21 faide tra amici

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Panico,
solo panico inondava la mente di Lupin ancora immobile mentre tremante guardava Lily correre via.

Il panico era dato dalla paura scandita dal battito cardiaco che accelerava sempre di più. Il cuore sembrava non battere più nel petto ma nella gola secca ed incapace di spiccicare parola. Non sapeva più cosa pensare: Lily aveva sbagliato a seguirli, era colpa sua ed i Malandrini avevano messo in pericolo la loro vita. L'aveva ferita però, le aveva lasciato quel segno indelebile che non sarebbe mai andato via; si sentiva tremendamente in colpa per ciò. Perché poi James non gli aveva detto niente? Dagli altri de lo sarebbe aspettato, ma da lui, il ragazzo che è sempre stato sincero ed ha sempre cercato di proteggerlo. Forse cercava di proteggerlo anche questa volta? Sarebbe stato un bel gesto se solo non si fosse sentito come un bambino a cui non vengono spiegate le cose perché "troppo piccolo". Non sopportava il caos che s'era creato in meno di mezz'ora nella sua testa. Sarebbe voluto correre da Lily che s'allontanava ma qualcosa lo fermava, qualcosa non glielo permetteva.

Rimase li, immobile a pensare, incapace di muovere muscolo. Sarebbe rimasto li per giorni se una goccia fredda di pioggia non fosse caduta, confondendosi tra le lacrime calde. Alzò il viso e notò le nuvole grigie pronte a scaricare acqua sul castello. Prese fiato, raccolse "L'ultimo duello" da per terra e lo chiuse nella borsa dei libri; iniziò a camminare lentamente non curante della pioggia che gli sfiorava il viso, inzuppava i suoi vestiti e appiattiva i suoi capelli castani sulla fronte, faceva contrasto con i ragazzi che correvano con i libri in testa a ripararsi al castello. Avrebbe potuto correre come loro, ma la pioggia non lo infastidiva, lo lasciava pensare senza influire nei suoi pensieri, scivolava sul suo corpo senza toccarlo, senza fargli del male, solo scivolando: non gli avrebbe mentito.

Arrivò in Sala Comune: tantissimi Grifondoro lo guardarono preoccupati ed alcune ragazze del quinto anno gli avevano perfino fatto spazio sulla poltrona davanti al fuoco ma lui non ci fece caso. Aprì la porta del dormitorio maschile e salì le scale fino ad arrivare alla porta di Iroko tutta rovinata con delle incisioni, una in oro con scritto 74 e un'altra fatta palesemente da un taglierino dov'erano incise delle iniziali " RJSP". Ricordava ancora quando al terzo anno era uscito fuori dalla camera con un taglierino ed aveva inciso quello: sperava che, come le sue cicatrici, sarebbero rimaste impresse nella porta per sempre nel ricordo di loro e della loro grande amicizia.

Aveva la mano sulla maniglia esitante sull'abbassarla o meno: sapeva che una volta entrato avrebbe dovuto affrontarli tutti, ma sapeva che sarebbe stato l'unico modo per chiarie il caos nella sua mente. L'aprì lentamente ed entrò: subito una scia di calore lo attraversò. Passò lo sguardo per tutta la stanza: Peter e Sirius erano impegnati in una partita a Gobbiglie mentre James era steso sul letto concentrato ad osservare il vuoto con espressione neutra e gli occhi nocciola volti verso il nulla, Frank non c'era fortunatamente. Appena varcò la soglia abbastanza da esser visto, tutti gli occhi puntarono su di lui che attraversò la stanza senza fiatare fino al suo letto dove vi si sdraiò senza neanche svestirsi dai panni zuppi.

Sirius si alzò subito e lo raggiunse.

-Ehi Rem, come mai fracido?- domandò

Non ricevette risposta perciò si avvio verso James e gli si buttò addosso. Il corvino sembrò risvegliarsi con un urlo dato dallo schianto del suo migliore amico sul suo stomaco.

-Felpato ma ti senti bene?- chiese

-Zitto Ram, guarda Remus è strano- sussurrò al suo orecchio.

James sembrava aver appena realizzato il tutto. Lily glielo aveva sicuramente detto. Si alzò di scatto e si avvicinò al letto del ragazzo.

-Remus....- iniziò tremante

Lupin a quel richiamo si girò. Sapeva che l'amico era veramente preoccupato per lui e sarebbe rimasto li a parlargli finché non avesse risposto. Sarebbe stato l'unico che l'avrebbe rassicurato e avrebbe discusso con fermezza con lui. Sapeva che avrebbe ascoltato ogni suo sfogo e pensiero e avrebbe raccolto ogni sua lacrima se avesse ceduto alla paura. Lo guardò dritto negli occhi nocciola che trasmettevano infinita preoccupazione. Si mise a sedere facendo spazio al Cercatore che si sedette senza spiccicare parola. Quest'ultimo gli sfilò la borsa dei libri ed il giaccone zuppo poi fece comparire delle fiammelle blu che lo riscaldarono mentre lo copriva con la coperta.

mischief managed|| JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora