Capitolo 21

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Sonia siede accanto a me sul divano, facendomi continue domande su Tyler. Io rispondo vagamente, sfioro appena l'argomento.

Cosa potrei dirle di questi giorni? Non lo so.

Cosa potrei dirle dei discorsi che sembrano nascere da un altro mondo? Non ne ho idea.

E cosa potrei mai dirle di un ragazzo che mi pone nella scomoda posizione di dover scegliere?

È questo che Tyler sta facendo: prova a costringermi a divenire chi non voglio essere.

«Aurora, vi siete già baciati?»

Rispondere a questo è fin troppo semplice.

«No.»

«Ma scusami, vi vedete da più di una settimana e non ci ha nemmeno provato? Che fate tutto quel tempo?»

«Ci vediamo da nove giorni e ci conosciamo da poco più. Parliamo Sonia, questo facciamo.»

«Davvero tieni il conto? Allora stai aspettando che lo faccia. Si vede che ti piace.»

Se tengo il conto, è perché ad ogni giorno trascorso aumenta la paura.

«Non so ancora se mi piace, però è interessante.»

«E si può sapere di cosa parlate tanto? Te l'ho chiesto più volte e non spieghi nulla.»

E continuerò su questa strada. Potrebbe sminuire e non lo accetterei.

Inoltre, se lo facesse mi porrebbe ancora più in difficoltà. Ultimamente il tempo trascorso a parlare con lei, con Lucia o altri che non siano Tyler, mi sembra privo di significato.

«Ma perché non c'è nulla da dire. Parliamo delle cose di cui parlano tutti» dico sperando che sia l'ultima volta che lo chiede.

«Eviti ancora...»

«Non evito nulla Sonia.»

Mi guarda con aria interrogativa.

«D'accordo Aurora, d'accordo. Sta solo attenta, e ricorda che lo conosci da poco.»

«Perché me lo dici?»

«Perché ho l'impressione che tu ti stia fidando troppo.»

«Sonia non ho segreti di stato. Che vuoi che gli dica?» dico ridendo, ma mentendo solo in parte.

Non ho ancora detto nulla a Tyler, perché sto valutando se ci sia o meno qualcosa da dire. Parlare significherebbe accettare di essere anche altro, ed io non lo sono.

Il solo pensiero di confessargli ogni cosa mi manda in confusione.

«Io ora vado. Ci vediamo stasera?»

«Non so nemmeno se avrò voglia di uscire» rispondo consapevole che non le farà piacere.

«Va bene Aurora. Ci sentiamo.»

Come immaginavo, se ne va infastidita. Pensa che adesso che ho la mente impegnata non voglia più vederla, ma non è così. Però non ho voglia di convincerla, ho davvero la mente troppo affollata.

Il cellulare squilla. Sorrido istintivamente prima di prenderlo, dev'essere lui.

Il sorriso svanisce quando leggo il nome "Marco". È un messaggio breve, che va dritto al punto.

Vuole vedermi.

L'ombra di AuroraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora