CAPITOLO 60

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Passarono varie settimane. Lashrael si riavvicinò a Dyra e chiarirono determinate discussioni che si erano venute a creare in seguito all'incidente tra Daw e Katena, evitò comunque quest'ultima nonostante le insistenze di Dyra. Recuperò anche i contatti con Bàrbero per Daw e un po' di pergamene da decifrare. Alla richiesta ironica se tra le ricette ce ne fosse anche una contro le emorroidi, l'oste lo guardò male e Dyra non si risparmiò battute salaci.

Ormai era giunto l'inverno, quindi si tratteneva alla locanda il minimo indispensabile. Un pomeriggio si rese conto che sarebbe nevicato di lì a poco, perciò decise di affrettarsi a casa per vedere l'espressione di Daw ai primi fiocchi. Giunse ormai dopo il tramonto, quando le strade erano già imbiancate. Entrò in casa quasi correndo, come un bambino che voleva dare per primo la notizia dei campi innevati. Trovò Daw affacciato alla finestra. 

«Hai visto?» gli disse ilare.
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Daw lo guardò, stava sorridendo lievemente. «Ho visto,» disse. «E il lago si è ghiacciato, tra poco la neve coprirà anche lui.» Si girò e gli si accostò, lo baciò sulle labbra. «Ehi, hai il fiatone, sei arrivato correndo da North Post?»
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«Non proprio da North Post, ma volevo ammirare con te la neve che scende.» rise «E pensare che io non la amo più di tanto!»
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L'affermazione lo colpì, in un misto di dolcezza e malinconia. «Aspetta solo un secondo, non toglierti il mantello!»
Indossò la propria cappa bordata di pelliccia e gli stivali e tornò da Lashrael. «Usciamo e sediamo in veranda.» Voleva che i fiocchi li avvolgessero, scendendo piano. Era qualcosa che amava e voleva che quell'esperienza si arricchisse della presenza di Lashrael nella sua memoria.
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Recuperò una coperta da stendere sulla panca e una bottiglia di liquore che gli aveva regalato Dyra. «Anche se non ti piace bere, direi che questa è un'ottima occasione per farlo, senza bisogno di esagerare,» gli disse sorridendo.
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«Concordo, e comunque con te posso anche permettermi di perdere un po' il buon senso.» Ridacchiò. «Se corro nudo verso il lago, però, fermami!»
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«In quel caso sarà più probabile che mi unisca a te!» rispose, versando il liquido nei bicchieri. «È la prima volta che vedo questa zona sotto la neve.»
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«È magnifica,» disse, accettando il bicchiere. «Hai avuto una splendida idea, quei mesi in tenda ne sono valsi la pena.» Sollevò il viso guardando i fiocchi volteggiare dal cielo plumbeo tra i rami e su di loro.
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Bevvero lentamente il liquore, gustandosi il silenzio del bosco sotto la neve. Lashrael accese una lanterna per rimanere ancora un po' in veranda, abbracciati. Dopo un po' disse: «Posso farti una domanda?»
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«Solo una?» Scherzò, appoggiandogli un bacio sulla tempia.
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«Per ora sì, ma sarà sufficiente per irritarti,» disse sogghignando.
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Fece un profondo respiro. «Le premesse sono niente male! Su, avanti, dimmi.»
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«In realtà te l'ho già fatta più volte, ma mi dicono che sono testardo.» Sogghignò. «Tu hai spostato i tuoi interessi su Waterfall, giusto?»
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«Sì, insomma, ci sto provando. Avevo molti contatti a Silverlake e nessuno a Waterfall, ma ho i miei assi nella manica. Ci stai girando attorno, la domanda deve essere davvero spinosa, mh?»
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Rise divertito.«Più che altro è la risposta che sarà spinosa. Torno a battere di nuovo lì,» disse, prendendogli una mano tra le sue per accarezzarla.
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«Ci stai ancora girando intorno.» Lo redarguì.
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Si umettò le labbra. «I guanti,» disse. «A Waterfall c'è chi potrebbe risolvere la questione.»
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Aveva supposto che Lashrael gli avrebbe chiesto di tornare a North Post con lui e riprendere le attività con i ranger. Si era sbagliato. «Sì, forse,» rispose asciutto.
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«Quanto saresti disposto a soffrire?» gli chiese diretto, continuando a carezzargli una mano.
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«Lashrael, odio le mie mani, e lo sai bene, ma non posso rinunciarci, perché rinunciarvi significherebbe renderli liberi,» rispose, sforzandosi di non sottrarre la mano che il Drow stava sfiorando.
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«Non sto parlando di un comune chierico,» ribatté il ranger.
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«Che significa? Di cosa stai parlando allora?» A quel punto non riusciva più a capire le intenzioni del suo compagno.
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«Ufficialmente è un chierico, ma è conosciuto per occuparsi anche di negromanzia,» spiegò. «Lo so, pare un controsenso, eppure esiste. Warren e Dyra lo conoscono, hanno già avuto modo di interagire con lui.»
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«E dunque, cosa sarebbe in grado di fare?» domandò, un chierico negromante era più inquietante di un vero negromante.
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«Voci non confermate parlano di esperimenti sui demoni che riesce a catturare, non chiedermi come.» Deglutì. «Parlano anche di contro-malefici o roba simile.»
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«Sarebbe interessante conoscerlo questo chierico negromante, ma non credo che possa risolvere il mio problema.»
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«Come fai a dirlo se non hai idea delle sue capacità?» gli chiese, con una nota forse troppo irrequieta.
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«Sarebbe in grado di sanare le mie mani senza annullare la maledizione?» domandò. «C'è un nesso forte tra le due cose, da esperto del settore non vedo come sia possibile.»
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«Da non esperto del settore non posso risponderti,» ribatté. «Il punto di contatto è Dyra, io me ne sono sempre tenuto fuori.»
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«OK, parlerò con Dyra, allora, quando a lei andrà di venirci a trovare,» rispose, accondiscendente. Ma non aveva molta fiducia in quella possibilità.
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«Mi stai dicendo che sei disposto a rivederla?» lo guardò stupito. In cuor suo aveva sperato che prima o poi si sarebbe ammorbidito, ma c'era sempre un velo di timore che lo bloccava.
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«Credevi che l'avrei cacciata se avesse deciso di venire qui?» poi sorrise e aggiunse. «Più che altro credevi che sarei davvero riuscito a cacciarla?»
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«Aveva deciso di rispettare le tue decisioni, anche se era molto contrariata,» spiegò sorridendo. «Sa che con te il rischio che correrebbe è superiore a quello di una lama diretta al cuore.» gli prese anche l'altra mano. «Ma, no, non si sarebbe fatta cacciare.» sghignazzò.
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«Non le avrei mai fatto del male, sa essere irritante, sfrontata e testarda, ma non è una ragazzina insolente e sciocca come Katena.»
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«Indubbiamente non lo è,» rispose con un sospiro. «Quindi, se te la vedessi arrivare qui all'improvviso saresti disposto ad ascoltarla?»
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«Sarei disposto ad ascoltarla. Non ho mai inteso bandirla dalla mia vita, ho solo detto che non sarei più andato alla locanda di Bàrbero per nulla di conviviale e, ovviamente, che non avrei più partecipato alle vostre missioni.»
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Si era congedato mettendo in dubbio la possibilità di rivedere gli altri, ma non insistette. «Rientriamo in casa?» gli chiese.
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«Sì, ci siamo congelati abbastanza.» Mentre si alzavano chiese. «Come fai a non amare la neve?»
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«Beh, non la disprezzo. Però il verde dei prati, l'azzurro del cielo, i colori dei fiori mi mettono di buon umore,» rispose scrollando le spalle.

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Daw sorrise. «Tu mi metti di buonumore.» L'affermazione generò un sorriso anche sul volto del ranger.

Rientrarono per accomodarsi sul grande letto davanti al loro camino.

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora