CAPITOLO 22

145 15 6
                                    

Il giorno seguente Lashrael si alzò di buon ora, ma non svegliò Daw. Era necessario rimettere in ordine la casa e avrebbe dovuto anche pensare a costruire nuove frecce, dato che la scorta era notevolmente diminuita. Per prima cosa, però, si dedicò al messaggio ricevuto da Dyra durante la notte. In due settimane la compagnia avrebbe dovuto incontrarsi per decidere come contrastare la nuova offensiva degli Elfi Scuri, che per il momento aveva richiesto un monitoraggio continuo anche delle varie bande di Goblin, Orchetti e altre amenità che si erano fatte particolarmente audaci. Oltre a quella distrutta da Lashrael e Daw, ne erano state annientate altre tre e segnalate almeno il doppio. La situazione era sempre più instabile.

E poi c'era lui, che era entrato nella sua vita in modo alquanto bizzarro fino a stravolgerla, fino a portarlo al punto di chiedersi se avrebbe avuto la forza di combattere i suoi odiati simili come aveva sempre fatto, senza porsi il problema del futuro. Lottare con l'obiettivo di sopravvivere era un notevole cambio di prospettiva a cui non era del tutto preparato.

*

Daw Si svegliò a causa del troppo silenzio, aveva avvertito Lashrael alzarsi dal letto e lo aveva sentito muoversi per caso emettendo solo alcuni flebili suoni di tanto in tanto, ma ora più nulla, così si mise seduto e si guardò attorno. Alzandosi e girovagando per la casa trovò solo delle salsicce con purea di patate selvatiche sul tavolo. Sorrise tra sé, a quanto pareva il ranger era uscito, ma gli aveva preparato la colazione.
Il mezzo Drow rientrò più tardi portando con sé fasci di giunchi o roba simile.
«Buongiorno.» Lo salutò, guardandolo con curiosità. «Grazie per la colazione, l'ho apprezzata.»

*

«Ben alzato!» Lo salutò a sua volta, mentre si ripuliva dalle foglie e dalle sterpaglie, dopo aver scaricato i rami fuori della porta. «Oggi per me sarà una giornata di lavoro piuttosto intensa, per questo ti chiedo, se hai bisogno di qualcosa in particolare, di chiederlo subito, soprattutto perché poi rischierei di non sentirti neanche,» disse, indicando i rami appena scaricati.

*

«Capisco, rami...» Non aveva idea di cosa ci avrebbe fatto Lashrael con quei rami, ma al momento aveva altre cose di cui parlargli. «Ascolta, io ho necessità di andare a Silverlake per alcuni acquisti, da qui credo che ci metterei una settimana, di più se non riesco a convincere Bàrbero a prestarmi uno dei suoi cavalli, ma non so bene quando avete intenzione di affrontare i Drow, mi chiedevo se tu avessi idee più precise.» Indugiò qualche istante. «Vorrei esserci quando lo fate, i miei incantesimi potrebbero esservi utili.» E io potrei starti vicino e cercare di evitare che ti uccidano.

*

Si massaggiò la nuca pensieroso. «Per il cavallo ti converrebbe chiedere l'intervento di Dyra, anche se si direbbe che Bàrbero abbia accolto favorevolmente la tua presenza alla locanda.» valutò, prima di rispondere alla questione principale. «Tra quindici giorni si terrà un consiglio della compagnia e sono stato convocato anche io. Non so ancora dirti con certezza quando sarà organizzato l'attacco vero e proprio, forse prima si tratterà di ridurre definitivamente all'impotenza i loro alleati di superficie. Ma per il momento so quello che sai anche tu.» Il che, in sostanza, voleva dire niente.

*

«In quindici giorni dovrei farcela.» Poi ci pensò meglio. «Perché non vieni con me?»

*

Lanciò uno sguardo sconcertato ai rami. «Quando vorresti partire?»

*

Notò quell'occhiata preoccupata. «Visti i tuoi rami, almeno domani o tra due giorni?»

*

"Silverlake ha un mercato davvero grande e variegato e vengono alcuni artigiani elfi con le loro manifatture,» spiegò.

*

«Andiamo prima a informarci per i cavalli. Se riusciamo a recuperarne due, ci penserò seriamente. Non posso permettermi di mancare alla riunione, ciò vuol dire che, se vengo anche io, avrò tempi strettissimi. Eventualmente lavorerò anche di notte per costruire le frecce, ma prima i cavalli,» disse con un sospiro.

*

Si alzò e gli si avvicinò, gli avvolse le braccia alla vita e lo tirò a sé. «Non importa, non voglio causarti problemi, andrò da solo e cercherò di fare in fretta, puoi resistere dieci giorni senza di me?» Sorrise malizioso.

*

«Ci proverò,» rispose, abbracciandolo al collo. «Piuttosto, se evitassi di farti nuovamente arrestare sarebbe un pensiero gentile, da parte tua, nei confronti di chi non riuscirebbe a offrirti un sorso d'acqua a causa della distanza.»

*

«Farò del mio meglio, promesso.» Lo baciò sulle labbra e faticò a staccarsene subito. «Ora ti lascio lavorare, nel frattempo andrò a North Post, vediamo se riesco a convincere Bàrbero, magari lo blandisco offrendomi di fare qualche traduzione gratuita per i suoi facoltosi clienti.»

*

«Ti auguro che sia di buon umore allora! Mi troverai qui, circondato da rami modellati e intagliati.» Sospirò, senza accennare a lasciarlo andare.

*

Neanche Daw sembrava intenzionato a staccarsi. Alla fine sospirò a sua volta e allentò l'abbraccio. «Sarà meglio che vada.» Si staccò a fatica, ma c'era un po' di strada da fare per la cittadina, avrebbe fatto meglio a raccogliere le idee per farsi dare dall'oste un cavallo davvero veloce. Non si trattava più di vita o di morte, ma l'idea di non vedere Lashrael per dieci giorni in effetti lo metteva a disagio. Uscì poco dopo e s'incamminò per il sentiero che ormai aveva cominciato a conoscere bene.

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora