Capitolo 12

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"Ho trovato un lavoro interessante" biascica la mia coinquilina stramba entrando in cucina a piedi nudi con una canottiera e un pantaloncino corto, i capelli arruffati a causa del sonno e camminando come uno zombie

Emily ha iniziato il college insieme a me, studiava moda, poi però ha mollato perché diceva di non avere testa per stare sui libri a studiare e che la moda se la sarebbe creata da sè. Quindi ha iniziato a saltare da un lavoro all'altro come una trottola senza mai trovare pace continuando a disegnare modelli di abiti nel tempo libero

Come già ho detto: io e lei siamo agli antipodi
Io bianco lei nero, io si lei no e così via...

La osservo incuriosita allungandole poi una tazza di caffè mentre lei mi ringrazia con un grugnito di apprezzamento che mi fa ridacchiare sommessamente

"E quando lo avresti trovato?"

I suoi occhi scuri mi scrutano infastiditi probabilmente del mio tono leggermente divertito da questa scenetta a cui ormai ho fatto l'abitudine dopo anni di allenamento

"Mentre tu eri impegnata a flirtare con il tuo bell'imbusto" dice portandosi alle labbra la tazza fumante facendomi sorridere leggermente al ricordo di quella giornata

Dopo quel momento di serietà siamo riusciti a mettere da parte il passato per dedicarci completamente ad una giornata all'insegna del divertimento e della spensieratezza. Non ridevo con qualcuno in maniera sincera da così tanto tempo che finita la giornata non ne avevo ancora abbastanza del tempo passato in sua compagnia. Oltre che essere una persona burbera ed autoritaria, è dotato di un forte carisma e da una simpatia leggera e piacevole. Ci siamo persino messi a fare una gara di nuoto in cui ovviamente lui ha avuto la meglio nonostante i miei anni di pratica.

"No ma continua pure ad ignorarmi" la bionda mi riporta alla realtà

Mi scuso con lei mentre la vedo ridersela dietro alla tazza probabilmente consapevole del perché della mia assenza mentale in quel frangente

"Dove hai detto di averlo trovato il lavoro?" Chiedo quindi cercando di mantenere la concentrazione solo ed esclusivamente su di lei e sulla sua vita

"Al Golden" sussurra

Io quasi sputo il mio caffè al sentirla parlare del Golden.

"Come prego?"
"Che c'è? Cosa ti sconvolge così tanto?"

Saetto lo sguardo sulla sua figura mettendomi una mano sotto il mento con fare finto pensoso

"Fammici pensare...forse per il fatto che tu e i lavori manuali siete su due orbite differenti? Oppure dal fatto che l'ultima volta che hai tentato di destreggiarti come barista sei finita per rovesciare tutto il contenuto di quei super alcolici su un bambino che stava giocando al biliardino?" Tento di riportarle alla mente i suoi danni

"Oh ma dai...avevo 19 anni. Ora sono maturata ho più consapevolezza di me"

Sollevo un sopracciglio con fare scettico

"Non serve maturità per saper tenere un vassoio di bibite. Serve equilibrio e capacità manuali, elementi di cui tu sei sprovvista" insisto ridacchiando mentre lei si allunga per schiaffeggiarmi il braccio

"Ti aspetto venerdì sera e non voglio sentire un no come risposta. E porta anche quel bel faccino di Dylan, ho ancora molto da insegnarli e molte dritte su come approcciarsi a te" mi sfotte sollevandosi per posare la tazza nel lavandino e fuggire in ritirata

"Anziché dire stupidaggini potresti ogni tanto sciacquare una dannata tazza Em!" Le urlo dietro scuotendo la testa ormai rassegnata dalla sua pazzia. Un caso perso ecco cos'è

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