11 Black!

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in copertina Alice Prewett

Marlene si era svegliata molto presto quella mattina, era il compleanno di sua madre, quindi voleva inviarle una lettera al più presto per fargliela trovare sulla finestra al risveglio. Prese il pacchetto rosso sul comodino e vi legò la lettera; uscì dalla stanza cercando di non svegliare le sue compagne di stanza, soprattutto Lily che anche se tornata tardi, aveva i sensi attivi sempre e comunque. Uscì dalla scuola e diede uno sguardo all'orizzonte i cui primi luci del sole iniziavano ad infilarsi nel buio fine del calar della notte. La luce si infilava dietro le nuvole che prendevano un colore roseo-arancio; i prati sotto i suoi piedi erano ancora umidi per la notte. "Sta iniziando a far freddo" pensò passandosi una mano sull'avambraccio cercando di riscaldarlo. Orami erano ad Ottobre ed in Scozia non c'era sicuramente il sole che splendeva sulle città del Mediterraneo, quindi bisognava accontentarsi. Salì velocemente le scale della Guferia cercando di non inciampare negli scalini e varcò la porta. Molteplici pennuti già svolazzavano per la torre portando lettere sia nel becco, sia legate alla zampa; alcuni volavano maestosi con la loro  leggerezza nel manovrare le discese di quota, altri invece erano più piccoli e maldestri appesantiti dai voluminosi pacchi legati alle zampe. Uno di questi ultimi le sfiorò il viso con un'ala bruna che la fece balzare in avanti pur di cercare di evitarlo. Nel farlo però inciampò in qualcosa finendo di faccia sul pavimento con una forte botta al naso perfetto. Fortunatamente riuscì a salvare il pacchetto e la lettera che caddero delicatamente sulla sua testa.

-Per Merlino e Morgana!- imprecò rialzandosi e portando una mano sul naso da dove usciva sangue a dirotto

Il "qualcosa" su cui era inciampata la bionda, si alzò di scatto massaggiandosi il piede.

-Ramoso come hai fatto a pestarmi il piede se sei nel tuo letto?- chiese Sirius con la voce ancora impastata dal sonno e gli occhi socchiusi

-Black!- urlò la bionda capendo di non essere inciampata su una pietra, ma su di lui

-Ehi Mckinnon, come mai nel mio dormitorio a quest'ora?- chiese Sirius molto confuso portandosi i ricci dietro l'orecchio

-Black torna tra i vivi! Non sei nel tuo dormitorio, ma nella Guferia!- disse con la mano che cercava ancora di trattenere il sangue di cui ormai era zuppa

Il ragazzo più confuso del normale aprì gli occhi lentamente ed effettivamente notò di non essere nel suo dormitorio e collegò tutto ai pensieri della sera prima che gli provocarono un brivido di freddo sulla pelle. Si accorse anche di essere ancora in pigiama e per terra; guardò Marlene e la notò per terra con il sangue che le colava dal naso e si spargeva dappertutto.

-Come mai sanguini?- domandò disinvolto

-Oh sai, stavo camminando tranquillamente e sono inciampata sul tuo maledetto piede- gli rinfacciò

-Non è colpa mia se cammini dove dormo- si difese orgoglioso

-Perché a te sembra normale dormire in una Guferia, beh, se lo trovi normale sappi che sei l'unico che lo fa!- rispose Marlene alzandosi e legando con le mani ancora zuppe di sangue il pacchetto e la lettera alla zampa di un gufo che lasciò volare via

-Non sono l'unico! C'è Ramoso! Cornuto dove sei finito?- disse iniziando a cercare l'amico ma senza alcun risultato

-Adesso hai anche le allucinazioni? Ma un secondo, dove ho lasciato la bacchetta?- chiese cercandola agitata nelle tasche per cercare di aggiustarsi il naso ma niente; perciò uscì velocemente dalla torre con una mano sul naso, lasciando solo il ragazzo disperato alla ricerca del Potter.

-Mckinnon dove vai!- domandò Sirius a vuoto alzandosi e guardando la ragazza andare via.

Si chiese che fine avesse fatto il suo migliore amico che, per quanto si ricordasse, aveva preso sonno al suo fianco; quindi non poteva essere andato così lontano. Iniziò a camminare violentemente per tutta la torre sperando di colpire il ragazzo così da dimostrare di non essere pazzo come diceva la bionda. Verso il lato opposto della torre sotto il suo piede  sentì qualcosa di morbido spiaccicarsi contro il suolo. Dopo un urlo di dolore James, o almeno la sua testa, sbucò dal nulla sul pavimento, mezzo stordito e con gli occhiali storti su naso.

mischief managed|| JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora