Capitolo 4

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Capitolo 4
Spesso

DANTE

"Dai al pubblico ciò che vogliono e ti ameranno. Togli loro ciò che
amano e si struggeranno
per riaverlo."

Le luci stroboscopiche del locale schiarivano e oscuravano il pubblico prettamente femminile - e in visibilio - al di sotto del palco. Ammucchiati in diversi gruppi sparsi per la sala, grida di incitamento, ed entusiasmo, si levavano ad ogni angolo. Una massa omogenea e febbricitante di ferormoni e dopamina, l'ormone dell'euforia, pronta a spolparci fino all'osso.

Baby, i can make that pussy rain, often.

Tesoro, posso far bagnare quella figa, spesso.

Sorrisi traducendo il suono delle parole cantate, conducendo con sicurezza i ragazzi alle mie spalle, felini e sinuosi nelle movenze quanto dinamici nei passi di ballo. Condurre era una responsabilità; ballare, la mia passione più grande.

Often, often, girl, I do this often”.

Spesso, spesso, ragazza, lo faccio spesso.

La seconda più grande. Sorrisi di nuovo di quei pensieri indecenti.

Al ritornello, strattonammo tutti all’unisono la camicia a strappo, rimanendo a torso nudo e scatenando in questo modo la gioia della folla. Tutte, assorbite dalla performance in atto, e dalla nostra prestanza fisica, avevano gli occhi puntati su di noi. Tutte eccetto una timida anima pia.

Make that pussy pop and do it how i want it”.

Faccio scoppiare quella figa e lo faccio come voglio.

Incuriosito da lei, stabilii che mi sarei diretto al suo tavolo e l’avrei puntata come un predatore con la sua preda.

Ogni spettacolo finiva nel scegliere qualche cliente privilegiata come partner di ballo improvvisata. Le donne - e a volte qualche uomo - lo adoravano e attendevano il fatidico momento con trepidante speranza.

Dai al pubblico quel che vogliono e ti ameranno. Togli loro ciò che amano e si struggeranno per riaverlo”, ricordai il consiglio di un vecchio amico.

Often, often, girl, I do this often.

Spesso, spesso, ragazza, lo faccio spesso.

Saltai dal palco come se fossi stato una rock star e compii un paio di falcate per raggiungere il quartetto di cui lei faceva parte. Andavo a tempo, seguendo lo scalpiccio dei miei stivali con la musica in sottofondo.

La ragazza era minuta, forse troppo giovane per trovarsi in un luogo simile; ai miei occhi parve una bambina. Qué hermosa niña.

Often”.

Spesso.

Col finto berretto d’ordinanza, diadema, tirato sul capo a celare lo sguardo, mi incamminai verso l’esile figura. Più mi avvicinavo e maggiori dettagli scorgevo della giovane, intenta a rivolgere le sue attenzioni a qualcuno che non era uno di noi cinque. Se ne stava rannicchiata sulla sedia, a capo chino e imbarazzata. Molto imbarazzata.

Non era una cliente abituale.

Una cascata di capelli scuri le copriva solo parte del volto, ed era appiccicata a quella che doveva essere una sua amica, il ritratto della depressione.

Ma che allegria quelle due.


Sembrava incollata al suo posto, e l’esperienza insegnava che non sarei riuscito a smuoverla nemmeno in ginocchio, a quella. Quando provavano vergogna, le ragazze si pietrificavano. Ed escogitai un modo alternativo, per così dire.

A mali estremi...


Prima che potesse intuire cosa stesse per succederle, afferrai saldamente lo schienale della sedia su cui era seduta e lo sollevai con una facilità estrema. Spaventata da ciò, lei sgranò lo sguardo, fissandomi sconcertata e arpionando, rigida, la sedia su cui era ancora accovacciata.

Estremi rimedi.


Ritornai agilmente sul palco mentre i miei colleghi mi imitarono, accompagnati anche loro da una o due persone - ben propense a seguirli; avendo quindi un totale di otto clienti a nostra disposizione.

Mi chinai e sfilai il cappello, adornando la testa della timidona con quello. Possedeva un forte profumo di fragole e sapone; una fragranza che stonava coi profumi e le ciprie da trucco delle solite frequentatrici.

Andando a tempo, e sincronizzando i movimenti con gli altri, dalla tasca posteriore della finta divisa poliziesca estraemmo all’uniso un cappuccio bianco. Lo indossai mentre Cupido dava inizio al gioco: «Abbiamo trovato le nostre secondine. Chi di voi è pronta a giocare?», chiese con entusiasmo, rivolgendosi a tutti e a nessuno in particolare.

La gioia della folla scalpitante fu una risposta più che esaustiva che inorgoglì tutti noi. Meno lei.

Tornai a guardare la bella niña: «E tu, sei pronta?», le domandai vagamente divertito dal suo turbamento. C’era più gusto a sconvolgere le puritane cresciute nella bambagia con innocenti peccati d’infanzia. Guardie e Ladri non sarà più la stessa cosa per lei.


*Angolino dell'Autrice*

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*Angolino dell'Autrice*

Bella Raga, come andiamo? Sé trovate qualche imprecisione, segnalatelo pure nei commenti, non mi offendo mica^^' sono qui per migliorare, non mi credo il nuovo talento del secolo ahahahah e poi detesto revisionare, mi sfugge sempre qualcosa -.-

Ad ogni modo, come citato ieri su Instagram, ho delineato storia e finale x) e ho in mente grandi progetti...

Persona X: "Ma Emma, lo dici tutte le volte!"

Sì, perché ho grandi progetti in generale xD.

Il mio Instagram è: autricenotturna, non potete sbagliare. Yo.

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