EDITH
"In un mondo fasullo, artefatto alla menzogna, tutto ciò che resta, di vero, non è altro che l'amore."
Lewis Carroll scrisse: "...Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti..." ed io mi chiesi se non fosse questa la noiosa routine che citasse nella storia de: Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie. Wellcum e Wanderland avevano molto in comune - iniziale a parte -, stramberie e vicissitudini varie, ed entrambe stimolavano la fantasia degli individui inoltratisi ad esplorarla. Perché, se avevo appreso qualcosa, studiando la fisicità di un uomo, era che l'inventiva stimolava e arricchiva il sesso. Il godimento dell'altro era il proprio. Per questo, la ricerca del piacere, che elevava l'essere umano ad una dimensione di estasi sensoriale fuori da ogni tempo e spazio, convenni ritenerla una forma d'arte. La felicità e l'appagamento dissolvevano costrizioni e stress, rendendo liberi dagli obblighi oppressi e trasformando persone comuni ad artisti. In quanto tale, la mia prima esperienza si era rivelata essere la stessa di quella d'una spettatrice sensibile, piacevole e dolorosa allo stesso tempo, soggetta alla Sindrome di Stendhal: un'affezione psicosomatica che provocava tachicardia, capogiri, vertigini, confusione...
E allucinazioni.
I miei sensi, alterati e falsati, dovuto forse alla situazione singolare e al miscuglio di sentimenti impetuosi, mi mentivano. Alzai il volto, spaesata, osservando la figura del diavolo femmineo incombere su di noi, dietro Dante e fendere la penombra. Cara Joels, più di tutti, sembrava compiaciuta dal teatrino allestito, invitandomi a proseguire la performance, sulle ginocchia, rovesciando il suo bicchiere di prosecco oltre la spalla della mia controparte e imbevendomene le labbra. Il sapore dell'alcol, amarognolo, donava un retrogusto amarostico all'evento. Che fosse tutto un ambiguo sogno?
No, non lo era... Il dolore fisico, della prima volta, aveva assunto un ruolo marginale rispetto al sentimento protagonistico che possedevo nel cuore per l'avvenente spogliarellista, ma adesso, tornati alla crudele realtà, adocchiavo il pubblico che ci circondava, travestiti delle loro perversioni peggiori, con una certa inquietudine addosso. La maggior parte di loro, cozzaglie umane spogliati di perbenismo, indossava esclusivamente finte teste d'animale: maiale, cinghiale, cavallo, ecc... rendendo l'atmosfera cupa, quasi lugubre. Guardai il mio corpo, coperto da un misero velo bianco, e semitrasparente, impreziosito da qualche piuma candida e ricami intarsiati. Avevo scelto la maschera da cigno perché, nel buio, parve la più pudica fra le altre, solo in seguito compresi quanto fossi stata in errore. Mi strofinai l'occhio sinistro, percependo sotto i polpastrelli gli stencil chiari, appiccicati alla pelle, contornare lo sguardo per celare la mia identità. La colla adesiva pizzicava, e provocava prurito, ma non abbastanza da distrarmi dalla sgradevole emozione. L'attenzione di tutti i presenti era incanalata su noi due; nessun brusio o fruscio si udiva riecheggiare nella sala, finché l'inizio di una nuova canzone inondò lo spazio circostante, rompendo il silenzio.
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Stripper Love | Parte 1
Romance• 𝓘𝓷𝓼𝓽𝓪𝓷𝓽 𝓛𝓸𝓿𝓮. • 𝓢𝓹𝓲𝓬𝔂. • 𝓟𝓸𝓵𝔂𝓪𝓶𝓸𝓻𝔂. • 𝓛𝓖𝓑𝓣𝓠𝓘𝓐+. Parte 1. "«Perché io e te siamo così?!» «Perché non riusciamo ad essere nient'altro che questo, un tentatore e la tentata, sua stessa tentazione, Edith.»" Dante Aleja...