Capitolo 7

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Capitolo 7
E adesso?

EDITH

L’oscurità regnò sovrana, accecandoci tutti col suo manto di tenebra impalpabile.

Impietrita dalla paura, mi raggelai in groppa al giovane ballerino esotico, mentre un lamento di delusione univoco si levò alle spalle. La mia audacia svanì nell’istante stesso in cui la luce venne meno. E adesso cosa succede?!

L’ansia, fagocitata dalla situazione inverosimile che stavo vivendo, mi gettò nel panico più totale. Micol. Devo tornare da mia sorella!

«Ti prego, non agitarti... altrimenti me lo farai diventare duro», esalò a fatica lo spogliarellista sotto di me.

Che non è un vero poliziotto, scema che non sei... Aspetta, duro che cosa?!

La sua voce ebbe l’effetto del cioccolato caldo quando lo si sorseggia in una giornata uggiosa d’inverno, ma il significato di quelle parole erano fiamme ustionanti su tutta la faccia. Avvampai, provando a smontare dal suo grembo. Fu alquanto difficoltoso farlo nell’oscurità perenne, e senza lumi di emergenza disponibili. «Scusi», mormorai, percependo spostamenti d’aria attorno a noi - dovuti ai movimenti fluidi degli altri giocatori.

«No, non muoverti. Rischi di farti male se non guardi dove metti i piedi», mi avvertì lui. Il tono giocoso di prima era sparito.

Effettivamente siamo sopra ad un palco. Micky dovrà aspettare.

«Non vorrei pesare troppo addosso», mi giustificai alquanto a disagio. Il buio totale rendeva segreti inconfessabili i nostri bisbigli di conoscenza.

Che guaio. Era difficile non spalmarsi sul suo addome quando non si vedeva nulla.

«Dillo di nuovo...», rispose dopo una lunga pausa, sorprendendomi.

«Come?». Era una situazione assurda, ma il ripetersi, avrebbe reso il tutto anche più comico.

Lui ammanettato e io sopra il suo corpo. L’inizio di una barzelletta da raccontare ai pranzi di Natale.

«Parlami, hai una bella voce. Dimmi qualcosa, il tuo nome, per esempio», spiegò, divertito dalla mia timidezza.

In una situazione del genere?! «Le sembra il caso?», domandai di getto.

Lui soffocò un’altra risata: «Perché, devi forse andare da qualche parte, adesso?».

Ringraziai mentalmente che non potesse vedere il rossore tingermi le guance quando mi presentai: «E-Edith. Mi chiamo Edith». Fu strano, ma piacevole conversare assieme a... «E lei?», aggiunsi, inumidendo le labbra con la lingua.

Lo udii ridacchiare virilmente prima che parlasse ancora: «Mi dai del “Lei”? Il pubblico lo urlava a gran voce prima che saltasse la corrente».

Dante.

Una torcia portatile, a disposizione per emergenza, schiarì il palco e parte della folla, e un tecnico di mezz’età comparve da dietro il sipario: «Signori, vi devo chiedere la massima calma mentre vi scortiamo fuori da questo posto per un guasto elettrico riguardante l’intero isolato».

CHE COSA?!

***

La risata di Serafina rimbombava ancora nelle mie orecchie: «Oddio, non ci credo. Edith: fa qualcosa di intrepido e tutta la città si blocca!». Aveva le lacrime agli occhi per la troppa ilarità ed enfasi usata. Persino Noemi sorrideva.

Raggruppate fuori dal locale, assieme al pubblico restante, avevamo scoperto che il blackout non solo riguardava il quartiere, ma addirittura l’intera città.

Sempre più assurda questa serata, ma almeno in questo modo si possono vedere le stelle. Alzai il capo verso l’alto, perdendomi nel fissare la trapunta sfavillante. Uno spettacolo irripetibile e che non avevo mai visto in maniera tanto vivida. Sorrisi al cielo. Forse non era una serata da buttare nel dimenticatoio. Chissà se anche Dante le sta guardando?

Dopo l’annuncio, eravamo stati divisi, e io, finalmente libera, avevo raggiunto il mio trio. Sperai di notarlo fra la folla accalcata in strada, almeno per ringraziarlo della pazienza, ma dubitai che sarei riuscita nell’intento. C’erano ancora troppe persone ammassate in zona. Lui non mi noterà una seconda volta.

«Terra chiama Ida. Terra chiama Ida. Edith, rispondi, passo.», recitò mia sorella, ridestandomi dai miei pensieri. «Eri distratta», spiegò, facendo spallucce. Un modo carino per ricordarmi che non avrei dovuto estraniarmi.

«Ragazze, adesso che facciamo?» aggiunse la mia amica, stringendosi le braccia al seno, tirando su col naso un’ultima volta.

Già... E adesso?

*Angolino dell'Autrice*

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*Angolino dell'Autrice*

Situazione assurda per non dire impossibile, vero? E invece no. Nel 2003 tutto il Nord Italia subì un blackout generale per diverse ore. Io c'ero xD

E voi, avete mai vissuto una situazione assurda?

P.s

Ma quanto bella è Edith che pensa a Dante? 😍

Stripper Love | Parte 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora