Strange Story - Daw e Lashrael

CAPITOLO 38

<RAKAS> Ormai il veliero era in viaggio, beccheggiava dolcemente verso la Costa Affilata ci sarebbero volute quasi due settimane prima di arrivare, due settimane in cui si sarebbe occupato personalmente del Drow, il resto del bottino non aveva lo stesso temperamento, pecore terrorizzate che avevano ammassato in un'altra zona della stiva, ma quel dannato muso nero doveva essere addomesticato. Si toccò il naso tumefatto con cautela e si avviò verso la prigione.
Niente acqua e cibo dal giorno prima, tanto per cominciare, quando arrivò, portava con sé la lampada e gli arnesi per la marchiatura, lasciò la lampada all'esterno ed entrò nella gabbia, nell'attesa del ferro con il sigillo e una torcia.
Al Drow non era stato permesso neanche distendersi, con le braccia allargate, i polsi incatenati al soffitto e le caviglie al pavimento, doveva aver passato una notte tutt'altro che piacevole.
«Allora, gattino, ti avevo detto che se fossi stato bravo io sarei stato gentile, ma hai preferito tirar fuori le unghie, per cui credo proprio che non sarò affatto gentile.» Sollevò l'asta e immerse la punta nel fuoco.

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<COLT> Colt lo guardò dubbioso, era una richiesta alquanto bizzarra quella di lasciare in vita il capo degli schiavisti. «Deve avervi fatto un bel torto per volervene occupare personalmente,» borbottò. «Certo, sapere chi stiamo cercando potrebbe essere utile, ma ci proveremo comunque. Se siete pronto, suggerirei di partire ora, così da navigare durante la notte, se siete d'accordo.»

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<LASHRAEL> Se Lashrael voleva aver ragione di lui, avrebbe dovuto ucciderlo. Per questo attese che ritraesse l'asta dal fuoco e che gliela puntasse contro, a quel punto, dall'alto, scrosciò una quantità d'acqua tale da spegnere il fuoco e far sfrigolare la punta dell'asta. Sia Lashrael che il carceriere si ritrovarono fradici da capo a piedi. Non poteva ridere, ma comprese che i suoi occhi parlavano per lui: il mezz'orco era furibondo.

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<DAW> «Sono schiavisti delle Isole Nere, non so altro, ma appena saremo salpati vi indicherò la rotta, posso rintracciarli, avevo lanciato un incantesimo di individuazione su... Ciò che mi hanno portato via,» rispose asciutto Daw. «Andiamo, sono pronto.»

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<RAKAS> Incredulo Rakas si passò una mano sul viso grondante acqua, cosa diavolo era appena accaduto?
La torcia spenta e fradicia, sarebbe dovuto tornare sul ponte per accenderne un'altra. Poi vide il ghigno riflesso in quegli occhi azzurri. «Tu! Piccolo...!» Allungò una mano e lo schiaffeggiò. «Avremmo dovuto uccidere te invece del tuo compagno cornuto! Forse lui sarebbe stato meno irritante!» E mentre urlava quelle parole gli uscì un fischio dal buco presente per i denti mancanti. Bestemmiando alcune divinità uscì dalla gabbia, prese la lampada e tornò sopra per procurarsi una nuova torcia.

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<DAW> Daw e la ciurma di masnadieri appena assoldati salparono, con permessi che Colt si faceva fornire ogni volta corrompendo le persone giuste. Il mare era relativamente calmo, quindi le manovre procedettero senza intoppi.

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<LASHREL> Era morto. Lo avevano ucciso.

Sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe fatto, gli dei ne erano testimoni, ma Lashrael avrebbe massacrato quegli schiavisti!

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<DAW> Il mare di notte era affascinante e lugubre, una distesa cupa che respirava piano, la nave era silenziosa e l'equipaggio lo guardava con curiosità, pur restandogli alla larga, ma erano abituati alle stramberie del loro comandante. Daw aveva lanciato poco prima l'incantesimo di individuazione, avendo la conferma che Lashrael era ancora vivo, ne era stato abbastanza certo, ma ora si sentiva un po' meglio. Colt gli aveva assicurato che avrebbero raggiunto la nave in due giorni, se il vento fosse stato favorevole. Daw gli aveva detto che se il vento avesse fatto capricci avrebbe fatto in modo che le correnti li favorissero, il vecchio bucaniere aveva riso e gli aveva offerto un ingaggio definitivo nella sua ciurma. Daw aveva cortesemente rifiutato.