Capitolo 13

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Non ricordavo più quanto fosse passato dall'ultima volta che avevo impiegato del tempo in privato con mio padre. Ho quasi sempre rifiutato di rimanere nella stessa stanza insieme a lui troppo a lungo, perchè i ricordi tornavano alla memoria come un flusso intermittente che non faceva che ricordarmi quanto dolore avesse provocato alla nostra famiglia senza pensarci due volte. Non ho mai nemmeno voluto sapere quante volte e con quante donne avesse tradito mia madre, perchè sapevo che non sarei riuscita a mantenere quell'apparente calma che solitamente mi contraddistingue.

"Hai qualche teoria per quel che riguarda l'invito di stasera?" Emily era seduta sul mio letto con le sue chilometriche gambe allungate e con i piedi messi uno sopra l'altro di fronte a sè, mentre io cercavo qualcosa di non troppo esagerato da indossare: che rispecchiasse il mio stile, ma che allo stesso tempo non fosse in linea con i gusti di mio padre per il semplice piacere di infastidirlo ed innervosirlo anche in una serata che a quanto pare era interamente dedicata a lui.

"Non ne ho la minima idea. Sono due giorni che formule teorie su teorie senza però essere minimamente certa dell'affidabilità dei miei pensieri" sbuffo optando alla fine per un pantalone in tessuto a vita alta nero ed un top corto con paillettes dorate e bretelle sottili, si piedi decido di mettere un sandalo nero aperto con un tacco elegante e slanciante ma non eccessivo.

Mio padre odia le paillettes e io amo far innervosire mio padre quindi direi che sia la scelta migliore.

Mi volto per farmi vedere ad interim dalla mia migliore amica una volta indossato il tutto, e l'espressione soddisfatta della bionda mi fa intendere di avere la sua totale approvazione

"Ti trucchi?" Domanda nonostante sia già a conoscenza della risposta

La guardo furba mettendo solo un rossetto rosso fuoco che papà definisce "volgare" sulle mie labbra piene e definite e uso giusto un lieve strato di mascara sulle ciglia per intensificare lo sguardo.

"Sei sempre così pacata e dolce...ma quando si tratta di tuo padre ti trasformi in una stronza con la S maiuscola" mi fa notare la mia coinquilina sorridendomi con aria rassegnata ma divertita

Alla fine anche se vorrebbe vedermi serena con la mia famiglia, so che questo mio modo un po' anarchico di approcciarmi a mio padre un po' la diverte e mi appoggia a modo suo.

Afferro la pochette anch'essa con paillettes dorate ed infilo al suo interno cellulare e fazzoletti.

Faccio un cenno ad Emily ancora seduta sul mio letto invitandola a seguirmi fuori dalla camera.

"I capelli come sono?" Le domando arruffandoli un altro po' prima di voltarmi nella sua direzione per la risposta

"Sembra tu abbia appena scopato, e devo dire che sembrerebbe anche che ti abbiano sbattuta per bene"scoppia a ridere parlando a voce alta mentre apre la porta di casa per farmi uscire dato il mio evidente ritardo (calcolato)

Alzo gli occhi al cielo dandole una spintarella e superandola per uscire definitivamente di casa

"Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi baby" continua lei facendomi un occhiolino incoraggiante

La saluto velocemente e salgo in macchina posando la pochette sul sedile a fianco a me

Infilo le chiavi, ma quando sto per accendere la macchina il suono inconfondibile di un messaggio mi fa bloccare qualsiasi azione.

Tiro fuori il cellulare sbuffando immaginando già qualche rimprovero per il mio ingente ritardo da parte di mio padre.

Ma rimango sorpresa nel constatare che in realtà il messaggio arrivi da Dylan

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