Capitolo 73

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Bea

Per tutto il giorno ho un diavolo per capello, letteralmente visto che i miei capelli che solitamente sono lisci oggi non ne vogliono sapere. Continuo a pettinare, pettinare ma niente, sarà colpa del mio umore. Sono nervosa, malinconica e preoccupata per essermi convinta ad affrontare questa serata.

"Sarà un disastro già lo so."

Poso la spazzola spazientita, basta, li legherò.

Prendo l'elastico pronta per la mia acconciatura, una semplice coda di cavallo, afferro i capelli e Sara entra nella mia stanza borbottando.

"Sara, è tutto il giorno che fai così?"

"Sì, perché è un'idiozia, che sei arrabbiata con lui per un frase di Tom, ed è ancora più assurdo, che vuoi fare la scema stasera per farlo ingelosire."

"Tecnicamente ero già arrabbiata con lui perché mi ha scopata e lasciata subito dopo come un fazzolettino usato..."

Noto gli occhi di Sara rabbuiarsi.

"Non devi sentirti in colpa per quello che hai detto. So che vuoi aiutarmi, ma sta tranquilla, sono sempre io, non farò niente di avventato. Andremo là, faremo ubriacare Lisa e ce ne torneremo a casa sane e salve." Liscio la mia coda, non è male.

"Ma davvero? Ma ti sei vista, allo specchio! Sei uno schianto. Tutti i ragazzi ti salteranno addosso."

Indica con la mano il mio riflesso allo specchio. Una me, inusuale mi guarda con occhi da gatta, devo dire che Lisa ha fatto proprio un bel lavoro. Lo smooky-eyes nero risalta il mio azzurro, dandomi un'aria misteriosa, il rossetto rosso completa il tutto, rendendo le mie labbra peccaminose. Il vestito cipria totalmente traforato copre o scopre quel tanto che basta. Credo di non aver mai indossato niente di simile. Le gambe sembrano chilometriche, anche grazie ai tacchi alti, accarezzo la gonna, mi sento sexy. Ovviamente, tutto quello che indosso, non è mio ma di Lisa è sempre stata lei la vamp tra di noi.

"Sì, che mi sono vista, ma ti ripeto che sono sempre io."

Continuo a sistemare i capelli e le mie mani tremano un po', le metto subito giù, vorrei nascondere a Sara il mio nervosismo.

"Come vuoi Bea, ma io vedo solo guai in vista, e stavolta, non ti porterà a niente il gioco della gelosia. Se lo vuoi. Dovresti prenderlo e parlarci. Esci le palle Bea e se lui non ti vuol..."

Per fortuna, il suo telefono suona, prima che possa aggiungere altro, non sono mai stata sicura di me, ma ora mi sento solo sbagliata e non avrei sopportato di sentirle finire quella parola.

"Pronto ciao..."

Vedo Sara guardarsi attorno e uscire dalla mia stanza parlando piano, strano. Chi sarà mai al telefono?

Torno a sistemarmi e cerco di dare coraggio a quella ragazza triste che vedo riflessa nello specchio. L'immagine di lui si forma nella mia mente, come mi manca, mi piacerebbe che fosse dietro di me in questo momento intento ad abbracciarmi la vita come era solito fare mentre mi preparavo per una serata. Mi stringo fra le mie braccia sognando fossero le sue, e poi la triste consapevolezza che forse non accadrà mai più, mi fa stringere gli occhi.

"Dai Bea, andiamo!"

La voce petulante di Lisa, mi giunge dalla sua stanza.

"Sono pronta, andiamo."

Raggiungo il soggiorno e vedo le mie amiche parlare sulla soglia di casa, entrambe hanno un'aria preoccupata. Stanno bisbigliando e non capisco cosa si dicono, sento solo Sara. "Dobbiamo stare attente, me lo ha detto Tom, che facciamo?"

"Cosa ti ha detto, Tom?"

Chiedo palesando la mia presenza alle due, che sobbalzano al suono della mia voce.

"Niente di importante, tesoro" balbetta Sara. La guardo torva, non mi piace quando mi mente.

"Che nascondi?"

"Tranquilla Bea, Tom le ha detto che stasera ci sarà Jack, ma è quello che volevamo, no? Quindi andiamo svelte."

Non credo sia tutta la verità, ma non ho il tempo di rifletterci, che siamo già in auto dirette alla fatidica festa.

In auto Lisa non smette di parlare: degli esami; di questa festa; di quanto sia oca l'organizzatrice; della bella serata che ha passato la notte scorsa.

Io e Sara ridiamo per tutto il tragitto, Lisa è un tipo molto aperto e i suoi racconti sono sempre molto divertenti.

Non mi accorgo, neanche, di quando posteggia, è riuscita a farmi tornare il sorriso, cosa farei senza di loro.

"Forza ragazze, andiamo ad animare la serata. Il più figo a me!" Dice Lisa accarezzandosi il fianco fasciato dal tubino rosso fuoco, che evidenzia le sue curve alla perfezione. In realtà anche Sara è bellissima, indossa un pantalone aderente nero, con un top a fascia dorato pieno di paillette. Stasera non passeremo certo inosservata.

"Sei sempre la solita Lisa" sorrido, entrando dentro casa.

Mi faccio strada tra la folla e sento già qualche ragazzo fischiare al nostro passaggio, qualcun'altro si avvicina cercando di approcciarci, ma la nostra meta è un'altra. Non si può iniziare una serata, senza un brindisi.

Continuiamo la ricerca del bar senza far caso a chi ci sta attorno, e poi finalmente, eccolo pieno di gente e di bottiglie.

"Ecco ci siamo!" Urla Lisa, per farsi sentire e indicando alla nostra destra.

Mi giro da quella parte, il sorriso mi muore sulle labbra e capisco che il mio cuore non era ancora rotto, perché lo sento frantumarsi in quell'esatto momento. La scena che mi si presenta davanti mi fa mozzare il fiato. Rimango immobile, mentre i miei occhi vedono al rallentatore Jack afferrare una ragazza dai capelli rossi e baciarla appassionatamente davanti a tutti.

Le mie pupille sanguinano a quella vista... e non solo loro. Sono ferma lì al centro della stanza a fissarli avvinghiati, non ho la forza di girarmi per proteggermi dal dolore che sento raggiungere ogni fibra del mio corpo.

"Bea. Bea!"

Sento Sara chiamarmi, penso mi abbia anche stretto un braccio, ma non ne sono sicura. Ho il corpo intorpidito.

"Andiamo Bea."

Lisa cerca di convincermi ad andare via, sento la pena nella loro voce, ma non è colpa loro se il mio cuore appartiene a lui. Il cuore... quale cuore?

Vedo i suoi occhi sgranarsi, le sue iridi verdi scomparire non appena nota la mia presenza. I nostri occhi sono legati, mentre cerca di divincolarsi da quei tentacoli che lo avvolgono e lo stringono, senza lasciargli via di uscita.

Ed è lì, che decido, che ne ho abbastanza. Mi giro verso Lisa e allungo la mano verso di lei. Purtroppo, non ho la mia auto, ma ho bisogno di andar via subito, da sola. Vedo Lisa, cercare nella borsa per poi lasciare cadere le chiavi sul mio palmo.

"Stai attenta!" Si raccomanda, con la voce incrinata.

Chiudo le chiavi nel pugno, che mi feriscono le dita. La fisso negli occhi, ringraziandola silenziosamente e le faccio cenno di sì con la testa.

Finalmente, posso andare via. Finalmente, posso mettere un punto su questa storia. Basta feste. Basta essere chi non sono. Ma soprattutto, basta lui.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora