Capitolo 8

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Capitolo 8
Sedurre un uomo

DANTE

Edith. Non era un nome italiano.

Osservai le tenebre spolverate di stelle, perso fra i brillii immortali e il buio dell’ignoto. Il frastuono generale divenne quasi un piacevole sottofondo alle parole di Thor, che ascoltai a malapena: «E se fosse un atto terroristico?». Come tutti, Al temeva il peggio. Dopo la strage che avvenne l’undici settembre, e gli atti terroristici dell’Isis, nessuno si sentiva realmente intoccabile nelle metropoli affollate.

«Ho provato a chiamare i pompieri, ma le linee telefoniche sono tutte intasate», aggiunse Bollywood, agitato.

«Allora contatta la polizia, qualcuno dovrà sapere cosa sta succedendo», gli rispose Ken, alquanto preoccupato. Mi porse una camicia spiegazzata per coprirmi dal bacio gelido della notte, pronto a rendersi utile.

Era l’una del mattino. Insolitamente presto per noi. Fermi, accanto all’ultima uscita di emergenza, sul retro del night club, e circondati dall’oscurità, ragionavamo sul da farsi - i miei colleghi per lo meno ci provavano. «Calmiamoci tutti. Sarebbe logico raggiungere le auto e tornare a casa finché la situazione non si normalizza», rinnovò Alex. Io dissentii.

«No, semafori e lampioni sono fuori uso, le strade saranno tutte intasate. È meglio rientrare dentro e aspettare che le acque si calmin...», non riuscii a concludere il discorso che un esile corpicino mi venne addosso, sbilanciato da qualcuno alle sue spalle.

«Scusi», pigolò appena, ma io riconobbi all’istante quella voce armoniosa - e il fatto che più nessuno usasse dare del “Lei” a qualcuno, eccetto lei.

Edith.

«Oh, guardate, è la timidona che giocava con Dante prima che saltasse la corrente!», se ne uscì fuori improvvisamente Nico, destabilizzando i miei pensieri.

Afferrai il cellulare di quest’ultimo, illuminando parte del suo volto e trovandovi l’azzurro del cielo quando d’estate non c’erano nubi a ricambiare il mio sguardo esterrefatto.

«Dove ve ne state andando, bellezze?», placò il quartetto Liam.

La più alta fra loro, ticchettò sull’asfalto della via un paio di volte prima di rispondergli: «Alla macchina, almeno ci proviamo, ma nuotare fra i corpi di tutte queste donne impaurite è a dir poco impossibile».

«Noi abbiamo deciso di attendere un paio d’ore, almeno finché non sarà più sicuro tornare a casa», aggiunse Cupido.

«Non sarebbe una brutta idea restare e aspettare che la maggior parte delle persone vada via», propose una donna che somigliava a Edith.

«Possiamo tenerci compagnia se vi va? Sappiamo fare anche conversazione oltre che spogliarci a ritmo di musica», sorrise Samir alla ragazza triste.

Non riuscii a staccare gli occhi dall’esile figura della mia finta poliziotta, ma se avessi avuto più forza di volontà, li avrei stralunati. Delicatissimo come sempre, Bollywood.

***

«Allora, pupe, cosa volete bere di buono?», si improvvisò barman il giovane Liam mentre tutti noi sedevano al bancone alcolici.

Qualche luce di emergenza portatile, era stata posta in diversi punti strategici della sala, donando un’atmosfera intima e romantica.

«Ma chi dice più Pupe, Ken?», lo schernii, accomodandomi al fianco di Edith.

«Imitavo Alex», si lagnò.

«Ah, ah, ah. Davvero simpatico», intervenne quest'ultimo, strappandomi un sorriso silenzioso.

«Un giro di Cosmopolitan per tutti, allora», offrì la donna alta.

«Oh no, per me no. È possibile avere un tè freddo, magari al limone, per favore?», le labbra si resero in un sorriso nervoso: «Ho provato a ordinarlo, ma la cameriera è scappata».

«Cosa?!».

«Colpa mia», alzò la mancina la stangona.

«Di nuovo, cosa?!».

«Dalle quello che vuole, Ken», lo redarguii: «E il suo Cosmopolitan dallo a me, grazie».

«Allora ragazze, cosa vi porta qui?» domandò Nico, adocchiando anche lui la niña hermosa.

«Vedete, qui, la nostra triste amica, Noemi, è in pausa dal suo ragazzo. Il perché è semplice. Lui è coglione e noi, povere sventurate, volevamo regalarle una magica serata», argomentò la donna al fianco della musona.

«Qualcosa di magico è successo», bofonchiò Thor.

Altroché...

Guardai Edith e preso dalla curiosità, mi avvicinai per sussurrarle una domanda: «E tu, tu cosa ci fai in un posto simile? Si vede che non ti trovi a proprio agio, qui».

Lei arrossì, puntando gli occhi sul bancone prima di parlare, ricercandole con cura: «Io... Io non volevo guastare la festa alle altre, suppongo. Emy, di fatto, stava molto male e non volevo essere egoista nel vietarle questa serata». Sembrava nervosa quando l’ero accanto.

«Ma non ti piace essere qui», aggiunsi al posto suo.

«N-No, in fondo sei stato gentile a scegliermi», sorrise appena.

«Non dirlo neanche, eri l’unica che fosse riuscita ad attirare la mia attenzione», ammicai, ricambiando il sorriso.

«È stato così facile?», chiese, e solo a quel punto mi guardò, prendendomi in contropiede. Notando il mio sbigottimento, proseguì: «Attirare la tua attenzione è stato tanto semplice? Non ho fatto nulla per riceverla».

A quel punto compresi, e atteggiandomi come se volessi confessarlo un segreto, le bisbigliai: «Sedurre un uomo è semplice; ma una donna? Riusciresti a conquistare una donna, Edith?».

A quel punto compresi, e atteggiandomi come se volessi confessarlo un segreto, le bisbigliai: «Sedurre un uomo è semplice; ma una donna? Riusciresti a conquistare una donna, Edith?»

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*Angolino dell'Autrice*

Finalmente s'intravede uno dei temi che porterò su questa storia. La sfida, i giochi di seduzione e soprattutto le avversità che possono essere di varia natura x) cosa si può sopportare per amore?

Ovviamente non è il tema centrale, ma è buona parte della storia <3 curiose? X)

-Mappetta dei nomi per chi li avesse scordati:

Bollywood: Samir

Thor: Alex

Ken: Liam

Cupido: Niko

Stripper Love | Parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora