CAPITOLO 16

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Ripresero l'equipaggiamento e uscirono dal piccolo riparo, ora si muovevano guardinghi, prestando attenzione a quanto li circondava. Non fu difficile ritrovare la via percorsa, macchie di sangue, rami spezzati. Non era stato particolarmente abile nella fuga, pensò sarcasticamente. Quando raggiunsero il luogo dell'agguato i cadaveri erano ancora lì, Daw tirò un sospiro di sollievo, forse avevano ancora un piccolo margine di tempo per allontanarsi.

Sì accostò al corpo del mago, quando era scappato con Lashrael in braccio non aveva avuto modo di analizzarlo, ma forse aveva addosso oggetti o pergamene che potevano essere di suo interesse. Osservò il volto sfigurato dalla morte, un maschio, relativamente giovane.

«Avvicinati Lashrael, abbiamo solo una domanda a disposizione, quindi pensa bene a ciò che vuoi chiedergli.» Gli diede qualche istante per formularla, nel frattempo frugò tra le scarselle e sotto gli abiti in cerca di qualcosa di utile o interessante. Raccolse un ciondolo, una bacchetta e tralasciò gli ingredienti per gli incantesimi.

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Annuì. Le domande erano tante, a cominciare da quella che lo assillava da tempo immemore, ma a quella non avrebbe mai trovato risposta. «Il motivo che li ha condotti in superficie, qui in questa zona, lontano dall'ingresso più prossimo al Sottosuolo poco dopo il tramonto.»

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Daw si accovacciò, inspirò a fondo poi pronunciò le parole arcane. I suoi occhi brillarono di luce malsana mentre il nefasto incantesimo prendeva possesso del corpo, toccò con il palmo il petto del cadavere e questi ebbe un sussulto, come se bruscamente i suoi polmoni si riempissero di nuovo di aria. Fece la domanda, utilizzando il linguaggio degli inferi. Il corpo ebbe un altro fremito, la bocca del morto si dischiuse e si torse, ne uscì una voce cavernosa che diede risposta alla domanda. Alla fine il mago si afflosciò di nuovo e gli occhi di Daw tornarono normali. Alzò lo sguardo sul ranger. «Credo che i tuoi amici debbano saperlo, suppongo che dovrete mobilitarvi in fretta.»

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Non reagì subito. Rimase immobile a fissare il Drow morto. Ma più che lo fissava, più che la collera montava in lui. Improvvisamente estrasse un coltello e fulmineo lo diresse verso il cadavere urlando di frustrazione. All'ultimo momento infilzò il terreno accanto al volto del mago, inginocchiandosi impotente. «Brucerò questi esseri immondi, non devono insozzare ancora la terra con la loro presenza.» Sollevandosi a fatica, raggiunse gli altri due corpi e, senza dire altro, si impossessò di armi, mantelli e stivali. «Prova un paio di questi, sono magici, attutiscono i rumori dei passi,» spiegò a Daw. «Grazie dell'aiuto,» concluse asciutto.

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Prese gli stivali con un po' di esitazione. «Ok...» Si alzò. «Ora che si fa?» Quel luogo non era sicuro, tutta la zona non era sicura, Drow a parte c'erano ancora gli Orchetti nelle vicinanze.

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«La banda di orchetti è condannata. Non torno sui miei passi,» replicò perentorio. «Il falò li attirerà qui e non mi lascerò scappare l'occasione.» Lo guardò senza vederlo. «È giusto che tu decida come regolarti, indubbiamente questo posto non è e non sarà al sicuro, ma io di qui non mi muovo, ho un lavoro gratificante da portare a termine,» aggiunse, mentre un ghigno feroce si apriva sulle sue labbra. Iniziò a recuperare legni e foglie per il rogo.

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Lo guardò tra l'affascinato e il preoccupato. «Comprendo il tuo desiderio di rivalsa, ma non ho più molti incantesimi, dovrei riposare e recuperare le energie, purtroppo funziona così anche per noi stregoni. Certo, ho ancora le pergamene che avevamo deciso di usare, ecco, forse possiamo riprendere in mano il piano originale, ma se dovessero arrivare altri Drow?»

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora