Mi muovo a ritmo della musica, con Sonia al mio fianco scatenata e totalmente ubriaca. Continua a far bere anche me, tanto che sto iniziando a non percepire più la tensione legata alla menzogna detta a Tyler.
Leonardo forse glielo dirà, oppure Lucia, ma adesso non m'importa. Adesso, quel che voglio è perdermi.
Rivoglio la libertà, rivoglio la leggerezza, rivoglio la nuova Aurora.
«Ti stai divertendo?» urla Sonia per farsi sentire.
«Grazie!»
La abbraccio e per qualche istante ci muoviamo in sincrono, come facevamo prima che Tyler mi portasse via.
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Apro gli occhi e vengo colta da un forte mal di testa. Mi accarezzo le tempie, cercando di rievocare qualche ricordo. Ma nulla, non ho nessuna idea di come sia tornata a casa.
Cerco il comodino, ma quando allungo la mano, il sangue si gela nelle vene. Qualcuno è nel letto con me.
Scatto in piedi senza curarmi di passare sopra l'ospite. Cerco disperata l'interruttore, ma non è al suo posto.
«Si può sapere cos'hai? Vieni, tanto non c'è nessuno a casa, non devi andartene subito.»
La voce di Marco fa svanire il dolore e causa un flashback. Sono andata via con lui.
Trovo l'interruttore e accendo la luce, senza riuscire a dire una parola.
«Ormai hai deciso che devo alzarmi anch'io. D'accordo.»
Si tira su dal letto, totalmente nudo e con aria compiaciuta. Vorrei strappargli il sorriso dalla faccia.
«Aurora, che succede? Perché piangi?» chiede dopo essersi messo qualcosa addosso.
Porto una mano al viso, e soltanto adesso mi rendo conto di stare versando lacrime su lacrime.
Con lo sguardo cerco i vestiti.
Mi muovo come un fantasma, come un'ombra, evitando di fare rumore. Indosso gli stracci che mi hanno condotta fin qui, godendo dell'istante in cui la maglietta copre i miei occhi. Vorrei che questo attimo durasse in eterno, così da non dover più vedere lo squallore di questa scena.
Adesso ricordo le sue mani, i suoi baci, e la mia stupidità.
Ricordo il saluto di Sonia, che mi chiedeva se fossi sicura.
Ricordo Leonardo e Lucia, che mi guardavano con sguardo accusatorio.
Ma ricordo me, che ho permesso che tutto questo accadesse. Nessuno mi ha costretta, l'ho voluto, ed è per questo che adesso piango, perché non ho nessuno a cui dare la colpa.
«Aurora parlami» dice Marco prendendomi per un braccio.
«Non toccarmi, non farlo mai più.»
Fuggo al suo tocco, pentendomi di non averlo fatto quando avrei dovuto.
«Ma che succede?»
«Per favore, accompagnami all'uscita. Ti ringrazio di avermi finalmente invitata a casa tua, o dovrei ringraziare i tuoi genitori per non esserci... Mi fai schifo, ed io sono peggio di te.»
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L'ombra di Aurora
RomanceAurora, costretta a 17 anni in una clinica per disturbi alimentari, decide di trovare un compromesso per non rimanere sotto osservazione. Le sue scelte la condurranno lungo un cammino costellato di menzogne, dolore, rabbia taciuta e finte gioie, fin...