Capitolo 52

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EDITH

"Dimmi che sarai il mio
sole ed io ti crederò."

Non mi sento bene

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Non mi sento bene.

Immagini raccapriccianti, di lui con altre donne, si susseguirono nella mia mente, contorcendomi lo stomaco e le budella, sfaldando il cuore e l'anima. Tentavo invano di ingoiare il magone bloccato in gola, un boccone amaro, insaporito al fiele e incastrato nella trachea, soffocandomi nel peggiore dei modi. Calde lacrime rigarono le guance morbide, convergendo sino al mento e lasciando scie lucide lungo il viso. Soffocai il principio di un singhiozzo con la mancina, accasciandomi contro il muro della stanza, la stessa in cui avevamo condiviso molto più della fisicità, e che adesso, vorticava quanto una giostra da sagra, nauseandomi. Era questo che si provava nell'essere delusi dall'amore?

Dentro di me parve esplodere una bomba, e la sensazione che centinaia di formiche camminassero addosso, pizzicandomi la cerne, scatenava convulsioni di pianto isterico. Non mi sentivo bene. Nella testa, il ronzare di uno sciame inferocito, unito al martellante rimbombo, assordava l'udito. Somigliava alle palpitazioni di un cuore... Uno di quelli sul punto di rottura, stremati da un emozione devastante. Non sondai il tempo passato a piangere, tutto perse lucidità e nitidezza in una rapida discesa nell'incoscienza.

***

DANTE

Sarai soddisfatto

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Sarai soddisfatto. Adesso lei non vorrà più vederti e la colpa sarà soltanto tua.

L'avevo avvisata e tentato di fermarla, prima di giungere al punto di non ritorno, malgrado non fosse un mio problema. Mi sono stufato di farle da Balia. Che cresca un poco!

E allora perché ti senti in colpa?

Serrai la mascella, irritato dall'andazzo masochistico e delirante della mia psiche. Il me stesso, che albergava dentro me stesso, non aveva tutti i torti. Proprio per questo era fastidioso; perché lui aveva sempre le sue ragioni. Enunciava la verità con vocina inanime, ridicolizzando i pensieri e instillando il dubbio che fossi uscito fuori di senno. E doveva essere anche vero, in parte... Altrimenti mi sarei goduto la donna a pecorina dinnanzi a me. L'orgia del sabato sera - anche se ormai giungevamo a domenica mattina - era l'evento più atteso di tutta Wellcum. Ed io non lo stavo apprezzando come avrei voluto.

Colpa della maestrina del cazzo.

Sua, sicuro...?

Scossi il capo, schiarendomi le idee, mentre Cara Joels mi accarezzava l'addome tonico. «Non sembri in gran forma? Che succede, adesso ti piace scopare con una sola persona?» mi derise, oscillando la lunga chioma bionda quando si allontanò dal sofà. Il ghigno mellifluo che mi dedicò, fu da brivido.

Stanco di quella messa in scena erotica, la seguii, ignorando le lamentele - qualcun'altro avrebbe preso volentieri il mio posto -, intanto che ci allontanavamo dall'ammucchiata. La fulminai con lo sguardo: «Era il tuo piano fin dall'inizio, vero?» l'accusai con malcelato nervosismo. «Giocare coi sentimenti altrui... Sei spregevole, Cara.». Detestavo l'umana concezione che fossimo tutti manipolabili.

«No, era il tuo. L'unico scopo che agognavo era solo darle una lezione. Ho limitato i danni enunciando l'ordine, al contrario di te. Perché l'ardire di condurla qui, è stata causa tua.» rispose con sarcasmo, alzando le spalle con finta innocenza. Niente a che vedere con il genuino atteggiamento di Edith...

«Non volevo farlo. Ha insistito lei...» tentai di spiegare, ma persino alle mie orecchie suonava solo una giustificazione inutile.

«Palle. Tutte scuse, le tue. È così che sopravvivi, mentendo a te stesso, Ispanico?» rise divertita del mio turbamento. Passeggiarle accanto non si rivelò appagante. «Comunque non ha alcuna importanza. Non l'ho certo drogata per averti tutto per me, le tue turbe mentali le lascio volentieri al tuo cucciolo.» aggiunse, ghiacciando il sangue nelle vene.

Mi bloccai. Improvvisamente il mondo smise di roteare su sé stesso e attorno al sole; tutto divenne immobile, freddo e buio. Cessai persino di respirare: «Tu, cosa...?» esalai piano, accennando la domanda, incapace di connettere e apprenderne il significato.

«Rilassati, ho acquistato dosi di qualità. Il caro angioletto sarà nel mondo dei sogni con tutti i sonniferi rifilati nel té e al prosecco che... Dove te ne vai, ora?!». Non la stavo più ascoltando.

***

Assumere medicinali tanto potenti, senza prescrizione medica, poteva rivelarsi letale...

«EDITH!» urlai, precipitandomi lungo il corridoio. Impanicato, mi fiondai nella camera da letto numero 3, trovandola con orrore accasciata sul pavimento. A quel punto si fermò anche il cuore, preda dell'angoscia. Come avevo potuto permettere che le fosse fatto del male con tanta facilità?! Come avevo potuto essere tanto ingenuo?!

L'ingenuità era pericolosa...

«Dante, che accidenti ti prende?! Ci sei passato davanti senza nemmeno no...» accorsero alle mie spalle Nico e Liam, urtandomi involontariamente, quest'ultimo pronto a chiedere spiegazioni del mio panico, ma quando scorsero anche loro l'esile figura a terra, piombarono su di lei.

«Cazzo, Edith, mi senti?! Edith?!» la scosse Cupido, livido quanto lei di terrore. «N-Non... Non si muove...» balbettò, provando a scuoterla ancora: «Bisogna chiamare aiuto!».

Non si muove.

«Respira appena, di questo passo cesserà di farlo! Cosa è successo?!» riprese Ken, impaurito, donandole il soccorso che meritava. Io al contrario non riuscii ad avanzare oltre la soglia.

Cesserà di respirare.

Con lo sguardo vacuo e assente, impietrito dalla scena, cessai d'esistere nel preciso momento in cui notai il suo volto rigato di lacrime. Qualcosa si infranse dentro di me. Qualcosa che non credevo avrei più riprovato. Un dolore acuto, che mi trafisse la testa e il petto.

La mia niña hermosa...

*Angolino dell'Autrice*

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*Angolino dell'Autrice*

Raga, oltre a questo capitolo, c'è anche l'epilogo di questa prima parte. Scorrete ancora <3

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Stripper Love | Parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora