Capitolo 19

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Dylan dopo un lungo periodo di silenzio soffia aria dalle sue labbra carnose e rosse e a passo felpato e cauto si avvicina alla mia figura tremante e nervosa.

Mi sonda con lo sguardo cercando anche un solo mio accenno di allontanamento e rifiuto del suo contatto...accenno che però non trova perché non riesco a trovare la forza di allontanarmi da lui.

Nonostante tutto quello che mi ha detto, e nonostante le innumerevoli bugie che aleggiano su di noi come una bufera di sabbia pronta a riversarsi su di noi violenta ed inarrestabile, non riesco a mentire a me stessa e a negare il bisogno impellente di un contatto con lui.

Solleva un suo braccio muscoloso lentamente, inumidendosi le labbra; gesto che mi fa tremare,se possibile, ancora di più.

L'elettricità presente tra di noi è tangibile e totalizzante. Per la prima volta da quando lo conosco, tutto mi appare giusto.

Ma questo non basta

"Ho bisogno di sapere cosa stai pensando Dylan" socchiudo gli occhi quando la sua mano calda e ruvida entra in contatto con la mia guancia

"Vorrei riuscire ad essere seriamente incazzato con te perché te lo meriteresti..." sussurra facendo un altro passo verso di me

Gesto che comporta il toccarsi delle punte dei nostri piedi: Lui indossa delle semplici scarpe da ginnastica, mentre io ho delle ciabatte alquanto ridicole con motivi alquanto discutibili.

"Ma tu sei incazzato con me" ribatto io prontamente con voce flebile perché troppo distratta dal bisogno di toccarlo che sento scorrermi nelle vene

"Se per incazzato intendi che ho una voglia irrefrenabile di saltarti addosso e sfilarti quei due stracci che hai per sentire il calore della tua pelle ed il tuo profumo e perdermi dentro di te come se non dovessi fare altro nella vita...beh allora si,sono decisamente incazzato con te" soffia ad un passo dalle mie labbra lasciando scorrere la sua mano dalla guancia alla clavicola, raggiungendo poi l'inizio del solco dei miei seni

Boccheggio cercando di incamerare più aria possibile e tentare invano di resistere a qualcosa di più grande di me

"Ti ho mentito" cerco di ricordargli per evitare che accada l'inevitabile

"Anche io...e con molta probabilità continuerò a farlo" ribatte cauto scostando la vestaglia per accarezzarmi attraverso la seta della sottoveste.

"Perché dovresti mentirmi?" Glielo chiedo ma sono troppo concentrata sui cerchi concentrici che inizia a fare sulla mia pelle attraverso il tessuto

L'altra mano di Dylan finisce intorno al mio fianco, contatto che utilizza per spingermi contro di lui e farmi sbattere contro il suo petto duro

"Perché fa parte di me...e se tu vuoi qualcosa in più da me che un mero rapporto professionale, devi essere pronta e consapevole" sussurra facendo scontrare i nostri nasi

Chiudo gli occhi a quel contatto ed in automatico avvolgo le braccia attorno al suo collo dovendomi anche mettere sulle punte per potermi aggrappare meglio a lui.

Il suo profumo è inebriante e il suo respiro che sbatte sul viso ha un non so che di ristoratore...mi sento a casa nonostante io non abbia mai avuto un contatto del genere con lui e non abbia alcun legame affettivo prolungato con lui.

Lui odora semplicemente di casa anche se non mi appartiene in alcun modo

"Che cosa vuoi da me Dylan?" la domanda che doveva apparire come una semplice curiosità, mi esce quasi come un quesito straziante a cui la mia voce si aggrappa, come se la sua risposta fosse l'unico bicchiere d'acqua nel deserto a mezzogiorno.

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