Capitolo 41

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Jack

Sento il campanello della porta suonare segno che le pizze sono arrivate.

"Bea" cerco di svegliarla dolcemente, sussurrandole all'orecchio.

"Sveglia dormigliona la cena è pronta."

La sento lamentarsi e sorrido divertito, le bacio la fronte godendomi il contatto con la sua pelle.

"Spero per te che ne valga la pena" sospira, ma è infastidita e tiene gli occhi ancora chiusi.

"Ovvio che si, visto che è arrivata la pizza."

"Pizza?" Il suo naso si arriccia e gli occhi si spalancano.

"Pizza!" di scatto si tira su piena di energie.

"Su forza non facciamola freddare", la vedo entrare e sorrido scuotendo la testa, la solita Bea, non resiste proprio alla pizza. La sua reazione mi rincuora, spero dimentichi l'accaduto di questo pomeriggio.

Mi alzo anche io, entro dentro casa e vedo tutta la famiglia già seduta attorno al tavolo. Bea felice guarda la sua pizza pronta ad addentarne un pezzo, l'unico posto libero è proprio difronte a lei. Prendo il mio cartone e mi accomodo, devo dire che mi sento più vicino a lei, dopo oggi, come se la tensione fosse evaporata via, anche se devo ancora spiegarmi quell'ultimo ricordo.

Ci mettiamo tutti a parlare e io mi godo la serata, sono giunto a metà pizza quando torna Jason. Saluta tutti e si siede con noi, prendendo una sedia in cucina.

"Forza Bea dammi una fetta"

"Ma sei fuori? Non ti do un bel niente, stai lontano da me."

"Dai bea"

Jason alza la forchetta come a minacciarla, facendo ridere tutti.

"Uffa sei proprio cattiva. Jacchino dammelo tu un pezzo..."

"Non se ne parla"

scuoto la testa deciso, non ho mangiato molto oggi e sto morendo di fame.

"Che razza di amici che ho."

Si lamenta in maniera teatrale con i nostri genitori.

"Ecco la tua pizza"

dice sua madre, con in mano un cartone nuovo di pizza.

"Sapevo saresti tornato e che nessuno te ne avrebbe dato un pezzo".

Scoppiamo tutti a ridere e la serata continua tranquilla fino al dolce.

"Allora chi vuole il tiramisù?"

Mia madre torna dalla cucina con il dolce in mano, ovviamente alziamo tutti la mano. Guardo Bea e lei incrocia subito il mio sguardo, sorridiamo complici, mentre lei si alza e si dirige verso Jason.

"Jason, come sta Carola?"

Gli chiedo per distrarlo, il piano funziona perfettamente, non appena sente il nome di Carola inizia a raccontarmi qualcosa sul cane di lei.

Non appena lui si gira verso di me Bea, allunga il braccio e, gli porta via il piatto di tiramisù.

Jason non ha ancora capito niente, mi allontano leggermente dalla tavola e lascio che lei si sieda sulle mie gambe, pronti a dividere il bottino.

Entrambi lo guardiamo interessati in attesa che si accorga di tutto.

"Bea!"

urla Jason, non appena finisce la storia, ma, ormai, è troppo tardi, abbiamo già finito di mangiare anche la sua porzione ridendo come matti. In realtà non ridiamo solo noi ma tutta la famiglia.

"Io vi ammazzo!"

Esclama Jason infuriato, ma ancora una volta sua madre lo consola porgendogli un'altra porzione.

Finalmente anche lui mangia il dolce mentre io e Bea incrociamo lo sguardo soddisfatti per lo scherzo fatto. Non appena i nostri occhi si legano la sensazione di divertimento viene sostituita da un altro sentimento: desiderio.

Suo padre la chiama interrompendo il nostro momento, ma io non sono pronto a lasciarla andare.

Approfittando del fatto che lei è in braccio a me, lascio che il mio braccio sinistro le cinga la vita per avvicinarla un altro po' a me. La sua schiena poggia quasi sul mio petto, l'odore dei suoi capelli mi avvolge dandomi alla testa, so di non potermi spingere oltre. Dovrei accontentarmi, ma non resisto e allargo la mano per stringere il suo fianco fra le dita. Al mio gesto lei si muove e questo è un guaio in questo momento, cerco di fermarla stringendola di più.

Non so se abbia sentito... come mi sento visto che continua a parlare tranquilla, dovrei vergognarmi ma in verità non mi importa, il desiderio di lei supera qualunque altra emozione.

"Finito il dolce guardiamo un film?"

ci propone Jason, distogliendomi dalla sensazione della sua pelle. Cerco di riprendermi, sospirando, mi giro verso di lui

"Ma come non esci?"

"No, voglio passare del tempo con voi, ma forse non mi meritate"

Fa il finto offeso.

"No, Jasonino non dire così."

Gli dici dolce Bea.

"Io ti voglio bene è lui il cattivo."

"Hai ragione."

Gli risponde lui tirandola via dalle mie gambe. Il nostro momento è finito, mi rassegno all'inevitabile, non può esserci nessun momento per noi. Li vedo camminare verso il salotto con Bea che lo prende per il braccio.

"Lui mi tratta sempre male"

sento dire a Jason con finta voce da bambino.

"Crescere mai?"

chiede mia madre e io alzo le spalle.

"Che c'entro io"

"Si, come no".

Sorrido a mia madre e risolto il mio problemino decido di seguire quei due per vedere il film.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora