Capitolo 14

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Jack

Siamo in strada già da un pò, Bea ha accesso la radio e ora è tranquillamente seduta accanto a me che canticchia le canzoni che passano alla radio. Fissa la strada assorta e io comincio ad innervosirmi. Okay che non volevo parlarle ma così è... strano.

Bea non può essere classificata come una chiacchierona, ma con me e Jason ha sempre qualcosa da dire e io amo sentirla parlare. Picchietto con le dita sul volante in cerca di qualcosa da dire, mi scervello per trovare un argomento neutrale e credo di sentirmi fissato.
Mi giro dalla sua parte e la vedo osservarmi con un sorrisetto sulle labbra. E' bellissima, e i suoi occhi lucenti riescono a rilassarmi. Dimentico tutto tranne lei.

"Che c'è?"

Le chiedo sorridendo anche io.

"Stai pensando cosa dire, vero?" Mi prende in giro lei.

"Tu sei pazza."

"Forza confessa, vedo la tua ruga in mezzo agli occhi."

Segna con il dito il punto preciso sulla sua fronte.

"Ce l'hai sempre quando rifletti."

La vedo imitare la mia espressione ed è proprio buffa, decido di continuare a far finta di nulla.

"Questo che c'entra con il fatto che non so cosa dire?"

"Beh! Facendo due più due con il comportamento di oggi, penso che questo sia il tuo problema."

"Io non ho un problema!"

"Io credo proprio di sì, anche se non so il perché?"

Mi rigiro dalla sua parte, è pensierosa, che non si ricordi neanche lei cosa sia accaduto? Sempre i soliti dubbi. Comunque, decido, di farla vincere.

"Okay, hai ragione."

"Ah! lo sapevo. Visto che sei stato bravo a confessare ti aiuto. Allora cosa hai deciso di fare dopo l'università ormai manca poco."

L'argomento è passabile e decido di risponderle.

"Lunedì ho ricevuto una lettera dal General Hospital."

"Ma è il più importante ospedale di pediatria del paese!" Esclama lei entusiasta.

"Si lo è" dico io serio.

"Che ti prende?" Mi chiede lei scioccata di sentirmi poco eccitato.

"Sai che è il sogno della mia vita", preciso.

"Si, infatti." Conferma lei.

"Ma..." mi invoglia a continuare.

"Ma loro vogliono che io inizi subito dopo la laurea e questo significa niente Emergency", sospiro frustrato da questa cosa.

"So che è una grande opportunità per me, ma ho sempre pensato di far richiesta al General Hospital una volta tornato dal mio viaggio, ma ora non so che fare", mi spiego meglio.

Non sentendo nessun commento da parte sua, mi volto un attimo a guardarla, la vedo guardare fuori dal finestrino con sguardo perso.

"Bea?" la chiamo, vorrei sentire cosa ne pensa lei, ma niente.

"Bea?" ripeto.

Dopo aver preso un lungo respiro inizia a parlare con tono serio.

"Sei molto fortunato ad avere ricevuto questa proposta, come le altre, ovviamente il merito di tutto è solo il tuo, perché sei davvero in gamba", - si ferma un attimo per poi continuare - "detto questo, io penso che capirai la strada da prendere al momento opportuno".

"Sei sicura?"

"Certo che si, devi solo valutare quello che è veramente importante per te, sia lavorativamente che nella vita".

Ho come la sensazione che intendesse dirmi qualcosa di più, rispetto a quello che ho inteso io, come se lei avesse raggiunto una consapevolezza che ancora a me manca.

"Forse hai ragione tu. Devo solo comprendere cosa è più importante per me. Tu invece? E da un po' che non parliamo".

"Già" dice sospirando. Ritorna a guardare la strada e il suo sguardo perso non mi convince affatto.

"Io..." la vedo riflettere bene su cosa dirmi, non so perché ma mi sento in ansia per la risposta. Vedo i cartelli stradali che mi dicono che siamo arrivati, ma rallento, voglio prima ascoltare la sua risposta.

"Tu..." le dico dolce

"Io... ho capito che voglio innamorarmi".

Il respiro mi si blocca in gola. Non so che dire, in realtà non potrei parlare neanche volendolo, sono pietrificato non mi aspettavo certo questa dichiarazione da parte sua.

Guardo la strada davanti a me, mentre l'eco delle sue parole mi rimbomba in testa. Bea innamorata. La mia Bea di qualcun'altro.

"Non dici niente?" mi chiede lei perplessa.

Deglutisco un paio di volte, prima di sentire la mia voce gracchiante affermare: "hai già trovato qualcuno?"

"Io vorrei, tanto, di sì", fermo l'auto davanti casa nostra.

"E lui?" Le chiedo timoroso.

"Lui?" fa una risata triste, si gira verso di me e i suoi occhi si perdono dentro i miei.

Mille emozioni vedo passare in quel mare azzurro, emozioni che non capisco, ma che mi fanno tremare il cuore. Mi sento avvolgere e stringere dal calore che emanano. La vedo portarsi i capelli indietro, per poi lasciar andare il braccio arresa.

"Lui ha paura."

Afferma e la voce le si inclina ma non ho tempo di fare nulla perché afferra la maniglia per poi scendere velocemente dall'auto e sparire dentro casa. Io mi abbandono sul seggiolino, chiudendo gli occhi. Sento il mio cuore martellarmi nel petto.

Lui ha paura! 

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora