Capitolo 2

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Capitolo 2
Profondità e superficie
DANTE

Si prospettava una serata tranquilla, mi dissi sovrappensiero, e non ero mai stato tanto lontano dalla verità.

«Dieci minuti e si inizia», ci avvertì Theo, il tecnico delle luci, passando di sfuggita davanti alla soglia d’entrata del nostro camerino, per poi proseguire la ronda giornaliera e verificare che fosse tutto in ordine prima che scoccasse la mezzanotte. Orario in cui il night club mutava in strip club. Adocchiai l’orologio rotondo, appeso al muro intonacato di nero, masticando un chewing gum per smaltire lo stress pre performance.

Madre de Dios. Le ventitre e quarantacinque.

Gli occhiali da sole, appoggiati sul naso, rendevano il posto ancora più cupo di quanto già non fosse. La stanza mal illuminata, colma di specchi e costumi di scena - appesi ordinatamente alle rispettive grucce - era abbastanza ampia da contenere una decina di persone, ma non abbastanza lampadine, perché solitamente eravamo in cinque a usufruirne, e sguazzavamo nello spazio superfluo.

«Solo dieci minuti?! Ty, ti prego, guadagnane altri dieci!», lo supplicò Bollywood, in ritardo come al solito nei preparativi. Il suo marcato accento indiano strappò una risata a Ken, il recente acquisto nella nostra strana famiglia. Quest’ultimo si denudò della maglia e indossò i panni di uno sbirro - gli stessi che vestivamo tutti - nel giro di una manciata di minuti.

Soffocai un sorriso. Che velocità!

«Samir, smettila di parlare e vestiti», lo avvertì con serietà Thor, il più vecchio del gruppo. La bellezza nordica del mio amico era pari solo a quella dell’attore protagonista dell’omonimo film.

Aprii la bocca per replicare, ma Cupido mi precedette, allacciando il suo braccio destro al mio collo malgrado fossi più alto di lui - una decina di centimetri sicuri: «Vestirci? Ma se ci pagano per fare tutto l’opposto. Dico bene, Dante?», scherzò, mostrando il suo sorriso smagliante e che conquistava spesso e volentieri il cuore della folla.

Mi limitai a scuotere il capo, contagiato dal brio di quel ragazzo. Ci separavano solo un paio d’anni di differenza, eppure riuscivo a percepirli tutti. Del resto non era il tempo a definire la maturità, ma le situazioni che affrontavamo; ed io ero cresciuto decisamente troppo in fretta per godere della stessa spensieratezza.

«Ci pagano per farlo davanti a un pubblico, spiritosello. Vedi una folla urlante qui dentro? No, quindi muoviti», puntualizzò il mio amico.

«Eddai hombre, chi usa la parola spiritosello?!», gli chiesi ironico, ignorando il suo tono spazientito. Aveva compiuto trent’anni da poco, e per un mestiere del genere significava un anno più vicino alla pensione. L’età dei temuti quarant’anni anni.

Liam, il giovane canadese e coetaneo del ragazzo, rise ancora sguagliatamente mentre si avviava fuori dagli spogliatoi assieme a Nico, divertito quanto lui della mia battuta. Del resto perché dei baldi giovani avrebbero dovuto preoccuparsi del tempo che passava?

Era la domanda che tormentava lo sguardo di Alex. Lo adocchiai sospirare sconfortato, guardando malinconico i colleghi allontanarsi: «Sarà meglio seguire Ken e Cupido sul palco», bofonchiò a un certo punto, lasciando cadere l’argomento nel dimenticatoio.

Mi limitai a concedergli una pacca amichevole sulla spalla destra e continuare a masticare in silenzio la gomma americana. Le profondità del mio amico non potevano essere alla portata dei superficiali. Thor era grande e grosso - almeno il doppio di me - ma sotto sotto si dimostrava essere un tenerone sentimentale piuttosto che la personificazione di una divinità norrena.

«Su, su, orsacchiottone, le signore ci aspettano. Non facciamole attendere», lo incoraggiai, accompagnandolo all’uscita.

«Ehi, aspettatemi!», udii in lontananza Bollywood. Ci seguì a ruota un paio di minuti dopo, imprecando in hindi e tastandosi ripetutamente il capo alla ricerca delle lenti scure - che aveva appese al collo.

Scoppiai a ridere, dando ragione a Liam. Era troppo buffo ascoltarlo.

*Angolino dell'Autrice*

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*Angolino dell'Autrice*

L'incontro fra i due si fa attendere... x)

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