Capitolo 36

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Jack

Mi sveglio sconvolto immagini di me e Bea vestiti di matrimonio mi hanno disturbato tutta la notte. Mi trascino in cucina a fare colazione e trovo tutta la famiglia attorno al tavolo, tutti tranne Bea e Jason.

"Buongiorno Jack" mi dicono in coro, ricambio con un grugnito. Mio padre mi guarda con compassione mentre gli altri ridono della mia non risposta.

"Voi giovani siete sempre arrabbiati al risveglio" commenta Jessica.

"In realtà Bea era di ottimo umore oggi."

Con quella risposta mia madre riesce a catturare tutta la mia attenzione.

"Sì, ma anche lei di solito non risponde." Ribatte Jessica iniziando un discorso infinito con mia madre. Discorso che mi infastidisce visto che il punto per me è dove si trova Bea adesso? Perché non è qua?

Non riesco a resistere devo sapere.

"Hai detto che Bea è sveglia?"

"O sì caro è andata in barca con degli amici" rimango pietrificato, amici, quali amici?

Mia madre si accorge del mio cambiamento.

"Tutto bene, caro?"

"Quando è uscita?"

"Mezz'ora fa".

Mi precipito fuori dalla cucina, sento i commenti dei miei familiari mentre fuggo in stanza, ma non mi importa. Indosso il costume ed una maglia e mi precipito in spiaggia. La devo trovare.

Quella ragazza mi farà impazzire è uscita ancora con quelli ne sono certo, i nostri conoscenti non sono qui al momento.

Mentre mi affanno in spiaggia giungo ad una certezza: non appena la trovo la chiudo in camera, come può essere così stupida e uscire con quei ragazzi. Credevo avesse capito che non è la sua intelligenza che interessa loro, giuro che se la sfiorano... Cerco di non pensare a quello mentre la cerco disperatamente; vado verso il porticciolo ma non la vedo da nessuna parte; guardo nei bar sul molo ma niente; mi giro verso il mare e vedo alcune barche in mare che stanno uscendo dal porto, sono troppo lontane e non riesco a vedere chi vi è sopra. Mi porto le mani ai capelli.

"Maledizione!" mi dispero per poi lasciar andare le braccia.

Un senso di rassegnazione si impossessa di me, non sono riuscita a trovarla e non ho niente da fare se non aspettare. Sono tentato di chiamarla per dirgliene quattro, ma le sue parole di questa notte, in cui mi chiede di lasciarla libera, mi fanno scoppiare la testa.

Mestamente me ne torno indietro, io potrei pure lasciarla libera ma con un bravo ragazzo non con quegli idioti.

Sento che sto per esplodere, sono furioso. Tutto mi fa infuriare, anche l'idea di lei con un bravo ragazzo. Sento che mi sta sfuggendo dalle mani e non so come trattenerla, per quanto mi affanni non facciamo altro che litigare ultimamente, da quell'orribile serata. Tutta colpa mia, sono un cazzone, con tutte le ragazze che c'erano dovevo cedere proprio con lei.

Sono quasi arrivato a casa e sono ancora irrequieto forse dovrei chiamare Jason, mi potrebbe aiutare, ma poi penso che sarebbe inutile ormai lei è andata, chiamare Jason mi esporrebbe a domande a cui io non voglio rispondere.

Lancio un sasso in acqua e l'osservo battere sulla superficie diverse volte, per poi andare giù e forse quel sasso sono io: credeva di volare ma in realtà si stava preparando ad affondare ed è quello che sta accadendo a me.

Non faccio altro che riflettere, negli ultimi giorni, ma è come se mi sfuggisse l'ovvio e l'unico punto a cui arrivo è il mal di testa.

Davanti casa trovo la mia famiglia in spiaggia e decido di unirmi a loro, non mi va di rimuginare tutto il giorno da solo, almeno così lo farò in compagnia.

"Jack, ma sei solo?" Mi chiede il padre di Jason

"Sì, gli altri sono impegnati"

"Allora resta con noi, figliolo" mio padre mi indica la sdraio accanto a lui.

Mi lascio andare sul lettino e metto un po' di musica al cellulare, osservo il mare ma la sensazione di pace che solitamente mi dà non arriva, la mia anima è troppo in tempesta perfino per lui.

Dopo poco sento squillare il mio telefono. E' Tom, decido di rispondere mi farà bene.

"Pronto."

"Jack, amico, che fai?"

"Sono in spiaggia, tu?"

"Beato te, studio visto che nel week end non ho toccato libro. Non hai idea di chi mi sono fatto..."

La chiamata di Tom è un toccasana per i miei nervi, riesce sempre a farmi ridere con i suoi racconti, e senza volerlo smetto di pensare a lei con un altro.

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