Capitolo 50

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Jack

Salgo le scale infastidito, ma come è possibile che la vedo e due ore di nuoto vanno in fumo! Sbatto la porta e mi prendo i capelli fra le mani, sembrava così tranquilla, cavolo, prima mi scombussola la vita, mi obbliga a pensare a lungo termine, e poi vuole versato il caffè. Il caffè! Ma scherziamo.

Sono così arrabbiato, con lei, con me. Perché, in fondo, che mi aspettavo di trovare una ragazza disperata per avermi confessato il suo amore e per non essere stata ricambiata? Oppure mi aspettavo di riprendere da dove eravamo stati interrotti? Non posso credere che ancora una volta, ieri notte, ero ad un passo dal baciarla, anche se ultimamente sembra capitare piuttosto spesso.

Sono ancora al centro della stanza, come un'idiota. Sbuffando mi butto sul letto, il problema forse è solo il mio. Non potevo più sopportare di stare in cucina a far finta che non ci siamo detti niente. So che dovrei ringraziarla, così facendo, mi alleggerisce la situazione visto che sono io ad avere un problema, ma la verità è che mi manda il cervello in pappa.

Cazzo! E' la mia migliore amica, solo quello, e io sono il suo migliore amico, e il fatto che siamo attratti l'uno dell'altra non significa niente. Saranno gli ormoni siamo in un'età in cui è difficile controllarsi e lei è stupenda e io sono solo un uomo, quindi non c'è da preoccuparsi, le parlerò e le farò capire che è una assurdità questo credersi innamorata di me, e torneremo tutti alla nostra vita perfetta. Sì, perfetta un cazzo!

Il suono del telefono mi distrae dalle stronzate che stavo pensando. Allungo il braccio e lo afferro dal comodino, il nome di Tom lampeggia sulla sua faccia sorridente.

"Pronto." Rispondo scazzato.

"Ahi, ancora problemi in paradiso?"

"Tom non sono in vena di scherzare."

"Sia mai, nell'ultimo periodo sei solo in vena di lamentarti, comunque, che fai ancora laggiù? Torna alla vita, amico, il week-end è vicino c'è la festa organizzata da Mike."

"E' questo week end?"

"Come hai fatto a scordarlo è da un mese che ci rompe con questo evento, ma che diavolo hai? Non sei ancora tornato in te?"

"Ti sembro tornato in me? Sono ben lungi dall'essere me, al momento sono un mostro a tre teste per quanto mi riguarda".

"Che altro è successo?" mi chiede Tom preoccupato.

"E' capitato che ora ricordo cosa cazzo è successo quella notte."

"Wow, che è suc..."

"No, non chiedere niente!" lo blocco subito, non ho voglia di parlare di questo con lui e con nessun altro in realtà.

"Mah..."

"Ma niente. Sappi solo che non è successo l'irreparabile, okay?"

"Okay e allora perché non vuoi dire niente?"

Sbuffo, mi passo una mano fra i capelli e stringo gli occhi mentre a fatica gli confesso la verità.

"Perché non mi sento più io, Tom, questa storia mi sta obbligando a riflettere su alcune cose come: sentimenti, desideri e mi sento confuso. Per esempio: le feste come quella di Mike, che fino a ieri agognavo per una scopata facile ora mi sembrano una gran stronzata".

"Cazzo! Non puoi averlo detto davvero, ma chi sei tu? Dov'è il mio amico Jack? Ora capisco tutto, quella sera ti hanno catturato gli alieni. Non temere Jack, torna a casa e ti aiuterò io, ti troverò la strafiga più strafiga del mondo e qualunque cosa ti hanno fatto sparirà."

Sorrido mio malgrado.

"Tom, ma che stronzate dici, niente alieni. Parlo seriamente, ricordi quando mi dicevi di voler trovare quella giusta e io dicevo che eri pazzo beh ora capisco cosa volevi dire. E che boh... non lo so, lasciamo stare."

"Io sono convinto che gli alieni centrino, quando ti ho detto quelle cose ero ubriaco, si dicono un sacco di cazzate quando si ha bevuto, la verità è che siamo ancora giovani e i tuoi discorsi andranno bene tra un anno o due, ma ora deve solo interessarti di scopare e stare libero."

"Stare con Mike, ti sta facendo male, parli come lui." Storco il naso all'ultima affermazione del mio amico, al solo pensiero di passare una serata ubriaco mentre mi scopo una nel bagno mi viene da vomitare. Mi passo la mano tra i capelli frustrato, ma perché a me?

"Si, forse hai ragione altro motivo per tornare presto, venirmi a salvare. Comunque, ora ti saluto che c'è la partita, ci vediamo."

"Ciao, ah Tom... grazie riesci sempre a farmi ridere".

"Quando vuoi amico!"

Una volta chiusa la chiamata, mi tiro su dal letto con i muscoli ancora intorpiditi e vado a fare la doccia. Mentre mi lavo ripenso alla festa del week-end, Mike ne organizza una ogni anno, e l'anno scorso fremevo in attesa che arrivasse, ed è stata una serata grandiosa. Credo di essermi scopato almeno due tipe, credo perché alla fine ero così ubriaco da non capire più niente. Ne abbiamo parlato per un anno intero e ora al solo pensarci preferirei restare in casa, ovviamente non da solo ma con l'unica persona che non posso avere. Infilo la testa nell'acqua nella speranza che riesca a lavare via, anche, i miei pensieri oltre che ai capelli.

Una volta finito, torno in stanza per vestirmi, prendo dei pantaloncini verde militare e una maglietta nera, non ho intenzione di tornare in spiaggia, so di aver detto a Jason che ci sarei andato, ma ho bisogno di pensare e con lei vicino è un'impresa.

Afferro le chiavi della macchina, il telefono e scendo le scale velocemente, non voglio incontrare Jason, mi obbligherebbe a seguirlo.

Sto per uscire fuori e mi rendo conto di aver dimenticato gli occhiali, ma sono certo che non li avevo in stanza, mi avvicino all'ingresso, magari li ho posati nello svuota tasche sul tavolinetto, ma non ci sono. Dove cavolo sono finiti?

Poi ricordo di averli portati a mare la mattina, sicuramente saranno in cucina, e allora con passo felpato sbircio dentro la stanza e fortunatamente è vuota. Apro tutta la porta e guardo in giro, finalmente, li vedo sono sul davanzale della finestra, proprio vicino alla porta, li avrò posati lì quando sono rientrato.

Vado a prenderli e sbircio dalla finestra li vicino la spiaggia, vedo i miei genitori con tutti gli altri sotto l'ombrellone, mentre Jason e Carola sono in acqua sembra stiano giocando alla sfida di coppia a chi cade prima. Mi avvicino per vedere meglio l'altra coppia, e la mascella sta per cadermi quando vedo che la ragazza dell'altra coppia è Bea, la quale sta a cavalcioni sulle spalle di un ragazzo. Appiccico la faccia al vetro e ora chi cazzo è questo!

Okay calma Jack, respira e allontanati dalla finestra. Come non detto, resto a fissare fuori e vedo Bea cadere in acqua, il tipo le si avvicina e afferrandola per i fianchi la tira fuori dall'acqua, lei gli sorride e lui le accarezza una spalla.

Oh, cazzo! Ecco, la rabbia che arriva, come si permette di toccarla.

Come una furia apro la porta e in poco tempo sono in spiaggia davanti a loro che fisso Bea furioso.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora