Quella notte Lashrael dormì a tratti. Daw sembrava relativamente tranquillo, ma a volte aveva degli scatti improvvisi che lo facevano sussultare. Rimase comunque con lui tutta la notte e all'alba si alzò con cautela, dopo avergli dato un bacio a fior di labbra. Preparò alcune cose in cucina e poi tornò comunque a distendersi accanto a lui, in attesa che si svegliasse.
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Si svegliò gradualmente, consapevole di un braccio avvolto alla sua vita e di una gamba a contatto con la sua. Sorrise ancora, a occhi chiusi, si spostò con lentezza per aderirgli di più e, a quel punto, il braccio alla sua vita lo avvolse e un bacio gli arrivò su una guancia.
«Ma allora sei sveglio,» disse lo stregone, con voce ancora un po' assonnata. «Credevo avessi preso la mia abitudine di sonnecchiare fino a tardi.»
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«No,» rispose tenendo le labbra sulla sua guancia. «Credo che sia la locanda a farmi quell'effetto. Come stai stamattina? Se vuoi mangiare qualcosa, la colazione è già pronta.»
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«Mi stai viziando.» Sogghignò. «Non che in passato non lo facessi, ma non ti avrei trovato nel letto a coccolarmi. Sì, ho fame.»
Si alzarono, Daw indossò un paio di pantaloni, poi però, notando che alcuni segni delle torture si vedevano ancora sulla sua pelle chiara, si infilò anche una delle sue vestaglie. Fecero colazione e parlarono di come organizzare la giornata. Il Fey'ri dovette rassicurare più volte Lashrael che si sentiva abbastanza bene da fare qualche lavoro in casa e nello studio e che lui poteva uscire a controllare il territorio, del resto era il suo compito in quanto ranger ed erano stati settimane lontani. «Sei riuscito a portare con te quel... Ragno?» chiese incuriosito, mentre Lashrael si infilava gli stivali per uscire.
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Si morse le labbra nel guardarlo. Se non si era accorto di niente, allora voleva dire che aveva preso le giuste precauzioni. Ma era giusto che sapesse dove il ragno avrebbe potuto creare la propria tana. «Una delle cose che dovrò fare è proprio quella,» rispose con un sorriso tirato. «Capire dove farà il suo nuovo nido. Ma ti prometto che la porterò lontano dalla nostra casa.»
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Ebbe un brivido pensando a quell'essere, grosso come un pugno, gironzolare per casa. «Portala dove ritieni meglio, ma, certo, in casa preferirei di no.»
Lo guardò uscire e, una volta solo, si recò nello studio. Prima di andare da Grouxiem avrebbe provato a risolvere da solo la questione degli incubi.
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L'ispezione richiese quasi tutta la mattina. Fortunatamente però il ragno parve trovare un luogo di suo gradimento, relativamente distante dalla baita. La parte più difficile fu l'incontro con il lupo, che ormai era allo stremo delle forze. Era evidente che non avrebbe superato la fine dell'estate. Accanto a lui si trovava ancora il famiglio di Dyra, ma anche lui avrebbe dovuto fare ritorno dalla ranger. Non se la sentiva di lasciarlo più solo ormai, perciò decise che ne avrebbe parlato con Daw e che, per qualche giorno, sarebbe rimasto accanto al vecchio lupo. Rientrò a casa al tramonto.
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Daw aveva scartabellato tra i suoi libri praticamente tutto il giorno, c'erano pozioni, malefici, incantesimi che trattavano di sogni e incubi, ma nulla che potesse essere davvero utile al suo caso. Alla fine si era seduto in veranda, frustrato come non mai, e, senza accorgersene, si era addormentato.
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Lo trovò che sonnecchiava su una delle sedie in veranda. Sul tavolo erano sparsi alcuni tomi rinchiusi con cura. Evitò di svegliarlo e, dopo essersi cambiato, preparò una cena leggera. Alla fine si mise a sedere sul tavolo della veranda a gambe incrociate e lo chiamò. «Daw, ci sei?»
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Si svegliò di soprassalto. Sbatté le palpebre confuso. Il cielo era imbrunito, il sole stava calando, davanti a lui Lashrael. «Sei tornato. Ma che ore sono?» Guardò la tazza con la tisana che aveva portato con sé, ancora a metà, doveva essersi addormentato. «Che diamine! Volevo solo fare una piccola pausa!»
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«Beh, sono rientrato da almeno un'ora e già dormivi,» rispose divertito. «Ma evidentemente ne avevi bisogno. Hai fame?»
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«Non ho bisogno di dormire così tanto. Non sono un neonato!» borbottò alzandosi. Poi gli lanciò un'occhiata. «Ho saltato il pranzo...»
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«È un modo per dirmi che potrei aver preparato poche cose?» gli chiese ridendo.
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Rientrò in casa. «Il profumo è buono, ma se quello che hai preparato non mi sarà sufficiente, vorrà dire che mangerò te.» Gli si avvicinò e gli diede un morso sul collo. Scherzavano spesso in quel modo, novelli sposini da dieci anni come li prendeva sempre in giro Dyra.
In passato avrebbe anche potuto pensare di spingerlo a fare l'amore sul tavolo della veranda prima della cena, ora non se la sentiva neanche di fare il tentativo.
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«Non sono commestibile, Fey'ri, non provarci neanche,» replicò divertito. Quel gesto amorevole lo mise in imbarazzo, perché di solito ciò che iniziava con un semplice morso o un bacio poi durava per quasi tutto il giorno. Ma doveva resistere, del resto non avrebbero trovato soddisfazione reciproca, solo frustrazione. «Va bene in veranda o vuoi comunque rientrare?» chiese.
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«Ceniamo in veranda finché possiamo, quando cominceranno le piogge non sarà più tanto gradevole.»
Mangiarono, Daw si informò su cosa avesse fatto Lashrael durante il giorno. Riprendere le loro normali attività poteva aiutarli, ne era sicuro. Lanciò un'occhiata ai libri che il mezzo Drow aveva sistemato ordinatamente sopra le mensole, forse avrebbe dovuto smettere di pensarci continuamente anche lui, forse semplicemente doveva cercare di far finta che non fosse mai successo nulla invece che dannarsi sul come far cessare gli incubi.
Sparecchiarono e Daw si offrì di lavare i piatti, nonostante le insistenze di Lashrael. Quando tornò in veranda sedette accanto al marito. «Ascolta, ho passato tutto il pomeriggio a cercare qualche rimedio magico per cancellare gli incubi dalla mia testa e in realtà non ce ne sono, insomma, non senza qualche controindicazione che non mi va di affrontare. Per cui, forse, dovremmo semplicemente cercare di andare avanti.» Sospirò. «Quello che voglio dire è che... vorrei provare a vivere esattamente come facevamo prima, facendo tutto quello che abbiamo sempre fatto, compreso fare l'amore e farlo spesso. So che potrebbe non essere sempre bello, forse sarà addirittura frustrante, ma prima avevo timore anche solo che tu mi stessi vicino, significa che più ci comportiamo normalmente e più la normalità prenderà il sopravvento sulle false convinzioni. Cosa ne pensi? Te la senti di affrontare situazioni imbarazzanti, difficili e frustranti?» domandò, anche se con un po' di esitazione.
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Lo ascoltò attentamente. Situazioni imbarazzanti. Certo, dal sentirsi costantemente desiderato al non esercitare più alcun fascino su di lui il passo era enorme. Ma quante volte era stato Daw quello costretto a sopportare i suoi momenti negativi anche in merito al sesso? Provarci non sarebbe stato peggio che non provare darsi reciproco piacere. «Va bene, cercheremo di far tornare alla normalità anche questo,» rispose annuendo.
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«Bene,» mormorò, sperava fosse la strada giusta, ma temeva che quella situazione avrebbe potuto allontanarli. Scosse il capo tra sé: non lo avrebbe permesso!
Andarono a letto non troppo tempo dopo. Daw si spogliò e si infilò sotto le lenzuola, quando Lashrael lo raggiunse aprì le braccia per accoglierlo. «Non intendo dire che dobbiamo cominciare già stasera, non dobbiamo forzarci,» specificò, mentre gli accarezzava i capelli, poi fece un respiro profondo. «Ma se tu avessi qualche desiderio vorrei che me lo dicessi.»
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Gli baciò una guancia sorridendo lieve. «Toccami. Che sia un dito, un braccio, il naso, non importa. In qualsiasi momento. E vorrei che tu mi dicessi chiaramente ciò che vuoi che io faccia.»
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«Ti toccherò, ti bacerò, ti morderò, non voglio rinunciare a nulla di tutto questo!» Passò dai capelli alla schiena, fino a circoscrivere con le dita la rotondità dei glutei.
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«Sai bene che, comunque, mi ecciti anche solo se mi guardi, quindi sì, ci saranno dei momenti imbarazzanti,» disse, mentre si rilassava sotto le sue carezze. «Ma cercherò di contenermi, te lo prometto,» aggiunse, alzando le braccia per offrirgli i fianchi e il petto.
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«Non devi contenerti, piccolo, voglio soddisfarti ogni volta che potrò.» Esitò. «E voglio tornare a desiderarti ogni singolo secondo.» Poi sorrise, un po' malinconico. «Non voglio rinunciare alla mia fama di cigolatore professionista di letti!»
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Sorrise divertito. «Lascerò decidere a te se e quando soddisfarmi. Ci sono zone del mio corpo che conosci sicuramente meglio di me,» precisò, ma non riuscì a evitare di allargare un po' le gambe, mentre si portava un braccio sopra agli occhi.
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«Va bene,» disse, avvertendo i movimenti di Lashrael farsi più languidi. Gli passò le mani sul petto, delineando i muscoli, sentendoli guizzare sorrise. Sfiorò le costole. «Sei dimagrito anche tu, non va bene, sai?» Gli pizzicò scherzosamente i capezzoli.
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«C'è qualcuno che negli tempi mi ha fatto dannare,» rispose, rendendosi conto che il suo sesso era vicino al risveglio. Sospirò, avrebbe potuto farci poco, ma non gli avrebbe permesso di prenderlo in bocca.
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«Lo so, una perfida strega Drow!» disse Daw, volutamente. Gli massaggiò i pettorali e poi scese lungo i fianchi. «Ma ora non c'è più, quindi devi mangiare e tornare in forma, non vorrai privarmi del mio spettacolo preferito?» Si spostò leggermente più in basso, circondandogli le cosce e spingendo per fargliele divaricare di più.
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«Il mio culo è sempre lì,» replicò. «E l'altro... Lascialo in pace, vedrai che si calma,» disse, riferendosi al membro semieretto.
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«Non voglio affatto che si calmi,» obiettò, baciandogli il ventre. «Lo sai che conosco mille modi per farti venire!»
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Si sollevò sui gomiti. «Ne sono consapevole. Basta che mi sfiori, addirittura. Eppure vorrei godere insieme a te, amore mio.»
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A quel punto si tirò un po' su. Gli baciò le labbra. «Io risolverò questa cosa, te lo prometto, ma temo che ci vorrà un po'. Vorrei farti godere, davvero, ho sempre pensato che sia incantevole quando godi, mi piace vederti godere.»
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Lo trattenne a sé. Non era questo che avrebbe voluto dire, ma si arrese. Situazioni imbarazzanti... «Va bene, hai tutto il mio corpo a disposizione per guardarmi godere. Decidi tu come.»
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Indugiò. «La cosa ti mette a disagio?»
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«Mi hai visto fare cose che non avrei mai pensato di fare, cosa dovrebbe mettermi a disagio ora?» Chiese con un mezzo sorriso.
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«Ne sei sicuro? Non voglio forzarti a fare cose che non desideri, anche se...» Fece un sorrisino, passandogli una mano in mezzo alle gambe. «...mi pare che qui qualche desiderio ci sia.»
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Quel semplice tocco amplificò le sensazioni, anche visivamente. «Sono tuo, Fey'ri. Fammi godere.»
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Sorrise, si spostò sopra di lui e catturò le sue labbra, mentre si infilava tra le gambe, costringendolo ad aprirle bene. Mentre gli afferrava l'asta pensò che ora sarebbe stato perfetto avere qualcosa per penetrarlo, visto che il suo dannato cazzo non voleva collaborare!
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Si accomodò meglio sotto di lui. «Posso usare le mani?» gli chiese.
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Mordicchiandogli le labbra, mugugnò: «Puoi fare tutto quello che desideri.»
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Sorrise. «Preparati allora,» gli disse, afferrandogli le corna.
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Lo masturbò fino a quando non sentì l'erezione dura, provò a strusciare il proprio sesso contro quello di Lashrael, ma non ottenendo risultati allora cambiò strategia. «Vuoi un orgasmo passando da davanti o da dietro?» bisbigliò malizioso.
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«Lo ripeto. Sono tuo, a te la scelta di come farmi godere,» ribadì.
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«Splendido,» sussurrò, senza far capire se si riferisse a lui o alla risposta. Un ultimo bacio sulle labbra e si tirò indietro. Gli fece passare le braccia sotto le ginocchia e gli sollevò il bacino, spingendolo quasi a ripiegarsi su se stesso. Amò il gemito sorpreso che fece Lashrael ritrovandosi in quella posizione scomoda e incredibilmente esposta. Gli fece appoggiare le terga al petto e con le mani gli divaricò le natiche. A quanto pareva mentre lui dormiva si era lavato, perché si percepiva l'odore di lavanda e miele del suo sapone. Senza esitare oltre cominciò a stimolarlo con la lingua proprio sulla fessura.
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Mugolò di piacere, nonostante avesse difficoltà a respirare. «Mi scoperai con la lingua, Fey'ri?» Chiese ansimando.
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Emise un mugugno che tuttavia dovette risultare più che comprensibile. Massaggiò l'esterno, si allungò per succhiare la pelle delicata dello scroto e poi si dedicò nuovamente alla fessura. Si insinuò in lui, violandolo con la lingua ripetutamente e solo quando avvertì il corpo del ranger iniziare a tremare si ritrasse baciandogli il punto sensibile sull'inguine e gli infilò un dito dentro, affondando in cerca del punto interno sensibile.
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Emise un gemito prolungato, afferrò il proprio membro con una mano, mentre l'altra cercò uno dei corni, anche se la posizione non era delle migliori. «Ancora...» implorò.
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Ricominciò a leccare e di nuovo a fotterlo usando la lingua. Poteva anche non avvertire eccitazione fisica, ma tutto quello lo appagava in ogni caso, così insistette benché la mandibola cominciasse a dolergli.
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«Sto per venire Daw, ti prego lascia libere le gambe.»
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«Perché?» chiese divertito. «Ti schizzeresti il seme sul viso, molto sensuale!» Tuttavia gli permise di tornare a una posizione più comoda, con le terga appoggiate alle sue cosce, mentre continuava a massaggiarlo.
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«Già.» Disse con voce strozzata mentre si liberava. «Molto divertente, Fey'ri!» si massaggiò il sesso per svuotarlo.
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«Non essere sfacciato, o dovrò punirti.» ridacchiò, poggiandogli un bacio sul ginocchio piegato.
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Lo guardò malizioso. «Cosa potrei dirti di ancora più sfacciato?»
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Sorrise. «Sei terribile! Per ora ti faccio venire, ma penserò a una punizione per la prossima volta!»
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Continuò a guardarlo con lascivia. «Sempre che ti lasci nuovamente campo libero.»
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«Se vuoi essere ancor più sfacciato, direi che ci stai riuscendo.» Allungò una mano e raccolse un po' dello sperma che Lashrael aveva sul ventre e se lo portò alle labbra. «Mi piace vederti godere, davvero molto.»
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Prese anche lui una piccola quantità di sperma, la leccò e poi allungò la mano verso Daw. «Continuo a preferire quando siamo in due a godere, amore mio.»
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Prese quella mano e poi si distese accanto a lui. «Lo so,» disse mestamente. Gli baciò la tempia. «Mi dispiace.»
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«Anche a me, ma non è questo che volevo sottolineare,» mormorò mentre si stringeva a lui. «Ne abbiamo già parlato, affronteremo tutto insieme, ma vorrei godere di nuovo quando lo farai anche tu.»
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«Quando si deciderà a risvegliarsi ti scoperò per due giorni di fila, promesso, ma per adesso non impedirmi di godere del tuo piacere.»
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Rise divertito. «Allora dovrò impegnarmi a farlo risvegliare il prima possibile!» commentò, baciandolo su una guancia. Poi appoggiò il capo sulla sua spalla.
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Si accomodarono sotto le lenzuola, Daw si sentiva meno appesantito della sera precedente, quello era il modo giusto con cui avrebbero dovuto affrontare la questione. Scacciando tutte le ombre e le angosce. «Buonanotte, piccolo.»
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Strange Story - Daw e Lashrael
FantasyDaw è un Fey'ri e Lashrael un mezzo Drow, due creature improbabili le cui strade si intrecciano casualmente sullo sfondo di una terra fantasy, popolata da umani, elfi, goblin e altri esseri con cui avranno a che fare. Daw e Lashrael sono abituati a...