"I miei ricordi sono ancora vividi nella mia mente nonostante siano passati già tre anni...riesco ancora a percepire le urla dei bambini e i colpi di fucile. Percepisco ancora l'aria arida e calda imperlarmi la fronte e asciugarmi la gola"
Gli incontri di gruppo sono probabilmente la parte più difficile ma liberatoria per un soldato soggetto da disturbo di stress post-traumatico. Per chi accetta la terapia di recupero le sedute individuali servono per prendere fiducia e liberarsi di un peso insopportabile ma la vera sfida da affrontare sta nel confrontarsi con chi ha passato le medesime situazioni perché è un po' come sbattere il naso con se stessi. È come trovarsi in una stanza vuota nella penombra con un solo specchio al centro della stanza a decorarne l'interno: è un faccia a faccia con se stessi. Alla fine è così che la mente di un soldato vede gli altri soldati mentre raccontano le loro storie e mano a mano che si rivelano le differenti situazioni ognuno di loro penserà "è successo anche a loro quindi non sono solo, posso riuscire a voltare pagina"
La vera forza sta nella forza stessa. Si è da soli a combattere i demoni ma non lo si è mai veramente se si sanno trovare i giusti appigli.
"Io riesco a sentire l'odore del sangue invadermi le narici. Ancora riesco a vedere vividamente nella mia testa il momento in cui l'auto del mio plotone è saltata in aria"
Mi ridesto dai miei pensieri quando sento James parlare.
È uno dei soldati più traumatizzati qua dentro. Mi sono ritrovata a dover parlare con un ragazzo di 19 anni che ha dovuto vedere metà del suo plotone saltare in aria in Afghanistan solo poche settimane fa. Ho capito subito si trattasse del plotone di Jackson data l'analogia dei fatti e devo ammettere che oltre a Dylan, James è decisamente una vera e propria sfida per me.
Ho passato la mia infanzia tra queste mura in compagnia di Jackson; correvamo da una parte all'altra passando furtivamente per le stanze dei soldati e poi nelle lavanderie per non farci beccare dai nostri padri. Era un bambino solare e sapeva prendere sempre il meglio della vita. È stato uno dei pochi ad incitarmi a seguire la strada che sto ora percorrendo, quindi parte del mio successo lo devo anche a lui che ha saputo spronarmi a fare ciò che amavo davvero.
Continuo ad ascoltare tutte le varie testimonianze con gli occhi socchiusi a causa del sonno che mi sta facendo impazzire. È una settimana che mi sveglio alle quattro di mattina per andare a fare gli esercizi con Dylan che sembra ormai divertito dalla situazione e curioso probabilmente di vedere quanto durerò ancora. Deve essere stupito della mia testardaggine e perseveranza ma non sa che posso anche apparire come uno zombie ma continuerò a fare il mio lavoro e proverò comunque ad ottenere quello che voglio.
Ad un certo punto sento la porta della sala aprirsi e sbattere in modo poco gentile.
La mia testa scatta subito nella direzione del rumore seguita dai presenti che incuriositi si voltano a loro volta.
Rimango a dir poco stupita e senza parole quando metto a fuoco la figura sicura ed imponente di Dylan fare il suo ingresso nella sala e avvicinarsi a noi.
Punta subito le sue iridi verde militare su di me regalandomi un piccolo ghigno soddisfatto.
Devo avere una faccia da Idiota decisamente.
"Dottoressa Collins" Si pronuncia facendo un piccolo inchino afferrando poi una sedia per mettersi esattamente al centro del cerchio e di fronte a me
Allunga le chilometriche gambe nella mia direzione e incrocia le braccia al petto facendo così guizzare i muscoli delle braccia, gesto che mi distrae abbastanza.
"Maggiore Bay, cos'abbiamo fatto di bello per meritarci la sua presenza qui oggi?" Chiedo sarcastica sfidandolo con lo sguardo a mia volta per nascondere la sorpresa e la confusione
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Above water
ChickLit[COMPLETA] Una lotta tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato Tra il dolore e la ricerca di una felicità precaria Tra consapevolezze ed arrendevolezze Una lotta contro il tempo, contro il dolore e mura invalicabili di una sofferenza ed un vuoto...