Capitolo 5

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È passata una settimana dalla discussione avvenuta con mio padre nel suo ufficio. Abbiamo scambiato due parole solo per ciò che riguardava l'ambito lavorativo.

Ci siamo organizzati gli appuntamenti di terapia in modo che non coincidessero con l'addestramento. Per il resto il nulla e mi sta bene così. Meno vengo associata a lui e meglio è per il mio ruolo all'interno di questo posto.

"Norah che diavolo stai facendo? Non lavori oggi?" La mia migliore amica fa capolino nella mia stanza tutta assonnata e con i capelli arruffati. Un broncio confuso si fa strada sul suo viso struccato e femminile facendomi sorridere teneramente a quella vista soprattutto quando noto la gigantesca faccia di whinnie poo stampata al centro della maglietta del suo pigiama.

"Si Em, quando mai sono stata assente a lavoro?" Chiedo ironica facendomi una coda bassa

"Oookey. E da quando...vai conciata così al lavoro miss perfettina?" Chiede poi facendo ufficialmente il suo ingresso in camera

Mi guardo allo specchio fiera del mio lavoro nel vestirmi sportiva ma il mio sorriso si affievolisce all'udire il suo intervento

"Perché? Faccio così schifo? Cioè mi sta male?" Domando incerta incontrando i suoi occhi nello specchio che mi stanno esaminando come se fossimo ai controlli dell'aeroporto

"Oh nono tesoro! Sei una figa come sempre solo che penso di non averti mai vista...si beh ecco in questa veste. A cosa dobbiamo tale cambio di look?" Interviene subito facendo tornare il sorriso

"Ho un piano" spiego quindi voltandomi per poterla guardare negli occhi ancora appiccicati dal sonno

"Ascolta sono le cinque  della mattina Norah. Io non so nemmeno che cazzo ci faccio in piedi e come tu faccia ad essere così pimpante, tra l'altro mi stai parlando in codice e credo di non avere tali facoltà cognitive al momento, quindi perfavore sii più pratica ed arriva al dunque senza troppe cerimonie così potrò tornare a poltrire nel mio letto caldo"

Scoppio a ridere afferrando il cellulare e l'orologio della Calvin Klein dal comodino.

"Te lo racconterò solo se avrò successo in questo piano. Torna a dormire,oggi torno per pranzo e ti preparo qualcosa da mangiare" le riferisco lasciandole un leggero bacio sulla guancia prima di svignarmela e scendere velocemente le scale

Arrivo al quartier generale un quarto d'ora dopo e mi affretto a raggiungere il campo di addestramento dove come previsto trovo il maggiore Bay intento a fare esercizi di riscaldamento solo.

Dylan non si è presentato nemmeno ad uno degli incontri, neppure a quello di riabilitazione di gruppo quindi ho deciso di adoperarmi in altro modo: l'ho seguito qualche giorno per capire i suoi ritmi e le sue abitudini per poi invadere i suoi spazi.

So già che la cosa non gli farà affatto piacere. È un tipo burbero e solitario e non gli piace chi ficca il naso nelle sue cose ma ahimè fa parte del mio lavoro e del mio carattere ficcare il naso nelle questioni altrui e lui non può arrogarsi il diritto di decidere del lavoro altrui.

Mi avvio scendendo velocemente le scale che danno l'accesso al campo e senza farmi notare mi avvicino alla sua figura.

"Collins ti consiglio di levarti dalle palle in tempo zero" dice ancora prima che abbia messo piede in campo facendomi trasalire per la voce baritonale con cui lancia quella minaccia velata

Dovevo mettere in conto il fatto che essendo un Navy Seals fosse abituato e addestrato a colpi alle spalle dei nemici.

Tentativo numero uno non andato a segno

"Bay le consiglio di moderare i termini. Sono pur sempre una donna e come tale voglio essere rispettata" lo rimbecco con professionalità avvicinandomi alla sua figura intenta a fare delle flessioni ad una velocità sbalorditiva

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