Capitolo 40

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Quando si fa l'ora di incontrarmi con Jeremy fuori dal quartier generale, spengo le luci dell'ufficio acciuffando al volo la mia borsa nera e chiudendomi la porta alle spalle.

I corridoi sono semi deserti a quest'ora, ma il sole nonostante siano le otto e mezza è ancora alto e caldo e riesce ancora ad attraversare le porte a vetro illuminando a intermittenza le pareti circostanti

Gli unici rumori persistenti che riesco a percepire sono il ticchettio dei miei tacchi e i lontani mormorii delle poche persone rimaste fino a tardi come me.

Con uno scatto apro la porta che si affaccia sul parcheggio alberato del quartier generale e dopo essermi abituata alla luce arancione del sole che sta iniziando ora a tramontare, riesco a scorgere la figura alta, imponente e longilinea di Jeremy.

Il ragazzo dai capelli corvini mi aspetta appoggiato a quella che deduco essere la sua auto, che scopro essere niente meno di un pick-up color bronzo molto sportivo e giovanile.

Gli sorrido subito avvicinandomi a lui che appena mi vede si stacca dalla fiancata del pick-up per venirmi in contro

"Ehi" diciamo in contemporanea facendomi così arrossire immediatamente

Ridacchia per poi avvicinarsi ancora di più e depositarmi un leggero bacio sulla guancia che mi lascia leggermente intontita oltre che farmi imbarazzare ancora di più

"Sali?" domanda poi indicandomi con un dito il pick-up dietro di lui

Sollevo un sopracciglio scettica dato che ho la macchina parcheggiata poco più in là e non vorrei lasciarla qui

"È solo per comodità Norah. Il posto dove ti sto portando ha pochissimo parcheggio, per cui trovare un posto sarà già un miracolo, due macchine credo sia davvero troppo. Prometto che ti riporterò qua a fine serata e potrai guidare la tua auto fino a casa"

Il modo sincero e del tutto rilassato con cui si pronuncia mi fa subito rilassare. Paragonarlo al modo prepotente e deciso di Dylan che invece non ammette repliche, è inevitabile per me. So che è disonesto uscire con un ragazzo e pensare ad un altro, ma capitemi, ho ammesso solo pochi giorni fa di amarlo e sicuramente un'uscita con Jeremy non cancellerà quello che provo per Dylan. Credo che nessuno ne sarebbe capace.

Annuisco quindi per evitare di perdere troppo tempo e lo supero per raggiungere il posto del passeggero.

Il viaggio in macchina è abbastanza breve e ricco di dialogo. Jeremy mi chiede della mia giornata e come mi sono ritrovata a lavorare in mezzo a tutti quei soldati problematici. Sorride spesso mentre gli rispondo e ride a crepapelle quando gli racconto di come mi sia presentata con il cognome di mia madre anziché quello di mio padre. Apprezzo persino il fatto che non abbia fatto domande più approfondite sul tema. Si limita solamente ad ascoltare e ad assorbire le informazioni che io decido di concedergli.

Quando raggiungiamo la tanto agognata steakhouse, mi ritrovo a dare ragione mentalmente a Jeremy: il parcheggio è praticamente inesistente e i posti disponibili sono quasi tutti pieni. Per fortuna una macchina se ne va, permettendo a Jeremy di parcheggiare il pick-up ad una cinquantina di metri dall'entrata del locale.

Scendiamo in contemporanea chiudendoci gli sportelli alle spalle e poco dopo mi ritrovo Jeremy a pochi passi da me che depositandomi delicatamente la mano sul fianco, mi conduce sul marciapiede adiacente il ristorante.

Mi irrigidisco leggermente per quel contatto delicato ma inspiegabilmente intenso

Jeremy si stacca pochi minuti dopo per lasciarmi entrare in un gesto galante che mi fa sorridere e scaldare il cuore.

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