CAPITOLO 120

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Quella notte fecero l'amore due volte, si addormentarono, si risvegliarono e lo fecero di nuovo, assopendosi poco prima dell'alba. Furono destati da colpi alla porta che il sole era già alto.Daw nascose la testa sotto il cuscino.

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Lashrael era nudo e sporco di seme ovunque. «Chi è?» chiese, guardandosi intorno per trovare qualcosa di indossabile.

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La voce di Dyra, inconfondibilmente divertita. «Forza pigroni, so che oggi ve ne andate e prima che ciò accada Daw deve mostrarci qualcosa di quello che ha imparato! La colazione si sta freddando!»

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Sbuffò. «Ci mandi su acqua e tinozza per favore? Siamo impresentabili,» gli urlò dietro. Sperò che non chiedesse il motivo, ma quando sentì i passi allontanarsi si rilassò. «Daw, sveglia. Oggi sei l'attrazione della locanda forza,» borbottò, passandosi una mano sugli occhi.

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Emise un suono inarticolato e cercò di nascondersi ancora più sotto il cuscino, ovviamente il riparo non sortì l'effetto sperato, si ritrovò strattonato seduto, con la testa ciondolante.

Lashrael aveva finito di sistemare i loro vestiti e gli zaini quando gli inservienti bussarono e portarono dentro la piccola tinozza e i secchi.

Si lavarono e si rivestirono e scesero alla sala comune. Si era radunata una discreta folla, tra vari ranger e persino alcuni villici curiosi.

«Per la miseria...» mormorò Daw. «Che succede se non li stupisco abbastanza?»

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«Fai una figura misera,» disse stringendosi nelle spalle. «Ma potrai sempre vendicarti su Dyra. Tanto la colpa è sua.»

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Mangiarono rapidamente, con tutti quegli occhi addosso. Alla fine Daw sospirò e si alzò in piedi. «Ok, volete vedere di cosa sono capace ora? Dobbiamo andare al fiume allora, meglio ancora un lago, bello grande se possibile!»

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Poco distante da North Post si trovava un lago non grandissimo, ma era la situazione migliore. «Altrimenti quello a casa vostra,» valutò Dyra.

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«Andrà bene il lago qui vicino,» disse Daw, che non intendeva certo sconvolgere il loro bellissimo angolo di paradiso.

Quando arrivarono pregò il gruppo di mantenersi lontano dalla riva.

«Ho studiato magia elementale,» Spiegò. «Mio padre è un mezzo demone mezzo elementale dell'acqua, da lui ho ereditato determinate attitudini e ho pensato che non sarebbe stato male sfruttarle.» Guardò verso l'acqua placida e prese un profondo respiro, sollevò le braccia e iniziò a formulare l'incantesimo, poche parole in un idioma incomprensibile. 

L'acqua cominciò a turbinare rapidamente e infine si sollevò, alta almeno quattro metri, assumendo una forma umanoide e minacciosa.

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Rimasero tutti impressionati dalla quantità d'acqua che venne smossa. Quando videro l'essere emergere tra gli spruzzi molti si impaurirono e arretrarono. I ranger rimasero sulle loro posizioni, ammirati dall'elementale che prendeva forma davanti ai loro occhi.

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Daw sorrise, soddisfatto e si voltò verso i suoi spettatori. «Piuttosto imponente, vero? Anche piuttosto devastante, se dovessi scatenarne la furia.» Ad ogni folata di vento piccole goccioline d'acqua li investivano, come una pioggia leggera. «Questa è solo una delle possibilità, forse non la più pratica, in certe circostanze, ma datemi abbastanza spazio e abbastanza acqua e sarò in grado di spazzare via interi battaglioni.» Mise le mani sui fianchi. «Soddisfatti?»

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«Soddisfatti?» Protestò Ben. «Questo coso farà molto comodo, sicuramente! Ma se dovessimo tornare à sotto? Da cosa ci faresti accompagnare?»

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Daw sospirò. «Ben, credo che tu sia l'unico in tutta North Post che preferisca il mio lato da negromante, avrai ancora i tuoi golem di cadaveri, promesso!»

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Il giovane rise. «Mi riferivo davvero a elementali che potrebbero aiutare in una situazione del genere. L'acqua c'è anche là, lo sai, ma le caverne dove andiamo sono basse e strette.»

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«Niente elementali d'acqua nel Sottosuolo, sarebbe impossibile sfruttare le loro caratteristiche al massimo, ma questa non è mica l'unica cosa che sono in grado di fare.» Sorrise. «Ma non vorrete davvero farmi un esame, mh?»

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«Certo che no, Fey'ri, noi siamo semplici guerrieri, del resto.» Rispose Dyra sorridendo, «però ci hai fatto incuriosire!»

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«Non posso mostrarvi tutti gli incantesimi, mi ci vorrebbe tutto il giorno e poi sarebbe pericoloso. Creazione, manipolazione e trasformazione dell'acqua, ecco, pensate a qualunque cosa che vi venga in mente, è probabile che io sia in grado di farla,» disse, forse aveva semplificato un po' troppo, ma non aveva intenzione di passare la giornata a intrattenere i curiosi. Si voltò verso l'enorme elementale che li osservava con i suoi occhi luminosi tra i flutti dell'acqua che lo costituivano, pronunciò le parole del controincantesimo e la grande quantità di liquido ripiombò al centro del lago, facendo arrivare fino a loro gli schizzi.

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Gli spettatori applaudirono entusiasti, i bambini e i ragazzini in particolare lanciarono grida di meraviglia e i più grandicelli iniziarono a chiederne altri, ma i genitori li portarono via di forza. I ranger, e con loro il chierico, si complimentarono con Daw, alcuni fecero domande più specifiche. Lashrael osservava in disparte, meravigliato a sua volta ma anche orgoglioso. Rimase distante finché notò curiosi attorno a Daw e si avvicinò solo quando il clamore fu in parte passato.

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Daw strizzò dall'acqua una manica della sua tunica. «Allora? Abbastanza impressionato? O anche tu preferisci i golem di carne come quel tetro di Ben?»

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«No, preferisco gli elementi, te lo assicuro,» rispose. «Bello però, davvero. Un elementale a casa farebbe comodo, no?»

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«Ma come? Ti sei sempre rifiutato di far lavorare i golem di carne, ora vorresti schiavizzare un povero elementale?» Lo afferrò ad un braccio e si incamminò dietro agli altri. «I bagagli sono pronti, vero? Ho bisogno di tornare a casa e rilassarmi sulla veranda.»

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Ripartirono nel primissimo pomeriggio dopo aver pranzato con i pochi rimasti. Arrivarono un paio d'ore prima del tramonto e Lashrael gli propose una passeggiata nel bosco o, se preferiva, una nuotata nel lago. «Come vedi è rimasto tutto come lo hai lasciato.»

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«Non offenderti, piccolo, ma tutto ciò che voglio ora è sedere e godermi il meritato riposo, è da ieri che cavalco, cammino e... beh, stanotte non siamo stati proprio tranquilli.» Sghignazzò. «Ho dovuto perfino evocare un elementale.» Si guardò attorno. «Quanto mi è mancato tutto questo!»

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«Sì, lo capisco. Ha un che di rilassante ed emozionante, poter dire di essere a casa.» Gli strinse forte la mano. «Bentornato, amore mio» gli disse, baciandogli le nocche.

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Entrò in casa, lasciò la sacca all'ingresso, avrebbe dovuto lavare i panni e sistemare quanto aveva riportato con sé. Sbirciò la camera, la zona bagno e infine andò a sedersi in veranda, chiudendo gli occhi e annusando a fondo l'aria.

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Lashrael sedette accanto a lui, nelle sdraio che lui stesso aveva costruito e gli prese una mano, stringendola

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Daw sorrise, chiudendo gli occhi, «Sì, sono tornato.»

**** FINE ****

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora