Capitolo 12

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Più lo guardo e più mi convinco di aver finalmente trovato quel che cercavo. Nonostante siano passati soltanto un paio d'anni, mi sembra ormai lontana la fatica per farmi accettare. Se penso che queste persone hanno sempre vissuto così vicine a casa mia, e soprattutto che ho incontrato lui solamente in una scuola tanto distante, mi domando se tutto non facesse parte di un percorso già tracciato.

Di un anno più piccolo, Marco mi ha avvicinata alla festa di fine anno, quando io ormai mi preparavo a salutare i migliori compagni mai avuti. Mentre mi parlava lo guardavo incantata, chiedendomi come mai quel discorso stesse avvenendo proprio al mio ultimo giorno di scuola. Quando poi mi disse dove viveva, quasi non ci credevo.

E adesso ci troviamo qui, tutti insieme a casa mia, il gruppo di studenti che mi ha scovata soltanto adesso. Forse però è meglio, forse prima non ero pronta.

«Ragazzi che dite, leviamo le tende? Lasciamo i piccioncini un po' da soli, prima che tornino i genitori» dice Teresa, invitando Alessandro e Antonio ad uscire di scena.

«Potete rimanere quanto volete, non scherziamo» dico sinceramente, perché averli tutti intorno mi diverte. Nessun pensiero, solo leggerezza.

«No, andiamo davvero anche perché più tardi abbiamo una partita. È venerdì Marco, verrete a vederci?»

«Probabilmente sì. Giocate sempre alle sette?»

«Sì.»

«Ci saremo, dobbiamo fare il tifo» aggiungo alzandomi dal divano per accompagnarli.

Quando escono di casa mi volto verso il ragazzo che sento di amare. Scatta verso di me, baciandomi intensamente.

«Finalmente se ne sono andati, non vedevo l'ora di rimanere soli.»

«Anch'io, però non dirglielo.»

Mi trascina in camera, gettandomi sul letto.

«Allora dimostramelo» dice iniziando a spogliarsi.

Lentamente mi sfilo i vestiti, sentendomi la ragazza più fortunata della terra.

L'ombra di AuroraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora