Capitolo 41

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EDITH

Un giorno L'ingenuità
conobbe il Dolore e con
esso divenne Esperienza.

Un giorno L'ingenuità conobbe il Dolore e con esso divenne Esperienza

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...Tum tum...

...Tum tum...

...Tum tum...

Il cuore di Dante palpitava con fervore, parlando al mio in una lingua astratta, formata da tumulti ritmetici e sincronizzati. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, cercandovi asilo. Indolenzita e stanca, mi godevo l'abbraccio del giovane spogliarellista. Accoccolata a lui, dopo aver condiviso l'orgasmo e la doccia, mi beavo delle sue attenzioni e della deliziosa fisicità del suo corpo, accostato al mio. Ne esploravo ogni peculiarità con dita leggere, distrattamente, solleticandogli l'incarnato caffelatte, restituendogli il favore.

E così era questo il sesso... Adesso capivo perché creava dipendenza.

Per un lungo e perfetto attimo, dimenticai il mondo, il cielo e persino l'intera galassia. Smarrii ogni dispiacere e raziocinio, beandomi di lui.

Il mio Sole.

Il mondo però si ricordava di noi, con le sue ombre opprimenti e onnipresenti. Il cielo immobile, dalle tonalità violacee, restava giudice silente delle nostre azioni, e la galassia, ignara di noi, continuava un'esistenza priva di qualsiasi responsabilità, separando il sole e la luna. Il nostro non era altro se non un piccolo universo, all'interno di altri e infiniti spazi. «Presto sarà buio e la realtà calerà con la notte.». Angosciata, mi strinse più forte e il suo battito cardiaco accelerò, spaventato. Mi scostai da sopra il torace e lo guardai dritto negli occhi, scrutandone i fondali bruni, appartenenti alle iridi diaspro. Proprio come lui, anch'io avevo paura. Paura delle conseguenze, del giudizio, e di quello che sarebbe successo di lì a poco. Sapevo bene che il tempo trascorso insieme era stato rubato ad una realtà crudele. Una realtà che ci divideva, perché proprio come la luna e il sole, che condividevano lo stesso cielo, ma non lo stesso tempo, non potevamo che essere distanti. Distanti da tutto quello che avremmo voluto essere insieme.

Però...

«Abbiamo ancora un paio d'ore.» bisbigliò piano, confortandomi fra le sue braccia. La bocca ad un soffio dalla mia e il sesso ancora duro fra i nostri corpi.

«Vorrei che durassero per sempre...» gli confidai a mia volta, accarezzandogli lo zigomo sinistro e studiando i lineamenti del viso con mal celato interesse. Più lo guardavo e più mi perdevo nei dettagli che spesso passavano inosservati. Quante volte scrutiamo, ma non osserviamo con attenzione? E quante di queste, ricordiamo?

«Non esiste il "Per sempre"» rispose rammaricato, cullato dal tocco e dal suono della mia voce.

Distolsi lo sguardo, interrompendo la carezza: «Allora questo è molto triste.» costatai, flebile.

Lui, con tutta la cura possibile, mi sollevò il mento con un dito, in modo tale che potessi fissarlo di nuovo negli occhi: «Sì, mi niña hermosa, lo è.» e mi baciò con impeto.

Non esisteva l'eternità, il "Per sempre", ma quel momento sarebbe rimasto nostro, e nostro soltanto, fino alla fine.

***

La penombra appesantiva l'aria, rendendo difficoltosa la respirazione. O forse era l'emozione, a farlo: «Adesso cosa farai?» pigolai appena, con tono tenorile e timido. Rannicchiata alle sponde del letto, e avvolta dal lenzuolo, osservavo Dante rivestirsi con tutta calma.

Egli mostrava la schiena e l'espressione mi era completamente oscura. «Indosserò le mie maschere... E praticherò quello che mi riesce meglio per guadagnarmi da vivere.» udii la risposta.

Avrei dovuto mordermi la lingua, chiudere la conversazione e lasciarlo andare via, ma fu più forte di me: «E ti rende felice?» rinnovai.

«Mi rende libero.» tagliò corto lui.

Corrugai le sopracciglia, confusa: «Da cosa?».

A quel punto, si voltò di trequarti, scoccandomi un'occhiataccia: «Edith...». Pronunciò il mio nome come se fosse stato un ammonimento, ma io ero cocciuta e proseguii il mio discorso.

«No, non voglio discutere, ma almeno spiegami. Libero da cosa?!» chiesi con insistenza ed estorcendogli la verità.

«Da questo! Libero da legami, emozioni, problemi, sentimenti che fanno sentire uno schifo! Tu sei felice?» domandò a sua volta, cominciando ad infervorarsi.

Avrei dovuto stare zitta.

Mi strinsi le ginocchia al petto, mentre lui mi osservava con astio, infastidito dalla mia malsana curiosità: «Come?».

«Rispondi. Pongo la stessa domanda idiota a te. Tu sei felice?» proseguì, ponendomi uno specchio metaforico davanti. Io ero felice della mia vita?

Il mio tirocinio si era concluso in un disastro. Avevo deluso mia sorella, l'unica persona che stimavo ed ero innamorata di un eterno bambino che per vivere si prostituiva e denudava davanti ad un pubblico pagante. No, decisamente non ero felice...

«Non è la mia felicità quella messa in discussione.» mi difesi, provando ad imporre la mia volontà.

«E perché dev'essere la mia?» si difese.

«Perché sto provando a comprenderti! Perché voglio fare uno sforzo e provare a entrare nel tuo cuore...» confessai apertamente, esponendo ancora una volta ciò che provavo e denudandomi del mio orgoglio.

«Ed è questo il tuo problema. Il problema di tutti. Non scegli tu se entrarci o meno, ma a prescindere da questo, io sono stato più vero in quel bagno, con te, che in sette anni della mia vita. Non ti basta?»

«A nessuno basterebbe! Perché mi tieni a distanza in questo modo?» sbottai.

«Perché, perché, perché... Per te deve sempre esserci una spiegazione a tutto? È in questo modo e basta. Te l'ho detto: sono fatto così.» ripeté, scandendo le parole come se stesse parlando ad un bambino.

«E tu pretendi che a me stia bene?!». Il suo atteggiamento mi feriva, ma mai quanto quello che rispose in seguito.

«Non voglio proprio un bel niente da te, maestrina del cazzo. Se non lo è, quella è la porta.».

*Angolino dell'Autrice*

Raga, che nervoso quando il mio fidanzato ed io litighiamo, e lui se ne esce con questa frase del caz*o, che mi distrugge mente e cuore. Però, come ha detto Dante, "Il problema di tutti" è imporre il nostri sentimenti verso di loro, il nostro farci accettare alle nostre condizioni. Il punto è, che anche lui lo fa, involontariamente, certo, ma così nessuno dei due compie un passo avanti verso l'altro... Ecco perché La luna e il sole.

Il prossimo capitolo, sarà peggiore di questo... Ma passiamo ad argomenti più allegri... altrimenti piango come una bambina... OGGI È IL COMPLEANNO DEL MIO MOROSETTO E QUINDI È ANCHE IL COMPLEANNO DI DANTE <3

AUGURI DANTE <3 (tecnicamente nella storia siamo a inizio Aprile, Dante ha compiuto 25 anni il 3 Febbraio mentre Edith, 20, il 3 Marzo - il mio di compleanno, sì, lo so, assurdo xD -).

Stripper Love | Parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora