Capitolo 2

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"Buongiorno signorina Collins" il generale Hamilton mi da il suo benvenuto nella base dei navy seals di Coronado

Inutile dire che le mani in questo momento siano bagnate in un modo indicibile, che il fiato sia corto ed affannato, le gambe tremanti, il cuore martella nella cassa toracica facendomi pulsare le tempie e credo di avere uno sguardo stralunato che potrebbe far pensare che sia io quella ad aver bisogno di un attento sostegno psicologico oltre che medico

È tachicardia quella che percepisco?
Norah datti una contengo

Mi schiarisco la gola asciugandomi la mano lungo l'abitino celeste prima di porgerla al generale già allungato nella mia direzione

"Per favore, mi chiami pure Norah" dico sorridente stringendogli la mano

Che presa forte che ha...saranno così anche quelle dei soldati?

A quel pensiero improvvisamente si accavalla l'immagine di Dylan, e mi chiedo se il suo temperamento così audace e strafottente si rifletta anche nella sua stretta di mano

"Volevo cercare di essere più professionale fingendo di non conoscerti da quando mettevi in bocca il tuo pugnetto girando fiera e con gli occhi vispi proprio tra questi corridoi insieme alla tua bellissima mamma, ma direi che posso mettere da parte tali formalità essendo generale di un plotone e capo della baracca" ribatte scherzoso facendomi sorridere prima di stringermi in un abbraccio, cosa a cui non sono affatto abituata in campo paterno

Mio padre era troppo impegnato a salire di grado e a far sì che il suo nome venisse sussurrato in ogni angolo della base perché potesse preoccuparsi di dare qualche attenzione in più che non fossero stupidi giocattoli e dolcetti alla sua figliol prodiga

"Bene cara, quello che avevo da dirti l'ho detto, la strada per il tuo ufficio la conosci già...i fascicoli dei pazienti li troverai già impilata in ordine sulla tua scrivania. Una settimana fa sono tornati due plotoni dall'Afghanistan ed è inutile anche solo dirti quanto la situazione sia drammatica" dice rammaricato

"In quanti sono tornati?" Domando guardinga

"Una cinquantina..." risponde affranto

Leggo dolore nei suoi occhi...un dolore che non credevo nemmeno potesse essere possibile per un generale che addestra e vede scendere in campo migliaia di soldati.

Ma poi una realtà ancor più dura mi si palesa davanti quando, ricordo perfettamente un bambino dai capelli corvini e gli occhi ghiaccio correre negli stessi corridoi in cui sono cresciuta anche io.

Mi muovo persino impercettibilmente figurando davanti a me quelle scene che sembrano così lontane ora che il momento della realizzazione mi si è palesato in modo ignobile

"Jackson..." sussurro appena scattando con lo sguardo sull'uomo davanti a me che sembra abbattere tutte le difese crollando di fronte a me

Il generale Hamilton annuisce impercettibilmente e credo che una secchiata d'acqua gelata sarebbe stata meno violenta

"Come?" Biascico appena, ancora provata dalla notizia

"Una Bomba me lo ha portato via...era in macchina con altri cinque dei nostri soldati. Il suo team è tornato distrutto...hanno perso un sacco di uomini, sono il plotone più complicato con cui dovrai avere a che fare..." sussurra abbassando il capo

Nonostante tutto riesce a mantenere un'integrità professionale disarmante

Gli poso una mano sulla spalla per incoraggiarlo cercando il suo sguardo

"Era un ragazzo straordinario...sono certa che ti avrà reso fiero di lui nonostante tutto. Ti voleva tanto bene" gli dico abbattendo tutte le barriere professionali per dedicarmi solo ed esclusivamente alla sua anima

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