"La vita di persone adulte" pensò Regulus Black steso sul letto a baldacchino verde. "Chissà come dev'essere". Se la immaginava come un lungo ed in finito loop di situazioni che iniziavano e finivano quando gli occhi si richiudevano. Chissà come se la stava vivendo suo fratello lì fuori, probabilmente era ancora un bambino con responsabilità aggiunte. Se lo immaginava con quei suoi bizzarri panni babbani, i capelli ancora lunghi e con quel suo sorriso snervante che appariva sempre quando si affrontavano argomenti seri a tavola e che portava sempre Walburga a rimproverarlo qualche anno prima. Altra idea s'era fatto invece di Emmeline. Se la immaginava ogni mattina, vestita stravagante con quei suoi ricci neri scombinati e gli occhi blu sempre arzilli, dirigersi verso l'istituto dove studiava cura magica. Gliel'aveva sempre detto, sarebbe voluta diventare una guaritrice specializzata in ferite di creature magiche. Oltre a questo la guerra l'aveva fatta pensare al corso da Auror. "Chissà cosa avrà scelto" si ripeteva ogni tanto il Serpeverde durate la giornata con gli occhi fissi nel vuoto. Pensare a lei era diventato così frequente nel su quotidiano che poteva ancora vederla passare per i corridoi della scuola con la sua divisa rossa o sentire i suoi occhi aprirsi di prima mattina al suo fianco per poi sgattaiolare via al sorgere del sole. Non pensava potesse sentire così tanto la sua mancanza ma da quando aveva messo piede in quella scuola, senza di lei sembrava solo un castello di pietra completamente privo di magia.
La mancanza di Emmeline Vance non era l'unica cosa che riempiva le sue giornate: l'ultimo anno di scuola era definitivamente pesante. Ormai tutte le persone con cui aveva confidenza erano diplomate e stavano cercando d'entrare in quella cerchia, lui e Barty erano rimasti gli unici ad Hogwarts. Non c'erano neanche più molti ragazzini da convincere a passare dal lato di Voldemort, i genitori non li mandavano più. Regulus cercava di tollerare un po' di più le lezioni, i loro compagni immaturi e i professori che li pressavano con la responsabilità. Barty a differenza sua non ci riusciva proprio:
-Perché dobbiamo stare qui Reg?- sussurrava durante l'ora d'incantesimi
-Perché dobbiamo finire gli studi per unirci a loro e lo sai-
-Ma è umiliante rimanere qui mentre gli altri vanno avanti, non credi? Nessuno ci obbliga-
-Si Bart, tuo padre non te lo permetterebbe mai soprattutto perché non sa le tue vere intenzioni. Io sono obbligato da Orion-
Regulus odiava la fretta con cui Barty voleva crescere: era normale, lui aveva finalmente preso una vera decisione mentre lui aveva paura di dover concretizzarla. Si sarebbe unito a Voldemort, era la strada vincente che gli avrebbe garantito un futuro, sarebbe stato protetto e non avrebbe ricoperto un ruolo passivo in guerra. Avrebbe reso fiera la sua famiglia, rispettando i loro ideali e desideri, diventando il figlio amato che Sirius non era mai stato. D'altra parte sapeva che se avesse scelto Voldemort, avrebbe perso Emmeline. Lo sapeva, per quanto buona ed empatica quella ragazza fosse, non gli avrebbe mai perdonato una cosa del genere. Nei momenti di noia immaginava diversi scenari in cui le confessava la sua decisione e ognuno di loro finiva con se stesso da solo con un nodo alla gola. Era così importante quella ragazza dagli occhi blu? Il futuro valeva più di una sola persona ma forse sapeva che lei era più di ciò. Emmeline Vance era un po' la parte razionale della sua psiche, lo faceva pensare, lo mandava in crisi, metteva in dubbio tutti i suoi ragionamenti e mandava all'aria ogni sua certezza. L'unica cosa di cui però era certo era che per qualunque trama avesse seguito la loro storia, finiva sempre con i due che lottavano in due fazioni diverse, l'uno contro l'altro.
Perché i sentimenti dovevano sempre complicare tutto?
Regulus sbuffò. Erano le sette di mattina, a poco avrebbe avuto la colazione ma il suo corpo sembrava più pesante del solito. Si girò nel piumone verde poggiando il viso sul lato fresco del cuscino. Respirò profondamente per fermare la tempesta nella sua testa. Sapeva che non si sarebbe fermata finché non avesse agito. L'unico modo per far tornare il sole era effettivamente portare il sole tra le nuvole. Era la cosa giusta? Chi lo sa, ma almeno gli avrebbe fatto bene. Spalancò per l'ultima volta gli occhi grigi e ancora in pigiama prese un pezzo di pergamena e inzuppò una piuma d'oca nell'inchiostro.
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mischief managed|| Jily
FanficUna versione della nascita dell'amore che diede la vita al bambino che è sopravvissuto, un amore che diede la vita per il mondo, un amore che ha impiegato più tempo a nascere che a finire. Un amore così potente da uccidere Lord Voldemort. tratto da...