L'assenza dei miei genitori, in questa giornata di riflessioni, mi è stata d'aiuto. Non torneranno prima di cena, il che mi ha permesso di prendere una decisione che potrà o cambiare tutto, o non cambiare nulla.
Ho invitato Tyler.
Naturalmente non per dichiararmi, non so nemmeno se avrò mai la forza di farlo, né tanto meno la presunzione di credere che possa ricambiare i miei sentimenti.
Se l'ho invitato è perché questa casa è il mio ambiente, e voglio che lui lo veda.
Voglio che veda tutto di me, e d'ora in poi gli darò gli strumenti per farlo.
Controllo nuovamente il cellulare, sperando di non avere sentito la suoneria, ma niente. Non ha ancora risposto, eppure è passata un'ora da quando gli ho scritto. Controllo anche di averlo inviato, sperando di non averlo fatto. Purtroppo però, il messaggio ha raggiunto il destinatario.
Passano i minuti, le ore...
Passano pensieri e paranoie, fin quando un presentimento si affaccia alla coscienza.
Come se potesse sentire i miei pensieri, Sonia mi telefona.
«Aurora, ti va di fare una passeggiata?»
«Sonia, vieni da me per favore» taglio corto.
«È successo qualcosa?»
«Vieni.»
Riaggancio il telefono, che diventa troppo pesante.
Leonardo deve aver parlato a Tyler, e lui dev'essersi sentito preso in giro.
Sono le quattro e mezza, il messaggio l'ho inviato all'una. Significa che si sono sentiti, o si sono visti questa mattina. Questa seconda opzione mi sembra la più plausibile e, se così fosse, non voglio nemmeno pensare a cosa deve aver provato Tyler. Dopo ieri sera, dopo aver mostrato una debolezza credendo di potersi fidare, forse oggi ha dovuto ascoltare qualcuno che lo ha fatto pentire di ogni parola pronunciata.
Ma perché ho mentito? Che senso aveva?
Avrei potuto dirgli la verità, così adesso non dovrebbe pensare che anche la persona con cui dice di riuscire a parlare preferisce mentirgli, pur di non farlo sentire inadatto. Perché è così che la leggerà. Si convincerà che la mia menzogna è servita per farmi divertire senza dover ammettere che il tempo con lui è noioso, che preferisco la superficialità, il niente, piuttosto che un bellissimo panorama su una panchina costruita appositamente per ammirarlo.
Suonano il campanello, interrompendo il fiume di colpe.
Sonia si è davvero precipitata.
«Aurora che succede?» chiede entrando, con espressione preoccupata.
Non riuscendo a contenermi, la abbraccio in lacrime.
Avvertendo la pressione di anni di silenzi, le conseguenze causate dal tacere, le amicizie perse per la mia vergogna, le racconto chi era la persona che lei chiama amica.
Le racconto della clinica, di come ci sono arrivata, delle persone che lì ho conosciuto.
Le racconto dei miei genitori e di come mi percepisca un'estranea in casa mia.
Le parlo dell'errore con Marco e di quanto mi faccia sentire sporca.
Infine, inizio a parlarle di Tyler, e di come sembra essere arrivato per ricondurmi sui miei passi, per farmi recuperare me stessa.
«Aurora, mi dispiace.»
Una lacrima le scende lungo il viso, senza che io capisca di cosa si scusi.
«Per cosa?»
«Per essere stata tanto cieca. Non sospettavo niente, altrimenti non avrei mai detto tante cose. E adesso che hai trovato qualcuno in grado di ascoltarti, mi sono comportata come una ragazzina gelosa, costringendoti a venire ad una serata che si è conclusa nel peggiore dei modi.»
«Sonia, tu non hai nessuna colpa. Ti prego però di tenere per te tutto quello che adesso sai sul mio conto, per favore. Per quanto riguarda l'altra sera, sono stata io a scegliere di andare con Marco.»
Mi accarezza il viso, assumendo le parvenze della sorella che avrei tanto voluto.
«Eri ubriaca, ed io non sono stata una buona amica. Non dovevo permettertelo.»
«Ti ripeto, non hai colpe. Però credo che Tyler sia venuto a saperlo. Ieri eri con Leonardo? Sai se oggi lui e Tyler si sono visti?»
«Ero con lui, Lucia e altri ragazzi. Aurora, Leonardo ha ripetuto più volte che questa mattina doveva fare una specie di escursione con Tyler, e che non vedeva l'ora. Mi dispiace, ma credo che gli abbia detto tutto.»
Torno a piangere, e questa volta fa più male.
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L'ombra di Aurora
RomanceAurora, costretta a 17 anni in una clinica per disturbi alimentari, decide di trovare un compromesso per non rimanere sotto osservazione. Le sue scelte la condurranno lungo un cammino costellato di menzogne, dolore, rabbia taciuta e finte gioie, fin...