Dylan POV:
Fissavo la porta marrone scuro di fronte a me come se fosse un mostro pronto ad inghiottirmi. La salivazione mi si era interrotta appena avevamo parcheggiato di fronte alla casa di James o forse di Isabel, non ricordavo più. Avevo il cervello così in pappa da non riuscire neppure a ricordare più i dettagli. Credo di non ricordare nemmeno come siamo arrivati qui. Un minuto prima ero in casa di Norah furioso come pochi, col piede di guerra e pronto a scagliarmi contro la moretta che da qualche tempo occupava i miei pensieri...e il momento successivo avevo già ceduto ai suoi occhioni marrone chiaro limpidi e genuini in cui amavo annegare. Mi piaceva immergermi nelle sue iridi perché sembrava riuscire a contagiarmi con la sua purezza, pulendo in qualche modo lo sporco che mi riempiva l'anima. Il nero della mia anima veniva spazzato via dalla luce della sua, in maniera violenta e senza chiedere il permesso. Norah era tutto ciò che desideravo ardentemente da sempre e che allo stesso tempo sapevo di non meritare nella mia vita insulsa. Ma ero egoista, terribilmente egoista. E l'unica cosa che riuscivo a fare, era portarla a fondo con me per trovare pace dalle urla strazianti che mi laceravano ogni giorno consumandomi dall'interno.Ero ancora arrabbiato con la piccola donna che in quel momento suonava il campanello alla nostra destra con insistenza ed impazienza. Avevamo lasciato un discorso a metà e avevo capito che mi stava per dire qualcosa che non le stava facendo bene e che sicuramente non avrebbe fatto piacere a me. Ma quella telefonata aveva spazzato via ogni traccia di nervosismo dovuto all'assenza della mora nei giorni precedenti. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che il giovane James non stava bene e stava avendo una crisi che io conoscevo bene, non perché provata sulla mia pelle, ma perché l'avevo vissuta e assorbita dall'esperienza con molti dei miei uomini.
L'ultimo strizza cervelli con cui avevo avuto a che fare aveva detto che io avevo una notevole forza di volontà. Riuscivo a soffocare quella vocina nella testa che spesso provava a prendere il sopravvento su di me. Quella vocina bastarda che veniva a bussare quando meno te l'aspettavi e che ti faceva perdere la testa. La guerra fa schifo, e i ragazzi che la subiscono sono anche troppo giovani. Io ho scelto questa vita perché preferivo fare la cosa che più mio padre avrebbe odiato e che mai avrebbe potuto digerire. Era iniziata solo come una sfida nei confronti di un padre troppo rigido, troppo impostato e comandino. Eppure alla fine mi ero affezionato ai ragazzi che stavano con me ed ero finito per convincermi che questo era quello che ero destinato ad essere. Non ero stato aiutato mai da nessuno, e aiutare qualcun altro mi era sembrata l'opzione più giusta.
Torno a fissare la porta di legno scuro per poi puntare gli occhi sulla ragazza al mio fianco che ostinata continuava a premere il suo dito laccato di rosso sul campanello mentre sentivo ancora l'altra mano stretta alla mia. Non sapevo se continuasse a stringerla per infondere coraggio a me o a se stessa. Forse ad entrambi.
Norah si volta di scatto verso di me e noto subito un cipiglio ed un'espressione tra il frustrato e l'agitato. Era nervosa e non capivo perché. Quante volte avrà avuto a che fare con casi di questo genere? Perchè tutta questa agitazione?
"Dylan devi rimanere lucido!" La sua voce mi ridesta dai miei pensieri portandomi a puntare le mie iridi verde scuro nei suoi color nocciola
D'improvviso soffoco tutte le brutte sensazioni e riprendo il controllo del mio corpo non lasciando che la vocina prenda il sopravvento su di me, non ora.
"Si, ci sono...e sono lucido ok?" Mi lecco le labbra diventate secche come il deserto
Un tonfo proveniente dall'appartamento fa sussultare entrambi e mi rendo conto che in questo momento non posso e non devo focalizzarmi su di me, perciò mi privo a fatica dalla presa ferrea di Norah e la scanso quel tanto che basta perché io abbia modo di buttare giù la porta con un calcio secco.
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Above water
ChickLit[COMPLETA] Una lotta tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato Tra il dolore e la ricerca di una felicità precaria Tra consapevolezze ed arrendevolezze Una lotta contro il tempo, contro il dolore e mura invalicabili di una sofferenza ed un vuoto...