Can non aveva neppure fatto in tempo a portarle una tazza di tè caldo che Sanem si era già addormentata sul suo letto. In posizione fetale con il cuscino stretto tra le braccia sembrava una bambina. Appoggiò il tè sul comodino, lì vicino e rimase a contemplarla. Era così diversa da Melis!
Era possibile amare due donne così differenti? Si chiese. La relazione con Melis si era basata su uno scambio alla pari. Non si era mai sentito così protettivo e così romantico come con Sanem. Al contrario le troppe attenzioni la innervosivano. Aveva bisogno dei suoi spazi, diceva. E per lui era stato lo stesso. Quando erano lontani, lui in Inghilterra e lei in Turchia, si sentivano ogni giorno ma poi ognuno andava avanti con la sua vita, frequentava gli amici, i locali, partecipava ad eventi mondani. La separazione da Sanem, invece, era stata difficile e dolorosa e si era ripercossa sul suo umore che era diventato più malinconico ed irascibile. Si infastidiva per nulla e trovava spesso da ridire su ogni cosa, anche la più banale. Prendersi cura di Sanem, chiederle come stava gli veniva naturale, com'era naturale essere dolce e delicato. Il desiderio che provava per lei non aveva niente a che fare con la lussuria perché quello a cui ambiva non era solo il suo corpo ma il suo spirito, la parte più profonda e vera. Lui voleva arrivare lì, al centro del suo cuore e voleva rimanerci, perché solo così si sentiva completo e vivo.
Lui voleva vivere in lei, con lei, per lei, di lei.
Cercando di non svegliarla le si stese accanto togliendole piano il cuscino e lei, istintivamente, si accoccolò sul suo petto. Aprì appena gli occhi a guardarlo, gli sorrise e sussurrò: "Non lasciarmi, non lasciarmi mai più!!"
Era pomeriggio presto quando si svegliò. Can era ancora accanto a lei.
"Scusami non avrei voluto dormire così tanto....Tu cosa hai fatto nel frattempo?"
"Niente, ti ho guardato e ho preparato qualcosa da mangiare. Immagino che tu sia affamata.."
"Oh sì, ho una fame da lupi...ma davvero sei rimasto a guardarmi?"
"Certo, non mi stancherò mai di farlo...e poi quando dormi fai delle buffe espressioni e dei discorsi molto interessanti..." la prese in giro lui.
"Non ti credo....e cosa avrei detto di così interessante?" chiese imbarazzata.
"Beh hai detto che mi ami alla follia, che mi trovi molto, molto, bello, che ti faccio impazzire e di non lasciarti mai.."
"Non è vero" cercò di obiettare Sanem.
Can alzò un sopracciglio con l'intento evidente di metterla alle strette: "Ahh e per l'esattezza, di tutte queste cose, quale non corrisponde alla verità?"
"Can Divit sei incorreggibile! Quando la smetterai di prendermi in giro?" chiese fingendosi offesa.
"Mai, mi diverte troppo metterti in difficoltà!....Ma non hai risposto alla mia domanda.."
"Non me la ricordo" fece lei alzandosi dal letto, desiderosa di porre fine a quella conversazione che la faceva sentire impacciata più di quanto già non lo fosse, perché non era ancora abituata a quello sconvolgimento che le causava sempre la vicinanza di Can, figuriamoci ammetterlo così apertamente!
Ma lui non voleva mollare la presa "Sanem!" la richiamò.
"E va bene. Hai vinto tu! E' tutto vero! Ti amo alla follia, ti trovo bellissimo, mi fai impazzire, ma non nel senso buono del termine, e spero che non mi lascerai mai. Contento adesso?" ammise fingendosi esasperata.
Un enorme sorriso comparve sul volto di Can: "Contentissimo, ma non devi vergognarti. E' quello che provo io per te con la differenza che tu mi fai impazzire nel senso buono del termine...Adesso, però, andiamo a mangiare altrimenti non so dove questo discorso potrebbe portarci.." e così dicendo, ridacchiando le passò accanto godendo della sua espressione confusa!
Ecco un'altra cosa che rendeva Sanem diversa da Melis. Con quest'ultima Can non aveva mai giocato e scherzato in quel modo, non si erano mai presi in giro e, forse, questo era stato un limite del loro rapporto. Si erano presi sempre troppo sul serio mentre è bello, ogni tanto, scherzare sui propri e altrui difetti, perché anche quelli fanno parte di noi e non dobbiamo sforzarci per nasconderli cercando di apparire diversi da quello che in realtà siamo.
Se qualcuno ci ama, se ci ama veramente, accetterà anche le nostre pecche o, quantomeno, le sopporterà, perché anche le imperfezioni fanno parte della magia che ognuno di noi è!
"Non sapevo che tu cucinassi così bene!" si complimentò Sanem dopo aver divorato tutto quello che aveva nel piatto, sotto lo sguardo divertito di Can.
" Beh vivendo da solo direi che è diventata una necessità. L'alternativa sarebbe il ristorante, ma la cucina inglese, secondo me, non è all'altezza di quella turca che io amo moltissimo. Allora" continuò "sei pronta per un giro turistico?"
"Non vedo l'ora! Mi do una sistemata e poi possiamo uscire."
"Ok! Io, intanto riordino qui."
Era passato tanto tempo da quando Can non condivideva più la casa con qualcuno, soprattutto una donna, e non pensò proprio di bussare prima di entrare in camera, poco dopo. Sanem era lì, appena uscita dalla doccia, con solo un asciugamano avvolto attorno al corpo. Can si bloccò all'istante sussurrando un fievole :"Scusami, non pensavo che..." mentre il resto della frase gli morì in gola.
Per educazione avrebbe dovuto andarsene, ma non riusciva a muovere un solo passo.
Sanem si accorse che la sua espressione era cambiata, come pure lo sguardo, che si era fatto più intenso e la percorreva, lento, dalla testa ai piedi per poi tornare indietro e soffermarsi sul viso.
"Cosa c'è?" gli chiese.
"Ho bisogno di te Sanem, ho un disperato bisogno di te...di amarti ed essere amato.." fu la risposta.
Questa volta non ci fu imbarazzo in lei, perché quella richiesta finalmente la fece sentire una donna vera e completa.
Gli sorrise e avanzando verso di lui disse:" Credo che Londra possa aspettare..."
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LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONE
RomanceOgnuno di noi ha qualcosa che lo rende unico. Spesso questo qualcosa è invisibile agli occhi e sfugge a un primo sguardo, abituato a cercare la perfezione e dove non la trova non si sofferma, passa oltre perdendo così, il più delle volte, la vera be...