Capitolo 49

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Spazio autrice (⚠️) Buona sera babies! Nuovo capitolo a sorpresa! (Adoratemi almeno un pochino). Mi impiccio all'inizio del capitolo come non ho mai fatto, solo per chiedervi la cortesia ovviamente di leggere il capitolo con passione e attenzione ma soprattutto per chiedervi di prendervi due secondini in più per leggere l'altro spazio autrice che troverete al fondo del capitolo perché si tratta di una comunicazione ⚠️⚠️IMPORTANTE⚠️⚠️. Vi auguro buona lettura con questa minaccia😂😂 besos😘

La parte più difficile quando si soffre è affrontare il dolore, quello penetrante, quello che ti spezza il respiro e ti fa accelerare i battiti, quello che non ti fa più credere di poter tornare ad essere felice.

Il dolore è sempre associato all'amore. Sono uno la conseguenza dell'altro. Se non ami non puoi provare dolore. È quando perdi l'amore che provi dolore, ma anche durante l'amore può capitare di trovare il dolore a mettere i bastoni tra le ruote.

Il fulcro del mio lavoro ha a che fare con il confronto tra amore e dolore, tra felicità e disperazione...insegno a controllarli tutti e a far sì che si trovi il giusto equilibrio per farli coesistere insieme, senza che uno prevalga sull'altro.

Il sentimento più pericoloso però è la rabbia...la rabbia e il risentimento associati al dolore possono equipararsi ad una bomba atomica. Fanno rumore costringendoti a sperare di smettere di sentire, fa fumo impedendoti di vedere attraverso e rade al suolo tutto ciò che ti circonda lasciandoti solo con una manciata di polvere in mano.

Quando ho visto Dylan la prima volta ho subito pensato che il tormento che lo stava divorando doveva aver raso al suolo tutto ciò che lo circondava.

Sono stata spesso ferma a domandarmi quali fossero le ceneri che si erano raccolte ai suoi piedi quando era esploso, e ora riesco finalmente a vederle in carne ed ossa. I suoi amici, i suoi compagni di avventura, i suoi coetanei...loro sono l'effetto collaterale della sua esplosione, ed ognuno di loro è esploso a sua volta lasciandosi dietro altri resti da raccogliere; sono l'uno le macerie dell'altro

"Non ci sto a questa cazzata. Ci siamo detti tutto quello che c'era da dire a suo tempo" Aston come da previsione, è il primo a sbottare quando finisco di spiegare la ragione della loro presenza nel mio ufficio e delle regole che devono rispettare per portare a compimento la mia idea di risoluzione

Vorrei rispondere, ribattere a tono e rimetterlo al suo posto come ho fatto in precedenza, ma la verità è che non sta a me ora rispondergli, perché io sono solo una spettatrice, non mi è concesso intervenire e anche se la risposta pronta mi prude sulla punta della lingua spingendo per trasformarsi in voce e parole, Dylan è già pronto al contrattacco

"Quando cazzo sarebbe successo Aston? Perché da quel che ne so io, non appena Jackson è morto sei semplicemente sparito. Ti sei concesso solo di vomitarmi addosso il tuo odio nei miei confronti e di incolparmi per la sua morte e per come avevo mal gestito la situazione con lui e Jeremy. Quindi illuminami ti prego, sono alquanto curioso" 

"Non ti azzardare a nominare Jackson, ne hai perso il diritto il giorno in cui gli hai permesso di salire su quell'auto senza di noi"

Aston ha denti aguzzi e artigli affilati. Ogni parola è intrisa di fiele. Si pronuncia con la sola, unica ed incondizionata intenzionata di ferire e ci riesce, sempre.

Dylan si appoggia allo schienale della sedia trattenendo il respiro. Gli occhi vacillano, il respiro si fa affannato e il nervosismo prende il sopravvento quando lo vedo stringere il bracciolo della sedia fino a far diventare le nocche bianche

Red sposta lo sguardo dall'uno all'altro cercando di capire quale sarà la prossima mossa di entrambi, mentre Jeremy abbassa lo sguardo rivolgendolo al pavimento che a quanto pare gli appare più interessante in questo momento, in loco alla scena che si sta svolgendo ai lati opposti rispetto alla sua posizione

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