Capitolo 35

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Cinque giorni di silenzio, e mi ritrovo a non sapere nemmeno più da quanto lo conosco.

Penso a lui come ad una vecchia fiamma, ad un amore mai consumato, ad un ricordo che tra le spietate selezioni del tempo inizia a sfumarsi.

Ma facendo i conti, lo conosco da nemmeno due mesi.

Siamo quasi alla fine di luglio, e contro la promessa fatta dopo l'estate dei diciassette anni, in cui affermavo che non avrei mai più sprecato nemmeno un raggio di sole o un chiaro di luna, negli ultimi cinque giorni ho scontato l'esilio che il tribunale della ragione mi aveva imposto da tempo.

Tra le mura di casa, ho ricordato cos'era ed immaginato cosa potrebbe essere, e oggi sono pronta per contattare la ragione dei miei prossimi passi.

Spero che mi asseconderà, altrimenti dovrò riprogrammare ogni cosa.

"Ciao Tyler,

ci penso da giorni ormai, ed il tuo silenzio è più che giustificato. Potrei dirti che non so cosa mi sia preso, che non so perché abbia mentito, ma non sarei sincera. So esattamente perché l'ho fatto. Prima di te avevo raggiunto un equilibrio, o pensavo che fosse tale, fatto della giusta dose di finzione e autocontrollo. Sai a cosa mi riferisco, e credo tu sia abbastanza intelligente da comprendere perché mi sia servito un metodo, anche se precario. Avrei voluto passare la serata con te piuttosto che andare a ballare, perché sono sincera quando dico che nelle nostre conversazioni trovo un profondo appagamento. Non è mai successo che qualcuno mi ascoltasse o mi prendesse in considerazione come fai tu, e non so ancora come gestirla. Non lo so perché hai stravolto ogni cosa, mettendomi faccia a faccia con qualcosa da cui fuggo, con la mia più grande paura, con me stessa. Mi odio per averti mentito, non avevo alcun motivo per farlo, ma temevo potessi giudicare le mie scelte. Immagino sia stato brutto per te, soprattutto dopo il nostro ultimo discorso, scoprire da altri che anch'io, dal tuo punto di vista, ti ho preso in giro. Ma per favore, dammi la possibilità di dimostrarti che non è così, non mi sono presa gioco di te. Per quanto riguarda Marco, avevo pensato di non dirtelo, e sai perché? Per la vergogna. Forse hai ragione quando dici che ad avere torto era chi mi circondava, e lui rientra tra quelle persone. Tyler, ho capito tante cose, ma più di tutto ho capito che non voglio perderti. Voglio altre serate come quelle trascorse, voglio qualcosa per cui valga la pena uscire. Per favore, torna. Torna e chiedimi tutto ciò che vuoi, sarò sincera. So che questo messaggio non spiega nulla, non so perché sia tanto agitata, quindi dammi almeno modo di affrontare l'argomento di persona. Una serata e, se deciderai di non voler avere più niente a che fare con me, ti lascerò in pace.

Scusami ancora."

Invio il messaggio ed incrocio le dita.

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