Capitolo 14

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Cinque minuti dopo Dylan accosta la macchina lungo il marciapiede che da sul portico di casa sua spegnendo il motore

"Ehi Enne...hai visto che fustoni che ho abbordato stasera? Devo farmeli entrambi o ne basta uno per far incazzare quel coglione secondo te?"

Mi massaggio le tempie all'ennesimo commento inadeguato ed imbarazzante propinato dalla mia migliore amica ubriaca come pochi

Chiederle cosa sia successo sarebbe inutile come immergere il dito nell'acqua calda dopo una bruciatura poiché non si trova nelle condizioni per poter connettere quei due neuroni di cui è provvista. Infatti mi sono ritrovata testimone dei cinque minuti più lunghi della mia vita in cui ho cercato di evitare di guardare sia Dylan che Andrew per evitarmi sguardi di imbarazzo che comunque mi sono sentita addosso per tutto il tragitto

"Ehi Dyl te l'ha mai detto nessuno che hai una testa perfetta?" Continua allungando per altro audacemente una mano per toccare l'oggetto dei suoi ragionamenti al quale consegue uno schiaffo da parte mia per allontanarla e uno sbuffo da parte del protagonista del nostro battibecco.

Dylan spalanca velocemente lo sportello uscendo da questo abitacolo diventato ormai un piccolo manicomio mobile, per poi chiuderselo dietro ed aprire quello posteriore per prelevare sgraziatamente la bionda biascicona che continua a palparlo come se non avesse altri obiettivi nella vita

"Ma perché non fai come tutte le ubriacone che vomitano e poi dormono fino al mattino dopo senza rompere i coglioni?" La voce graffiata e baritonale del bel maggiore fa zittire per mezzo secondo Emily che però riprende a piagnucolare Sotto lo sguardo attento dei presenti

"Em ti prego...cerca di stare buona almeno per cinque minuti" l'ammonisco raggiungendoli e lanciando uno sguardo mortificato a Dylan che di rimando mi lancia un'occhiata rapida ed indecifrabile

Dylan prende in braccio la bionda con una facilità quasi divina trasportandola fino alla porta nera molto familiare

"Norah, prendi le chiavi dalla tasca dei miei jeans" mi ordina con fermezza lanciandomi una rapida occhiata attraverso i capelli fluttuanti della mia amica

"Che...che tasca?" Chiedo schiarendomi la gola a disagio

Dylan dal canto suo sbuffa alzando gli occhi al cielo

"Cerca dottoressa...è la tua occasione per palpeggiarmi un po', ne farei buon uso" mi fa un occhiolino maliardo al quale segue un mio sbuffo irritato per la sua sfrontatezza

Lo ignoro e mi avvicino al suo corpo possente mentre infilo una mano nella tasca posteriore destra notando solo un suo irrigidirsi ma nessuna dannata chiave

Lancio una rapida occhiata alla tasca posteriore sinistra non notando nulla e decidendo di non addentrarmi anche lì per evitare altri irrigidimenti e prendo un respiro profondo prima di infilare solo pollice ed indice dentro la tasca anteriore destra sentendomi avvampare per la vicinanza a cui sono costretta per compiere questa azione

Quando al tatto percepisco un oggetto metallico, ne traccio i contorni accertandomi che si tratti effettivamente di un paio di chiavi e una volta confermata la natura dell'oggetto misterioso, lo afferro rapidamente sfilando con altrettanta velocità le dita dalla sua tasca e facendole penzolare di fronte al suo viso sornione che mi fissa con un leggero sorriso furbo ad increspargli le labbra piene ed ipnotiche

"A te l'onore bellezza" mi incita indicandomi la porta con un gesto della testa

Mi lecco le labbra improvvisamente secche vedendo i suoi occhi correre proprio lì mettendomi, se possibile, ancora più a disagio e mi faccio spazio tra i loro corpi e la porta per poter infilare la chiave e ruotarla per aprirla

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