Ho sempre amato il mio lavoro perchè oltre ad aiutare gli altri io aiuto anche me stessa, ogni giorno. Tramite le esperienze altrui riesco a superare momenti della mia vita che probabilmente da sola non riuscirei a fare.
Non c'è giorno in cui io non mi danni per come sono andate a finire le cose con Dave...è bastato un piccolissimo margine di errore, un attimo di distrazione perchè finisse tutto a puttane, e con tutto intendo proprio tutto.
"Perchè sei qui oltre che per chiedermi scusa?" Dylan prende parola distraendomi dai miei pensieri
Mi volto a guardarlo e lo trovo a fissare il nulla oltre la mia figura
"Non lo so...ho sentito semplicemente il bisogno di venire e l'ho fatto" spiego piano sentendomi stupida per le giustificazioni che gli sto propinando di cui non sono certa neppure io
Dylan sposta il suo sguardo posandolo su di me, gesto che mi mette leggermente in agitazione.
"Miss perfettina ha spirito di iniziativa e prende decisioni senza prima pensarci duecento mila volte? impossibile" mi schernisce dolcemente appoggiando i gomiti sulle ginocchia e fissare nuovamente il vuoto
"Lo fai spesso?" Chiedo infatti dando voce ai miei pensieri
Dylan scatta nella mia direzione con un cipiglio confuso su quel viso adulto e tremendamente attraente nella sua mascolinità
"Intendo...il fissare il vuoto e perderti nei meandri dei tuoi ricordi più reconditi" mi esprimo al meglio delle mie capacità verbali tentando di sciogliermi un po' e non apparirgli troppo formale e rigida come mio solito
La sua espressione per un attimo si rilassa per poi far scattare la mascella e all'improvviso si rabbuia facendo comparire una patina scura sul verde brillante dei suoi occhi
"Si. Non sono uno di molte parole, preferisco restare in silenzio e fare un viaggio introspettivo" spiega con voce bassa e baritonale che mi fa fremere
Annuisco leggermente sorridendogli comprensiva
"Sai...c'è stato un periodo della mia vita in cui anche io non parlavo. Ma non parlavo sul serio, nemmeno un suono usciva dalle mie labbra" inizio a raccontargli una parte della mia vita senza nemmeno accorgermene
Non lo sa nessuno di questo momento della mia vita, nemmeno Emily. Ho sempre cercato di apparire forte ed indistruttibile davanti agli altri per evitarmi una sofferenza inutile.
"Davvero? Non riesco ad immaginare una Norah silenziosa" cerca di alleggerire la tensione lui facendomi effettivamente prendere una boccata d'aria dato che questa è una parentesi della mia vita che mi fa molto soffrire
"Avevo più o meno 13 anni...mio padre era sempre via per lavoro, non lo vedevo mai. La mamma soffriva e piangeva spesso..." faccio una pausa per mandare giù il boccone amaro in previsione di ciò che sto per dire
"Fin quando non ha scoperto di non essere l'unica donna nella sua vita, o almeno fin quando non lo ha scoperto da me" mi fermo un attimo cercando di evitare il suo sguardo
"Che pezzo di merda" sussurra tra i denti digrignandoli
"Già" dico solo sorridendo triste e voltandomi sentendo il suo sguardo addosso
"E tu...come l'hai scoperto?" Chiede successivamente con una dolcezza tale nel tono che mi lascia quasi attonita ed incredula di questa sua sfumatura
"Ho passato la mia infanzia tra i corridoi del posto di lavoro di mio padre abbandonata a me stessa senza che lui si preoccupasse male di passare del tempo con me,così tanto distratto da non ricordarsi nemmeno più fella mia presenza nei dintorni. Quindi non mi ci è voluto molto per coglierlo in flagrante" spiego aspra tornando alla mente a quel momento
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Above water
Romanzi rosa / ChickLit[COMPLETA] Una lotta tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato Tra il dolore e la ricerca di una felicità precaria Tra consapevolezze ed arrendevolezze Una lotta contro il tempo, contro il dolore e mura invalicabili di una sofferenza ed un vuoto...