Capitolo 27

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«Tyler, parlami.»

Siamo fermi da qualche minuto e lui continua ad evitare il mio sguardo.

«Aurora io so soltanto quello che tu mi dici, né più né meno.»

«Infatti non ti ho chiesto cosa sai, ma cosa credi di sapere.»

«Non ti ho mai chiesto nulla, quindi posso soltanto avere un pensiero. Ed io credo che tu non abbia smesso di nasconderti.»

È vero, non ha mai chiesto nulla. Sono stata io, inconsapevolmente, a dargli delle risposte.

«Non so cosa dirti» dico sentendomi nuda e imbarazzata.

«Non devi dire niente Aurora, niente. Te l'ho già detto, per ogni cosa io sono qui, e se non ti dispiace conto di continuare ad esserci. D'accordo?»

Provo l'impulso di baciarlo, ma lo reprimo.

«D'accordo.»

Riprendo a camminare, riflettendo sulla pericolosità di questa persona, un aspetto che fino ad ora non avevo valutato. Forse stare in sua compagnia significa dover fare i conti con una parte di me, una parte riemersa quando lui mi ha guardata. Questa è la pericolosità di Tyler: mi pone di fronte ad uno specchio.

Lui però ignora quanto il riflesso che mi osserva sia giudicante.

Lui sembra vederlo quel riflesso, sì, ma può comprenderlo?

Per questo devo contenermi, devo frenare l'impulso di abbandonarmi alle sue braccia.

Su questa spiaggia, per la prima volta, mostrando il mio scheletro nell'armadio non mi sono sentita etichettata come malata. Sono abbastanza intelligente da capire che una cosa simile sia più importante di un bacio, ma sono anche abbastanza cauta da sapere che se lui mi sfiorasse, forse non solo non riuscirei più a tornare indietro, ma riabbraccerei il mio dolore.

E sono io abbastanza forte da sconfiggerlo, da non lasciare che mi divori?

Dovrei valutare cosa è cambiato da due anni fa ad ora, ma...

«Aurora, ho pensato ad una cosa che potremmo fare» dice riportandomi al presente.

«Cosa?»

«Dato che abbiamo avviato una piccola compagnia di investigazione del paranormale, forse ho la nostra prossima tappa.»

Sorrido, sentendo il cuore esplodere. Non solo non ha fatto alcun passo indietro, ma ha anche capito l'esatto momento in cui bisognava tornare alla leggerezza.

«Si dice che nella strada per raggiungere il paese in cui vivo, durante alcune notti appaia un lupo mannaro. Non scherzo, c'è gente che giura di averlo visto, e sono tutte persone che prima di allora non credevano a nulla di simile.»

«Tyler, c'è la luna piena.»

Ci scambiamo uno sguardo d'intesa.

Senza dire altro, ci avviamo verso la macchina.

L'ombra di AuroraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora