DANTE
Cara Joels, un'avvenente americana di classe benestante e privilegiata, aveva gusti decisamente singolari in fatto di amanti.
La perfidia la eccitava, il comando era inebriante e le piaceva essere maltrattata da uomini brutali - o che fingevano d'esserlo -. Ogni due o tre mesi, visitava il Bianco, munita del suo fedele libretto d'assegni a portata di penna, per giocare al Gatto e al Topo con chi le stuzzicasse l'appetito. Una cliente abituale che pagava profumatamente le sue perversioni... ed io non avevo nulla in contrario a riguardo.
Lei, con la sua bellezza di finto candore e luce, recitava la parte della povera sprovveduta e vittima di un carnefice crudele. Io assecondavo i suoi gusti la maggior parte delle volte.
Abbigliata con un tailleur bianco panna, contrastava le tenebre della notte quanto l'iridescenza della luna. L'oscurità del vicolo incombeva sulle nostre figure intrecciate e i pochi lampioni in lontananza, proiettavano un chiarore spettrale sul retro dell'edificio.
Le afferrai la mascella, senza fretta, schiacciando appena la bocca per formarne un cuore distorto, mentre concentravo l'energie sulla messinscena che tanto desiderava, fissandola apatico. Non si poteva compiangere una pessima attrice: «Se devi pregare, fallo in ginocchio.» accennai un pigro sorriso beffardo, immaginando la sua bocca avvolgere il mio membro.
Ad un tratto però, un rumore metallico - alle mie spalle - ci distrasse e ruppe l'atmosfera erotica creatasi. Il nostro gioco perverso cessò all'istante. Quando mi voltai, scorsi qualcuno che non avrei mai voluto incontrare in quel momento.
Avvolta dalla semipenombra, che le fasciava parte del corpo come se fosse stato un vestito, un paio d'occhi blu cielo spiccavano nel buio della sera. Puntati dritti nei miei.
Li avrei riconosciuti fra mille.
Edith?!
Lo sguardo terrorizzato di Cara, si posò su di lei, mutando in un gelido astio. Era una donna di potere dopotutto e non una giovane sventurata.
La lasciai andare e retrocedetti di un passo, allontanandomi dalla mia interlocutrice.
Cara, inaspettatamente, avanzò verso di lei: «Questo è un incontro privato, non voglio spettatori o guardoni presenti che ci spiino. Vattene...» la scacciò via; pronta a sbranarla viva.
Prima che potesse alzare anche solo un dito contro Edith, la bloccai appena in tempo, trattenendola per la spalla sinistra mentre la bella maestrina indietreggiava ancora, spaventata al punto da perdere l'equilibrio e cascare col sedere a terra.
«Mujer, no. Aspetta...» intervenni: «Lei è con me. Scusala, sicuramente la sua intenzione non era quella di arrecarti nessuna offesa.».
Donna.
Cara era pericolosa; possedeva contatti con la mafia americana... e non solo. Le piaceva giocare sporco e godeva nel distruggere le persone con uno schiocco di dita. Edith non avrebbe avuto alcuna speranza contro di lei.
Scosse le spalle, in modo tale che la lasciassi andare, e si volse a fissarmi. Il suo sguardo era severo, venato d'odio, e la postura, rigida. Mi diede i brividi. «Addestra il tuo cucciolo a stare al suo posto.» mi ammonì, scandendo bene ogni parola e mostrando i denti in una smorfia di rabbia: «Altrimenti non sarò una cliente soddisfatta, Ispanico.». La lunga coda bionda svolazzò al vento mentre si allontanava con calma, ticchettando sull'asfalto della strada e ignorando la mia niña bonita, ancora scossa da ciò a cui aveva assistito.
Poco lontano si udirono le ruote di un auto e poi, di nuovo silenzio.
A quel punto, l'aiutai a rialzarsi, offrendole la mano destra e tirandola verso di me. Quando fu in piedi, la strinsi per i fianchi, ma non ero affatto contento.
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Stripper Love | Parte 1
Romance• 𝓘𝓷𝓼𝓽𝓪𝓷𝓽 𝓛𝓸𝓿𝓮. • 𝓢𝓹𝓲𝓬𝔂. • 𝓟𝓸𝓵𝔂𝓪𝓶𝓸𝓻𝔂. • 𝓛𝓖𝓑𝓣𝓠𝓘𝓐+. Parte 1. "«Perché io e te siamo così?!» «Perché non riusciamo ad essere nient'altro che questo, un tentatore e la tentata, sua stessa tentazione, Edith.»" Dante Aleja...