Capitolo 13

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EDITH

Qualcosa era mutato nell’aria e l'attimo idilliaco era passato, spazzato via da un soffio di vento arrivato dalla finestra aperta.

«E tu, Dante... Sei fidanzato?».

La domanda posta, della mia amica, ruppe la strana confidenza creatasi fra noi, gettando un'ombra sul volto del bel spogliarellista. La sua stazza, slanciata e tonica, mi intimidiva; ma mai quanto l'espressione glaciale che rifilò a Noemi. La fissava con sguardo torbido e indecifrabile, come se fosse infastidito dalla sua invadenza inopportuna.

E forse lo era davvero...

Non appariva più splendente e simpatico, quanto piuttosto tenebroso e scostante, un individuo cui stare lontano. Come poteva una persona tanto cortese celere un lato oscuro?

Tutti i presenti, congelati dal nuovo atteggiamento di Dante, rimasero a fissarlo attoniti e lui, con estrema lentezza, spostò l'attenzione su Emy, senza vederla davvero. Gli rivolse la parola con riluttanza: «Perché questo quesito, mi sono perso qualcosa?» chiese, eludendo la risposta.

La mia amica scosse il capo, fingendo un sorriso. Non le garbava il mio ospite ed era alquanto restia a volerlo in casa mia. «Ero solo curiosa sulla vita privata di voi spogliarellisti. Dev'essere difficile trovare qualcuno disposto ad accettare di condividervi ogni notte con un pubblico di vario genere e gruppi di donne urlanti e arrapate dalla vostra presenza... Tutti i presenti hanno intavolato le loro ragioni e mancavi solo tu.» blaterò, alzando le spalle e ostentando un'innocenza che non possedeva.

Le risolvosi un'occhiataccia, mortificata che Dante potesse sentirsi a disagio. Provai ad intervenire, ma lui avanzò di un passo, escludendomi dalla loro conversazione. Che fosse un suo strano tentativo di proteggermi?

O tagliarmi fuori, piuttosto.

«Che fortuna che io sia giunto in tempo per risponderti.» sorrise tagliente. «Sì, lo sono. Loro non hanno alcun problema a condividermi con altri...». Il tono era affilato quanto una lama e grondava d'insulti taciuti.

«Loro?» ripeté Serafina, la migliore amica di mia sorella, confusa da quell'affermazione ed inarcando un sopracciglio scuro.

«Ed ecco che la nostra nuova amicizia è già finita...» borbottò Nico, il giovane brunetto del gruppo.

«Loro, chi?» insistette Micky, aumentando la mia agitazione e ignorando il commento di Cupido.

Ci fu una pausa. Una lunga ed estenuante pausa d'effetto, che dilatò il tempo e lo fermò prima di ascoltare ciò che rovinò l'intera serata.

«I miei tre amanti. Eva, Raissa e Fabian.» rivelò, spiazzando tutti. Me compresa.

Improvvisamente calò un silenzio tombale e dove nessuno osò muovere un dito per diversi istanti.

«Bene, direi che è meglio andare...» enunciò di punto in bianco Ken, pronto a salutare tutti e svignarsela alla svelta dal salone di casa mia.

«No, Liam, resta. Se volete restare fate pure, vado via io...» chiarì il suo collega: «Non mi piace la piega che ha preso la serata, perciò vi lascio ai vostri crucci.» salutò frettolosamente tutte noi con un cenno, imboccando l'uscita e sparendo oltre la porta d'ingresso.

Ancora paralizzata e sconvolta quanto le altre dalle parole udite, non riuscii a fermarlo.

Avrei voluto zittire la curiosità della mia amica e correre appresso al bel ballerino esotico per potergli porgere delle scuse appropriate; ma non lo feci e lui andò via...

Stripper Love | Parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora