EDITH
«E tu, a quel punto?!» domandò Fifì, fissandomi alienata e con attacchi di ridarella incostanti.
La sua presenza mi pressava. Era molto, troppo vicina, ed il profumo dolciastro di Roma Biagiotti, appestava l'aria che respiravo con difficoltà.
Ma a quel punto cosa? COSA?! Cosa avrei mai potuto fare??
L'impressione che la mattinata si trascinasse lenta, non migliorava affatto il mio umore...
Mi strinsi nelle spalle sempre più in imbarazzo, rossa dalla vergogna: «Ho ricambiato le presentazioni e poi ho tagliato la corda...» pigolai, distogliendo lo sguardo e puntandolo sul cartello pubblicitario dell'estetista in cui eravamo entrate.
A quel punto Serafina scoppiò a ridere: «Tesoro, la tua vita è migliore di una telenovela. Il tuo primo bacio è finito malissimo.» commentò fra una risata e l'altra, nella piccola sala d'attesa, attirando in questo modo occhiatacce e attenzioni indesiderate.
Il secondo.
«Ragazze, per cortesia, non disturbate chi aspetta. Volete stendervi sui lettini o non la volete fare questa ceretta?!» borbottò spazientita Noemi, indicandoci le stanze apposite. Lo studio estetico, dalle pareti rosa confetto, era senz'altro migliore di qualsiasi altro confessionale esistente; il luogo ideale per conservare il chiacchiericcio femminile. Qualsiasi donna, giovane o vecchia, incominciava a rivelare i propri segreti dopo essersi rasata l'inguine.
«Hai ragione, scusaci Emy, ma dovresti proprio sentire le avventure imbarazzanti di Edith con gli uomini...» mi derise affettuosamente la donna accanto a me, ammiccando nei miei confronti e cingendomi le spalle col braccio destro.
La mia amica, nell'osservarci, alzò gli occhi al cielo, con l'aria di chi ne sapeva una più del diavolo: «So già tutto... E aspetta di ascoltare la fine prima di ridere. Allora sì che potrai sganasciarti dalle risate.» esalò esasperata, sparendo all'interno della stanza delle torture... La sala della cera calda.
«Oddio... C'è dell'altro?!» mi travolse Serafina, ritornando a scrutarmi attentamente.
Abbassai il capo, timida difronte all'enfasi della mia interlocutrice. Un generale militare alle prese con l'interrogatorio sarebbe stato apprezzato maggiormente.
«Mi ha invitata ad uscire ancora. Stasera lo rivedo al Bianco.» mormorai infine.
«EDITH, MUOVITI. NON HO TUTTO IL GIORNO!» mi sgridò a quel punto Noemi, abbigliata come se fosse stata un'infermiera, da dentro la stanza e pronta ad iniziare il turno. Mi affrettai a raggiungerla e chiusi la porta, ponendo una barriera fra gli altri e noi.
Semidistesa sul lettino, alias barella da morto, guardai il pentolino di cera calda con un certo scetticismo. Odiavo ‘la tortura’ a cui mi sottoponevo volontariamente per radere i peli superflui del mio corpo, ma più di questo, detestavo lo sguardo di biasimo di Noemi mentre applicava la pasta appiccicosa sulle mie cosce. Il colore del miele, illudeva gli ignari.
«È stata una pessima idea accettare l'invito di quel spogliarellista... Potrebbe essere un pazzo, o peggio.» mi redarguì piccata la mia amica, enfatizzando il discorso. I capelli, vaporosi, oscillavano ad ogni suo movimento.
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Stripper Love | Parte 1
Romance• 𝓘𝓷𝓼𝓽𝓪𝓷𝓽 𝓛𝓸𝓿𝓮. • 𝓢𝓹𝓲𝓬𝔂. • 𝓟𝓸𝓵𝔂𝓪𝓶𝓸𝓻𝔂. • 𝓛𝓖𝓑𝓣𝓠𝓘𝓐+. Parte 1. "«Perché io e te siamo così?!» «Perché non riusciamo ad essere nient'altro che questo, un tentatore e la tentata, sua stessa tentazione, Edith.»" Dante Aleja...