"Il cane saltò sul lupo mannaro che iniziò ad inseguirlo lasciando Lily sul pavimento"
Continuò a correre sulle due zampe canine che gli davano maggiore agilità. Sapeva di essere seguito da Remus, ma sapeva anche che essendo più piccolo e muovendosi su quattro zampe avrebbe avuto il vantaggio ed il tempo opportuno per permettere James di portare via la Evans. Ce l'avrebbe fatta, l'aveva presa come una delle tante corse che facevano di notte nella Foresta Proibita, sfidandosi e con premio, la servitù da parte dei tre per i due giorni seguenti; ma stavolta c'era qualcosa di più grande in ballo, la vita della Caposcuola, la rivelazione del loro grande segreto e la sicurezza di Remus che non avrebbe mai permesso a nessuno di ferire.
Correva e correva sul legno vecchio e rotto creando strade più articolate che avrebbero impiegato il lupo in un ragionamento che gli avrebbe dato più tempo. Svoltava gli angoli, saliva le scale e cambiava pianerottoli pur di tenerlo più lontano possibile da James. Sentiva i passi pesanti della bestia dietro di lui e ciò riusciva solo a confermare l'affidabilità del suo piano. Arrivò poi nella stanza dove tutto era iniziato, dove presupponeva ci fosse ancora Codaliscia che sperava avrebbe capito la sua situazione e l'avrebbe aiutato. Vi entrò e si posizionò dietro la porta che avrebbe chiuso al suo arrivo impedendogli di tornare al piano di sotto; vide il ratto sulla sedia rotta al lato della stanza e scodinzolò più velocemente, cosa che nei loro segnali sarebbe significato "aiutami".
Il lupo varcò la soglia cercando con lo sguardo teso nella stanza, ma non vedendo niente andò verso la finestra dando possibilità al grande cane nero di chiudere la porta. A quel punto era come trovarsi su un ring di combattimento, loro due pronti a darsele di santa ragione, anche se Sirius lo faceva in verità solo per difesa personale. Il licantropo sentendo il rumore che emise la porta chiudendosi, si voltò verso di lui iniziando a corrervi velocemente in contro con il pelo increspato. Di canto suo il cane rincominciò a correre per tutta la stanza cercando di evitare in tutti i modi lo scontro fisico che avrebbe portato danni sia a lui, sia al Remus del giorno dopo; arrivò però al punto di non poter più correre, poiché la stanza non era ricca d'ampiezza e allora mentre il lupo mannaro si buttava su di lui, si voltò di scatto saltandogli addosso.
Il licantropo agitava le grandi zampe cercando di disarcionarlo, ma non lo lasciava andare; provò a morderlo un paio di volte mancandolo però all'ultimo. Quando poi nella confusione totale tra abbai e squittii di topo, il lupo mannaro tirò fuori gli artigli e ferì la schiena del grande cane, la situazione sembrò peggiorare. Felpato però non sembrava volersi arrendere, infatti con un morso alla coda era riuscito a farlo distrarlo tanto da farlo cadere per terra dove iniziarono a rotolarsi tra ululati e lamenti. Il cane senza l'aiuto del cervo sarebbe riuscito a resistere ancora per poco sotto attacco dell'amico.
Intanto il ratto si era ritirato sul davanzale della vecchia finestra per paura di essere accidentalmente schiacciato nel confitto cercando un modo per interrompere il litigio. Scrutò curioso dalla lastra di vetro ormai rotta e sporca, cercava un qualcosa che avesse potuto distrarli. Inizialmente cercava una risposta sul suolo, ma poi alzò lo sguardo e la vide: perfettamente tonda e luminosa come pochissime cose, la sua luce sembrava poter tranquillizzare qualsiasi incubo e distrarre da ogni pensiero; era quella la risposta. Notò però che era ormai alta alla mezzanotte, infatti non era visibile dalla stanza come dallo spicchio di distanza tra il davanzale e la serranda dove s'era nascosto; così saltò verso il cordone aggrappandosi con i denti e le minute zampette. La serranda si alzò bruscamente facendo trapassare la debole luce lunare che saltò subito agli occhi del licantropo, che si rialzò sulle due zampe avviandosi verso la finestra.Il cane rimase steso per terra ancora dolorante per il graffio che bruciava sotto il pelo.
Il lupo aveva lo sguardo fisso sul corpo celeste che l'attirava come una calamita, come se fosse stata la cosa che più avrebbe desiderato, ma anche l'unica cosa che l'avrebbe per sempre distrutto. Nei suoi occhi ambrati e pieni di ferocia la Luna era riflessa come su uno specchio d'acqua, si poteva travedere ciò che stava succedendo all'interno della sua anima. Un brivido acido scorse ogni cellula del suo corpo facendo irrigidire il pelo grigiastro e abbassare la coda. Poi ululò, un ululo che sarebbe entrato nelle orecchie di tutti gli abitanti del villaggio vicino facendogli credere e presupporre che la casa rotta e rovinata fosse infestata da molteplici spiriti tormentati.
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mischief managed|| Jily
FanfictionUna versione della nascita dell'amore che diede la vita al bambino che è sopravvissuto, un amore che diede la vita per il mondo, un amore che ha impiegato più tempo a nascere che a finire. Un amore così potente da uccidere Lord Voldemort. tratto da...