Capitolo 77

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Jack

Il sole filtra dalla finestra chiusa e io stringo, forte, Bea a me. Dopo che tutta la notte l'ho amata con tutto il cuore, sono ancora qua, felice e sereno. Non ho praticamente dormito, troppo preso dal placare il mio desiderio insaziabile, e quando lei si è addormentata sfinita, io sono rimasto ad osservarla e a ringraziare il cielo del suo perdono. C'è stato un momento, durante la discussione di ieri, dove credevo di averla persa per sempre e invece eccola qui, nuda, fra le mie braccia, che dorme tranquillamente. Le do un bacio fra i capelli e la sposto leggermente, ho bisogno di andare al bagno ma con quel movimento lei apre gli occhi e mi osserva preoccupata.

"Dove vai?" Sussurra e vedo il panico nei suoi occhi, mi rimetto accanto a lei e le poso un dolce bacio sulle labbra.

"Buongiorno dormigliona", le do un bacio sul naso, "non preoccuparti, amore, non me ne vado, non me ne andrò mai più. Te l'ho promesso ed è quello che voglio anche io: rimanere."

Un sorriso le illumina il volto e penso che, forse, il bagno può aspettare, ma io... devo averla subito. Unisco le nostre labbra ed è, ancora una volta, poesia.

Sfiniti, con i respiri ansanti, il sorriso sulle labbra e occhi negli occhi, siamo distesi vicini, io rivolto verso l'alto e lei a pancia in giù, persi nel nostro mondo, che ho temuto di non rivedere mai più. Il suo sorriso è così dolce e felice, che sento il mio cuore esplodere, e finalmente dopo giorni di lotta il mio cervello non trova più niente che non sia nel posto giusto. Perché noi due insieme, la mia mano che accarezza il suo fianco, le sue labbra che si schiudono, il mio respiro che si mozza, i suoi occhi che si chiudono e il desiderio che esplode, siamo la perfezione assoluta.

Dopo aver reso la mia donna immensamente felice e il sottoscritto immensamente soddisfatto, è ora di iniziare la giornata.

A fatica ci alziamo da quel soffice letto e tra un bacio, una carezza e una spinta, io indosso i miei pantaloni e lei la mia maglia. Tanto per cambiare.

Mano nella mano usciamo dalla stanza, e spero proprio, che le ragazze non siano tornate stanotte, lasciandoci un po' di privacy.

La casa è avvolta nel silenzio mentre ci dirigiamo in cucina pronti a saziare un'altra fame, che comprende latte e caffè. Mentre io preparo il caffè, Bea apparecchia la tavola e prende le tazze. La mia maglia si alza rivelando il suo sedere rotondo ed è una tortura, socchiudo gli occhi e sorrido malizioso, compiacendomi del fatto, che ora è mia.

Metto il caffè sul fuoco e mi avvicino al suo corpo allungato, che cerca di prendere una confezione di biscotti posata troppo in alto.

"Ti aiuto." Le mormoro fra i capelli con voce roca, e vedo la pelle del suo collo rabbrividire.

Sfacciato poggio la mia erezione sul suo fondoschiena, accarezzandole il braccio, mentre mi allungo a mia volta per prendere quei dolci che devo ringraziare per aver creato questo momento, inaspettatamente, hot.

"Gra... grazie" balbetta la mia donna imbarazzata, mentre le guance le si colorano di rosso.

Mi struscio senza pudore su di lei e sento il suo respiro fermarsi. Il mio corpo è già pronto a gustare la sua dolcezza, ma il mio stomaco non è d'accordo, e forse è il caso che la faccia riposare un po', è tutto nuovo per lei. Tutto questo non mi pesa, perché sono felice di sapere che abbiamo tempo. Tutto il tempo del mondo.

"Vorrei saziare la tua fame... Bea, ma il mio corpo ha bisogno di essere sfamato per riprendere le energie" la mia voce è roca e scherzosa allo stesso tempo.

Lei mi spinge via facendomi la linguaccia. "Ti piacerebbe... ma devo informarti che la mia fame è solo di cibo."

Sorrido felice. "Bea, Bea, la tua bocca può mentirmi ma il tuo corpo no." Le faccio l'occhiolino, riportando la mia attenzione al caffè, dopo aver depositato un bacio su quelle labbra a cuore che borbottano al suo corpo.

Arrendersi all'inevitabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora