La stanchezza di una notte in bianco pesa come un macigno. Vorrei dormire, ma temo quel che potrebbe accadere.
Da questa mattina ignoro i miei genitori, i messaggi di Sonia, e la stessa tv davanti alla quale mi trovo da non so quante ore.
Fortunatamente Tyler non mi ha scritto. Raramente inizia una conversazione, ma oggi non lo vedo come un difetto. Oggi è una fortuna, perché finirebbe per alimentare il conflitto in mezzo al quale mi trovo.
Ferma tra quel che volevo e quel che voglio, non so verso quale direzione muovermi. Mentre negli ultimi giorni propendevo più per abbracciare il desiderio presente, adesso che il pericolo è emerso nella sua forma peggiore, sento che potrei tornare al passato.
Non sono stata io ad aprire la porta del sogno, ma Tyler. Sempre lui, continua ad invitare quella bambina a stare in nostra compagnia, mentre io non desideravo altro che tenerla alla larga dai miei giorni. Ieri sera, distratta dal panorama, non l'ho vista arrivare. Ma questa è solo una scusa. La verità è che dal momento in cui siedo in quella macchina, fino al ritorno a casa, io abbasso la guardia.
Ero terrorizzata dal pensiero che mi baciasse, ma avrei fatto qualcosa per respingerlo se lo avesse fatto? E se lo facesse e poi svanisse, soffocherei nell'abbraccio della mia condanna?
Odio che sia lui il responsabile di tutto, odio che abbia tutta questa importanza.
«Aurora, aspetti qualcuno?» chiede mia madre apparendo dal nulla.
«No, mamma. Perché?»
«A volte non so se ci sei con la testa.»
Si dirige verso il citofono senza che io capisca cosa voglia dire.
«Sì, è qui. Entra pure.»
«Mamma chi c'è?»
«Sonia.»
Questa è l'ultima cosa che avrei voluto. Prima ancora che possa infastidirmi, Sonia fa il suo ingresso in quella che volevo rimanesse una mia scena.
«Io non capisco come ragioni. Perché non rispondi?»
«Non mi sento molto bene Sonia. Scusami.»
Si siede senza che la inviti a farlo.
«Non me la bevo. Che succede?»
Perché improvvisamente tutti sembrano interessati alle mie condizioni?
«Te l'ho detto, niente. Mi sono svegliata un po' giù, ma sto bene.»
«C'entra Tyler?»
«No, Sonia. Sei venuta per farmi un interrogatorio?»
Sospira, di certo delusa dal mio silenzio.
«Va bene. Hai impegni per questa sera?»
«No, non credo che uscirò.»
«E invece verrai con noi, ne hai bisogno. Sai che a luglio ci sono le migliori serate, e questa sera io, tu, Lucia e Leonardo andremo in un lido nei pressi di Taormina. Costa un po', ma credimi che ne vale la pena.»
Non ho voglia di alzarmi dal divano, figuriamoci di andare a ballare.
«No grazie, passo.»
«Guarda che Tyler non viene, Lucia mi ha detto che nemmeno gliele chiedono certe cose. Quindi potrai continuare ad avercela con lui senza doverlo vedere.»
Affondo le unghie nel cuscino per il nervosismo.
«Sonia, ti ho già detto che non ho niente, e non ho alcun tipo di problema con Tyler.»
«E allora perché non vieni? Quasi non ti riconosco ultimamente.»
«Perché non mi va.»
Scatta in piedi infastidita.
«Io davvero non so più cosa fare. Ti scrivo e mi ignori, ti chiedo di uscire e rifiuti, vengo qui e sembra che tu mi faccia un favore a parlarmi. Se non ti importa più di avere degli amici, dillo direttamente. Questa è l'ultima volta che ci provo.»
Si dirige verso l'uscita, ma la raggiungo prima che possa andarsene.
«Mi spieghi cosa c'entra adesso? Certo che ti voglio come amica, e non è vero che non voglio passare del tempo con te.»
«Non è quello che sembra. Ci tenevo che venissi, ma non starò ancora a pregarti.»
«D'accordo» dico senza pensare.
«D'accordo cosa?»
«Ci vengo.»
«Per poi startene seduta in un angolo? Non devi farmi un favore.»
«Non ti faccio un favore, stupida. A che ora ci vediamo?»
Mi abbraccia come se non fosse successo nulla.
«Passiamo a prenderti alle dieci. Ora vado che ho da fare.»
Esce in preda all'euforia, portando con sé la mia ritrovata allegria.
Non avevo la minima voglia di accettare, ma forse ha ragione. Forse non mi sto comportando da vera amica. Inoltre una serata di leggerezza potrebbe aiutarmi a schiarire le idee.
Torno sul divano, e mentre decido di dovermi distrarre, un messaggio inaspettato fa squillare il cellulare.
"Ieri sono stato bene, era da un po' che non passavo una serata così. Ti va di uscire questa sera?"
Tyler meriterebbe un premio per il tempismo. Sembra quasi che lo abbia fatto apposta.
"Mi dispiace, ma ceno da una mia cugina e mi ha già chiesto di bere qualcosa dopo"
Senza sapere perché abbia sentito il bisogno di mentire, abbandono il cellulare ed esco a fumare.
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L'ombra di Aurora
RomanceAurora, costretta a 17 anni in una clinica per disturbi alimentari, decide di trovare un compromesso per non rimanere sotto osservazione. Le sue scelte la condurranno lungo un cammino costellato di menzogne, dolore, rabbia taciuta e finte gioie, fin...