letto. Sarà meglio scendere a fare colazione, spero che l'aroma del caffè riesca a risvegliarmi da quest'incubo.

Mi tiro su, controvoglia, mi riavvio i capelli sbadigliando e apro la porta della mia stanza. Spero di non trovare nessuno in giro, non ho voglia di parlare e sicuramente non ho voglia di specchiarmi in quegli occhi azzurri, che sono la causa del mio turbamento.

Mi guardo in giro, il silenzio e il corridoio vuoto, mi fanno ben sperare che stiano ancor dormendo tutti, tiro un respiro di sollievo.

Per arrivare alle scale devo passare necessariamente davanti la sua porta ed in automatico i dilemmi della notte tornano a disturbarmi, costringendomi a lambiccarmi il cervello sul come devo comportarmi oggi.

Fisso per un attimo quella porta di legno, ma niente.

Ebbene si, sono il primo caso di una notte insonne che non porta nessun consiglio.

Non so se devo parlarle del bacio.

Non so se devo parlarle di ieri sera.

Non so come fare a resistere. Ieri sera, sul divano, ho potuto solo saggiare quello che potrebbe essere il lasciarmi andare a lei, ed ero già in paradiso.

Stringo i pugni. Quel paradiso mi porterebbe all'inferno.

Affretto il passo, come per lasciarmi alle spalle quei pensieri. Arrivato in cucina mi preparo un bel caffè nero, osservo il cielo colorarsi, mentre il profumo del caffè pronto si spande nella stanza.

Verso il caffè nella mia tazza preferita, ha sopra le immagini dei simpson, e mi dirigo fuori, mi siedo sul portico e sorseggio la bevanda amara.

Osservo lo spettacolo dell'alba sul mare, sento un senso di rinascita nell'aria ed ho come la sensazione che potrebbe essere un nuovo giorno anche per la mia vita, pochi istanti di speranza che ben presto vengono offuscati, perché non ho il coraggio per tentare.

Finito l'ultimo sorso di caffè ho preso la mia decisione, non ci dovranno più essere momenti come quelli di ieri sera.

Farò in modo che il nostro rapporto torni su di un piano fraterno e per far questo dimenticherò quella notte, senza rimpianti, non parlerò mai più del bacio né del fatto che mi abbia mentito, lascerò andare tutto quello che è stato, tornando a vivere la mia vita.

"Ehi."

Vedo Jason sull'uscio di casa, mezzo addormentato.

"Ehi." Gli rispondo posando la tazza sul tavolo.

"Ti va di fare un po' di surf?" Gli propongo, di botto senza riflettere. Lui si illumina.

"Certo, ci vediamo qui tra dieci minuti".

E come era arrivato, sparisce. Sorrido del suo comportamento e salgo a cambiarmi.

Finisco velocemente, sto per discendere le scale quando la porta della camera di Bea si apre.

"Buongiorno." Sono emozionato nel trovarmela davanti e la mia voce è flebile.

"Buongiorno." La vedo sbadigliare è ancora assonnata.

"Jack, andiamo sei in ritardo?" La voce di Jason richiama la mia attenzione dal piano di sotto.

"Dove andate?" Mi chiede, incuriosita.

"A fare surf." Mi schiarisco la voce, ovviamente non ho assolutamente notato come la maglia le stringa il seno o come le sue labbra siano rosse questa mattina. Rimaniamo un attimo ad osservarci negli occhi.

"JACK!"

Urla ancora Jason, da sotto. Quanto è insopportabile?

"Ci vediamo dopo."

Le dico, sto per correre via quando le sento sussurrare.

"Ciao."

Un sorriso dolce accompagna quel saluto, ed io sono tentato di mandare tutto al diavolo, di spingerla dentro la stanza e farla mia. Perdermi dentro di lei...

"JACK!"

"Sto arrivando! Che cazzo urli."

Incazzato la lascio là e mi precipito ad uccidere Jason.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora