Capitolo 36

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Avete presente l'aneddoto più imbarazzante che potreste raccontare un giorno a vostro figlio o a degli amici, o perché no, magari anche al vostro fidanzato?

Beh sappiate che non sarà mai più imbarazzante di trovarsi il giorno del ringraziamento a casa di mio padre, con la sua compagna, il padre del mio amico di infanzia e sua moglie, mia madre e mia nonna, Emily che ha portato con sé  Andrew, e pezzo forte...Dylan.

A quanto pare quest'ultimo ha sempre presenziato al ringraziamento con mio padre e Brian, da anni. Io in compenso, che sono sua figlia, l'ultimo ringraziamento che ricordo di aver passato con il caro e mitico Marc Davis, risale ad almeno quattro anni prima se non cinque. Ne ho perso persino il conto.

Sono bloccata a tavola tra Emily e mia madre. La prima molto disinvolta e sorridente mentre chiacchiera amabilmente con tutti i commensali, mia madre un po' più rigida ma che cerca di intrattenersi come meglio può.

Mia nonna in compenso, non fa che fissare i due cugini da quando hanno fatto la loro entrata a sorpresa insieme ad Emily la quale mi aveva tenuta totalmente all'oscuro della loro presenza.

Io sono uscita la mattina presto per andare a prendere mia madre e mia nonna a San Diego, per poi rientrare qua a Coronado, prepararci a casa mia e venire poi da mio padre con mio grande disappunto.

Emily invece non l'ho vista per niente,quando mi sono svegliata lei non c'era perché era rimasta a dormire a casa di Andrew la sera prima. Perciò immaginate quanto possa essere stato imbarazzante voltarmi verso l'ingresso e trovare la bionda atomica affiancata dai due armadi imparentati.

"Ragazzo saresti in grado di sollevarmi con un solo braccio con tutti i muscoli in tensione che ti ritrovi. Che palestra frequenti? Ti vengo a trovare volentieri" il vino che sto bevendo mi va di traverso quando mia nonna torna alla carica rivolgendosi a Dylan per quella che credo sia la centesima imbarazzante volta

Il maggiore si è seduto esattamente di fronte a me; alla sua destra e quindi alla mia sinistra siede il cugino, mentre alla sua sinistra non a caso, c'è proprio mia nonna che terminato di parlare non indugia, e posa una mano sul bicipite di Dylan per tastarlo senza ritegno.

Mia madre ridacchia sotto i baffi lanciandomi delle occhiate di sottecchi.

"Nonna..." dico tra i denti beccandomi un'occhiata ammonitrice proprio da questa

Nonna Grace è una donna alquanto stravagante. Ha 75 anni, è piccolina e gracilina, ha due occhi verde chiaro che ahimè nessuno di noi ha ereditato, i capelli sale e pepe tagliati corti e tenuti sempre ordinati e leggermente mossi come i miei, ed ha un carisma invidiabile anche ad una 18 enne.

Non ha peli sulla lingua e l'età ha aiutato ad accentuare questa sua peculiarità, rendendola priva di qualsiasi tipo di filtro. Dice tutto quello che le passa per la testa e ogni volta placarla è un'impresa in cui mi cimento solo più io, dato che mia madre, mio padre e persino Emily, si sono arresi al fatto che Grace Loan non può essere fermata.

"Eleonorah, anziché riprendere la tua vecchia dovresti aprire gli occhi e scoprire che meraviglioso mondo sia quello dei mammiferi per la riproduzione" strabuzzo gli occhi quando la nonna si pronuncia nuovamente

Tiene ancora la mano intorno al bicipite di Dylan, il quale ora guarda me e ora guarda la nonna, con un sorriso tirato e del tutto a disagio.

Tossisco un'altra volta mentre mia madre mi da due pacche leggere sulla schiena

"Mamma...non esagerare" interviene finalmente la donna al mio fianco, accorgendosi forse, che la propria unica figlia non arriverà a fine giornata di questo passo

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